Sposami, stupido! Viva il politicamente (s)corretto – Recensione
Potrebbe perfino alzare un polverone. E un po’ già lo ha sollevato. Perché lascia fuori dalla porta di casa il politicamente corretto e qualche ipocrita rigurgito di coscienza. Invece Sposami,stupido! (in sala dal 21 giugno, durata 92’) di Tarek Boudali, prim’ancora di essere una commedia spassosa è un piccolo trattato di onestà e correttezza sociologica (e naturalmente cinematografica) oltre libertà di scelta comica nel raccontare, senza barriere e retropensieri, avventure surreali legate all’omosessualità, all’immigrazione, alla disabilità, agli animali. Neppure con troppa leggerezza perché il film, prossimo alla pochade, per divertire e trasgredire usa anche la grana grossa; sempre, però, nella giusta prospettiva di mostrare mai come tali quelli che la cosiddetta società civile considera “diversi”.
Dal Marocco a Parigi col sogno (infranto) dell’università
Ecco così Yassine (Boudali medesimo, autore anche della sceneggiatura con la collaborazione di Nadia Lakhdar, Khaled Amara e Pierre Dudan) arrivare dal Marocco a Parigi col sogno di diventare architetto, lasciando la famiglia in festa per la prodigiosa prospettiva; e ottenendo un visto per studenti che fa sciaguratamente scadere dopo aver mancato un esame per una nottata di bisboccia. Risultato: diventa un clandestino.
E la ragazza cicciottella da “ippopotamo” diventa sirena
Unica salvezza, per lavare i propri sensi di colpa e non gettare i suoi nella disperazione, sposarsi con un cittadino francese che individua, escogitando un falso matrimonio gay, nell’amico Fred (Philippe Lacheau) dopo aver mandato all’aria il promettente flirt con Claire (Andy Rowski), una cicciottella che gli amici chiamano “ippopotamo” pronta però a ripresentarsi, più avanti, con la silhouette d’una sirena e qualche prevedibile nuovo appetito sentimentale.
Quell’indomabile ispettore che ha scoperto l’inganno
Che matrimonio sia, dunque. Felicemente sposati, Yassine e Fred – il quale deve pure tenere a bada la paturnia della fidanzata Lisa (Charlotte Gabris) - fingono di vivere insieme, peraltro insidiati dall’indomabile ispettore Dussart (Philippe Duquesne) che, fiutando l’imbroglio, fa di tutto per smascherarli e incastrarli, puntualmente beffato come succede nei cartoni animati di Gatto Silvestroe l’uccellino Titti o di Wile E. Coyote e Beep Beep.
Le vittime? Strapazzato perfino il cane di un non vedente
Ovviamente meglio non raccontare quel che accade dopo, anche se le sorprese sono relative e il prevedibile è in agguato nelle piene convenzioni di commedia. Si aggiunga, comunque, che sulla graticola di Boudali (che in questo suo esordio alla regìa ricompone con Lacheau il sodalizio fortunato di Baby Sitting e Alibi.com) finiscono un po’ tutti, inclusi un mendicante e un cieco cui viene diabolicamente strapazzato il cane che l’accompagna. Tutto in piena celebrazione dell’artifizio comico-demenziale in funzione di apologo o, se proprio si volesse perlustrare un terreno più impegnativo, di quel motto di spirito freudiano che ha a che fare con l’inconscio e i suoi contenuti repressi.
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