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July 14 2024
C'è una vicenda molto più che solo italiana avvenuta oggi ai margini dell'attentato contro Donald Trump. Una storia che di italiano ha la «mente» e la vittima ma che racconta lo stato pessimo del mondo dell'informazione e dei rischi legati ad i social network.
Con ordine...
Marco Violi è un giornalista italiano, si occupa di calcio a Roma, dove, si sa, quando si parla di Roma e Lazio la temperatura sale. A volte oltre i livelli di guardia. Violi infatti ha già dovuto fare ricorso alla magistratura per difendersi da alcuni tifosi che di sportivo hanno proprio poco e passano parte del loro tempo ad offenderlo e minacciarlo in tutti i modi.
Lo scarso livello di intelletto da alcuni di questi «haters» oggi ha partorito l'idea più folle possibile. Appena uscita la notizia dell'attentato contro Donald Trump uno di questi (o forse più di uno) hanno creato una falsa «Breaking News» nella quale si forniva il nome dell'attentatore dell'ex presidente Usa: Mark Violets, con tanto di foto del povero Violi.
Indovinate... La folle corsa ad essere i primi a raccontare le cose, a scapito dei controlli e della serietà delle fonti, ha portato decine, anzi, centinaia di testate online e non solo di tutto il mondo a lanciare la FALSA notizia. Così per più di un'ora buona parte del mondo aveva il suo colpevole, un signore di Roma, vittima di una burla vergognosa. Marco Violi e Mark Violets restano per ore nei trend di X di tutto il mondo, non solo in Italia
Il tempo poi ha fatto il resto, l'Fbi ha fornito la vera identità del cecchino, ma il danno ed il problema restano sul tavolo come non mai.
I social sono la casa di tutto e di tutti, comprese delle Fake News e dei manipolatori dell'informazione professionisti. Ci sono governi che li usano a loro piacimento, che diffondono notizie false di ogni tipo. Manipolazioni studiate a tavolino, programmate, realizzate da esperti che diventa anche piuttosto complicato smascherarle. Ma se basta un burlone di Roma a far fessi centinaia di giornalisti di tutto il mondo, beh, significa che la situazione della serietà e credibilità dell'informazione è ai livelli più bassi di sempre. Quello che conta è essere i PRIMI, mettere magari anche il marchio ESCLUSIVO ed il nostro ego è a livelli mai raggiunti prima d'ora. Con buona pace delle fregature che si prendono.
Vi risparmio la predica sull'etica del lavoro. Oggi credo sia giusto fermarsi e riflettere, noi uomini e donne dell'informazione, in silenzio.
L'ultimo pensiero va a Marco Violi, l'unica vera vittima di questa schifezza globale. Immagino la sua rabbia che però, a pensarci bene, lascia spazio ad un consiglio che forse davvero potrebbe cambiare la sua vita (in meglio). Si cerchi un buon legale, esperto di comunicazione; rintracci uno ad uno chi ha indicato lui, foto compresa e nome storpiato, come l'attentatore della Pennsylvania e chieda il congruo risarcimento ad ognuno di loro. C'è la seria possibilità che possa smettere di lavorare e vivere nel lusso di rendita per il resto dei suoi giorni.