Starliner: Gli astronauti sulla ISS fino a febbraio 2025
Alla fine la Nasa si è arresa all’evidenza di non riuscire a garantire la sicurezza della sua capsula Boeing Starliner, da mesi attraccata, anzi parcheggiata, alla Stazione Spaziale Internazionale. E così gli astronauti Butch Wilmore e Sunita Williams torneranno a casa su una SpaceX Dragon nel febbraio 2025, mentre nel mese di settembre, in data da definire, la loro capsula tenterà il rientro senza equipaggio. Williams e Wilmore saliranno a bordo della Dragon dedicata alla missione Crew-9 il cui lancio è previsto per settembre, e che sarà modificata per ospitare gli astronauti, ma dovranno attendere la finestra di rientro del prossimo anno. Questa decisione arriva dopo un bel po' di incertezza sull’epilogo della prima missione con equipaggio della Starliner, ma è stata così motivata dall'amministratore della Nasa Bill Nelson: “La decisione di tenere Butch e Suni a bordo della Stazione spaziale internazionale e riportare a casa la Boeing Starliner senza equipaggio è il risultato di un impegno per la sicurezza.” Il problema sono i propulsori. Il lancio della Starliner non fu perfetto, essendo stato ritardato a causa di una perdita di elio, ma poi il suo attracco alla Iss preoccupò di più gli operatori poiché, durante l'attracco, la capsula aveva subito malfunzionamenti a cinque dei suoi 28 propulsori di controllo. “Stiamo affrontando un problema molto complesso con i propulsori”, ha affermato Steve Stich, responsabile del Commercial Crew Program della Nasa, durante la conferenza di sabato 24 agosto, “è difficile prevedere le temperature che raggiungeranno alcuni elementi del veicolo spaziale, vedremo. Se avessimo un modello o un modo per prevedere con precisione cosa accadrebbe usando i propulsori per lo sgancio e per tutto il percorso attraverso la combustione di deorbita e attraverso la sequenza di separazione, penso che avremmo preso una decisione diversa. Ma quando la squadra ha esaminato i dati, comprese le cifre relative al potenziale di guasti dei propulsori con un equipaggio a bordo, ha valutato il rischio come eccessivo”.
Ken Bowersox, amministratore associato per le operazioni spaziali della Nasa, ha dichiarato: “Uno dei fattori davvero importanti è che non sappiamo quanto possiamo usare i propulsori sulla via del ritorno prima che si verifichi un problema, inoltre non sappiamo esattamente quali possono essere stati gli effetti del riscaldamento che si sono verificati durante la salita sulla struttura”. Nel comportamento della Nasa ha certamente pesato l’esperienza dei due gravi incidenti accaduti agli shuttle, il Challenger nel 1986 e il Columbia nel 2003, che causarono la morte di 14 astronauti. In quelle occasioni non vennero portati alla luce errori evidenti e non furono ascoltate le voci degli ingegneri che consigliavano di non lanciare a causa del freddo di quei giorni. Ma quelle informazioni non vennero mai pubblicate e rese note. Da allora, la Nasa ha cercato con tutte le sue forze di creare una filosofia per la quale le persone che lavorano ai programmi sono incoraggiate a farsi avanti e a dire la loro.
La scelta di tenere Wilmore e Williams sulla Iss fino a febbraio 2025 significa che dovranno rimanere sulla stazione orbitante per circa otto mesi, il che solleva dubbi su come il ritardo influisca sulle operazioni della stazione. Tuttavia, la responsabile del programma Iss, Dana Weigel, non ha mostrato particolari preoccupazioni, affermando che l'agenzia ha fatto rimanere gli astronauti sulla stazione anche per circa 12 mesi. Inoltre, in termini di allocazione delle scorte di cibo, vestiario eccetera, non c'è e neppure ci sarà la necessità di razionarli. Il prossimo passo riguarda la pianificazione del rientro sulla Terra della capsula Starliner senza equipaggio, tecnicamente un volo di prova senza equipaggio. “Stiamo modificando la sequenza di separazione che avevamo pianificato e ne esamineremo gli aspetti”, ha affermato Stich, “adotteremo una tecnica di separazione semplificata per allontanarci dalla stazione spaziale un po’ più rapidamente e poi accenderemo i motori per deorbitare”.
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