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March 25 2013
Poteva non emozionarsi dopo un annuncio così; dopo essere stato il protagonista di una storia a lieto fine, ma così crudele, dopo aver abbracciato i propri cari e festeggiato con loro la libertà dopo 23 anni chiuso in una prigione a causa di un errore giudiziario? Il cuore di David Ranta - 58 anni - è andato sulle montagne russe e adesso, qualche ora dopo che la corte di New York aveva deciso di scarcerarlo perché lo aveva ritenuto i nnocente dell'omicidio nel 1990 a Brooklyn del Rabbino Chaskel Werzberger, uno dei sopravvissuti di Auschwitz, l'ex detenuto si trova in un ospedale di Manhattan.
I medici hanno scoperto che una delle sue arterie era completamente ostruita. Il suo avvocato ha dichiarato alla stampa: "''Rientrare nel mondo esterno - ha detto Pierre Sussman - dopo quasi un quarto di secolo in prigione puo' essere un'esperienza estremamente disorientante''. Ranta era stato condannato sulla base di prove inventate da parte dell'investigatore che seguì il suo caso.
Non è l'unica vittima delle errori dei tribunali americani. Forse, tra i più clamorosi - visto la durata del periodo in carcere -, ma non si può certo dire che il suo sia un caso isolato. Basta aprire The National Registry of Exoneration, un sito a cura di alcuni studenti dell'Università del Michigan che, per conto di loro due professori di legge, hanno istituito questo registro degli errori giudiziari. Nato nel 2012, questo elenco "copre" il periodo che parte dal 1989, data considerata spartiacque nella storia della giustizia a stelle e strisce perché è l'anno in cui vengono ammessi i test del Dna.
Secondo Exoneration sono 1.085 i casi di persone riconosciute innocenti. Il report del 2012 è pieno dei numeri che fanno comprendere la gravità del fenomeno. Dieci persone sono state riconosciute innocenti dopo la loro morte in carcere, per esecuzione della pena capitale, o per decesso per cause naturali. Quasi un quarto degli "esonerati" era stato condannato a morte per omicidio, ma la sentenza non è stata eseguita perché sono state trovate prima le prove a discolpa dell'imputato. La metà delle persone dell'elenco era stata condanna all'ergastolo.
La maggior parte di queste condanne - si legge nel report - erano arrivate a causa di false prove (il 51% dei casi) o per identificazioni sbagliate da parte dei testimoni oculari (43%) o per degli errori commessi dagli inquirenti (24%). Nel National Registry of Exoneration ci sono anche casi di abusi sessuali, pedofilia e rapina. Il 93% dei casi, riguarda uomini, mentre tra i gruppi etnici, i più colpiti da errori giudiziari sono stati i neri (50%) seguiti dai bianchi (38%) e dagli ispanici (11%).
Sulla prima pagina del sito si vede la foto dell'ormai canuto David Ranta, seguita da quelle di altri uomini per cui la libertà è arrivata dopo un calvario giudiziario durato anni. Lamonte Amstrong venne condannato nel 1995 per l'omicidio di un docente universitario del North Carolina. La testimonianza chiave era quella di un informatore della polizia, un noto mentitore. Dopo anni di battaglie legali, il gruppo di avvocati che appoggiava Amstrong è riuscito a dimostrare la sua innocenza e l'uomo - dopo 21 anni di carcere - è uscito di prigione nel marzo del 2013.
John Williams, invece, era stato condannato per aver abusato sessualmente di una bambina di nove anni a Oakland in California. Anche in questo caso, grazie alla determinazione del suo avvocato e dei gruppi per i diritti civili, l'uomo ha potuto fare il test del Dna che l'ha scagionato dall'accusa avanzata da testimone oculare, accusa basata su di uno scambio di persone. Dopo 13 anni di carcere, Williams è uscito dalla prigione nel marzo del 2013.
Un testimone oculare che voleva salvare il padre dall'accusa di aver assassinato un uomo, ha messo in trappola Ronald Ross, condannato a 25 anni per concorso in omicidio. E'rimasto in carcere in California "solo" sei anni. Poco o nulla rispetto ai 23 di David Ranta, ai 21 di Lamonte Amstrong, ai 13 di John Williams.
Loro sono usciti. Per quello che potranno, riusciranno a rifarsi una vita. C'è invece, chi si è sempre dichiarato innocente e pur essendolo, è stato ucciso in un carcere federale perché - erroneamente - era stato dichiarato colpevole. Uno dei casi più clamorosi è quello di Carlos De Luna, un messicano, che era stato condannato per omicidio e rapina. per anni e anni ha urlato al sua innocenza. Ma non è mai stato creduto. E' morto sul patibolo nel 1989. E solo anni dopo un team della Columbia University - che aveva deciso di studiare il caso - scoprì che c'era stato uno scambio di persona e che il vero colpevole era un altro messicano, Carlos Hernandez. Il processo era stato fatto in fretta e furia, gli inquirenti avevano fatto un'inchiesta piena di lacune, ma nessuno si era preso la briga di studiare a fondo il caso di De Luna. un uomo dalla fedina penale pinea zeppa di rapine e risse. Era il capro espiatorio perfetto.