Guida (ragionata) ai migliori spumanti per le feste
Chiara Risolo
Bollicine italiane o bollicine francesi? L’atavico dilemma, oggetto di epici dibattiti tra soloni del vino, nel tempo (per fortuna) si è ridotto a chiacchiera da bar. Gli spumanti di casa nostra, grazie all’azione dei consorzi di tutela e all’impegno dei produttori, gode di ottima salute e, forte di un’invidiabile biodiversità, può gettarsi alle spalle sterili competizioni. Chiunque oggi cerchi nel calice tricolore freschezza, finezza, fragranza e carattere, non resterà deluso. Il plauso, naturalmente, trova conferma nei numeri. Rosea la previsione di Unione italiana vini: le 750 milioni di bottiglie prodotte nel 2020 sono destinate nel prossimo triennio a toccare il miliardo tondo tondo. Complice un export fortissimo, trainato dalla corazzata Prosecco, in Paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania dove da sempre la febbre da bollicina italiana è molto alta.
Panorama ha selezionato per i suoi lettori un ricco «carnet paglierino» dove trovano spazio i veri Prosecchi, figli di un’inviolabile tradizione veneta che nessun Prosek (subdola imitazione) potrà mai scalfire e i rinomati Metodi Classici con cui molte cantine italiane hanno scritto la storia della spumantistica nel mondo.
Alla guida Michelin piace la Franciacorta
Il territorio del Consorzio vinicolo è stato scelto come «destination partner» dalla prestigiosa guida agli chef stellati.
L’impegno e la serietà pagano. Sempre. L’ultima soddisfazione in ordine di tempo per il Consorzio di tutela del Franciacorta è la collaborazione con la prestigiosa guida Michelin. L’ultima edizione, 2022, è stata presentata proprio in Franciacorta e così sarà anche per i prossimi due anni. Il Consorzio è diventato a tutti gli effetti «destination partner» del colosso editoriale. «È stato un onore accogliere a nome dei nostri 121 associati l’eccellenza italiana ed è stato molto bello vedere le nuove e le vecchie stelle brindare con le nostre bollicine» ha raccontato a Panorama Silvano Brescianini, presidente del Consorzio. L’ente, nonostante le incertezze dettate dall’emergenza sanitaria, non ha mai fatto un passo indietro: «In questi 30 anni abbiamo ottenuto importanti risultati perché abbiamo compiuto scelte coraggiose, talvolta controcorrente. Non è il momento di invertire questa rotta. Dobbiamo insistere per difendere le posizioni che abbiamo raggiunto, restando uniti e dimostrando la tenacia che ci ha sempre contraddistinto. Dobbiamo investire per continuare a essere leader nel posizionamento. Lavoriamo anche per lanciare un messaggio positivo e di ripresa a tutti i consumatori. Crescita qualitativa, sostenibilità e internazionalizzazione. Sono questi gli obiettivi futuri» ha concluso l’imprenditore.
Spumante e Moscato sposano lo sport
Il consorzio d’Asti è partner ufficiale delle Nitto ATP finals di tennis a Torino.
Il tennis ha un nuovo campione. Insolito e soprattutto imbattibile nel «servizio». Si tratta del Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti Docg che fino al 2023 sarà Offcial Sparkling Wine e Silver Partner delle Nitto ATP Finals. «Siamo davvero orgogliosi di questo risultato. È stato un grande onore vedere l’Asti in un contesto internazionale così prestigioso, legato allo sport. Non vogliamo abbandonare questa strada. I momenti di celebrazione sono da sempre l’“habitat” naturale delle nostre bollicine, che rappresentano in modo profondo le tradizioni e l’identità del territorio e il lavoro dei produttori». Questo il commento di Lorenzo Barbero, presidente del Consorzio di tutela. La collaborazione è senza dubbio un’importante vetrina di respiro internazionale per questo spaccato di Piemonte. E dal quartier generale fanno sapere che non sarà l’unica. La volontà, infatti, è quella di rafforzare sempre di più il legame con il tennis, «sport con cui il Consorzio condivide i principi di correttezza, impegno, genuinità e ricerca di eccellenza» chiosa Barbero.