Storie di donne con i numeri

Negli anni Sessanta, per un non meglio specificato motivo di “limitazione dei servizi” le scienziate che studiavano le stelle non potevano utilizzare uno dei telescopi più potenti dell’epoca, quello di Monte Palomar, in California. Vera Rubin, allora giovane astronoma, scoprì che la ragione consisteva nella mancanza di un gabinetto dedicato.

Un giorno del 1965, si decise a risolvere il problema con ironia: ritagliò una silhouette femminile e la attaccò accanto a quella dell’omino sulla porta del bagno. Senza dubbio una “ragazza con i numeri”, come le altre sue “colleghe” di epoca contemporanea o precedente la cui biografia è narrata in modo godibilissimo da Vichi De Marchi e Roberta Fulci nel nuovo volume in uscita per Editoriale Scienza.

Storie di passioni

Da Margaret Mead, l’antropologa che negli anni Venti e Trenta studiava le popolazioni delle isole Samoa, alle nostre Rita Levi Montalcini e Laura Conti, da Jane Goodal a Katherine Johnson, la matematica che, donna e di colore, ha calcolato le traiettorie per spedire nello spazio i primi razzi della Nasa, sono ammirevolmente toste le quindici scienziate protagoniste del volume, che festeggia anche i 15 anni della collana Donne nella scienza, nata per raccontare le protagoniste femminili dell’impresa scientifica, di solito più trascurate o misconosciute dei loro colleghi maschi.

Come tutti i libri della casa editrice, è un libro per ragazzi e ragazze, consigliato a partire dagli 11 anni, ma è un arricchimento davvero godibile anche per chi ragazzo o ragazza non è più, almeno anagraficamente. Prima che di scienza e di ricerca scientifica, quelle delle donne del libro sono storie di perseveranza, di passioni inseguite anche a costo di superare grandi ostacoli, di vite intense su cui riflettere e da cui trarre ispirazione.

Salto a ostacoli femminile

Valentina Tereshkova, la prima donna nello spazio, oggi ottantunenne, aveva dovuto lasciare la scuola per fare l’operaia in una industria tessile, e di nascosto frequentava lezioni di paracadutismo. Jane Goodal si paga i soldi per il suo primo viaggio in Africa facendo la cameriera, e deve farsi accompagnare dalla madre quando va a studiare la vita degli scimpanzé perché le autorità le hanno negato il permesso di stare da sola nella foresta.

Il reparto della Nasa in cui lavorava Katherine Johnson, la cui storia è diventata nota al grande pubblico grazie al film “Il diritto di contare”, era indicato dal cartello “calcolatrici di colore”: le matematiche che vi lavoravano passavano le giornate a controllare calcoli senza neppure sapere a che cosa servivano.

Pregiudizi e successi

Spesso le protagoniste hanno faticato a farsi appena largo in un mondo di maschi. Sophie Germain, ai tempi della Rivoluzione francese, dovette spacciarsi per un uomo perché le sue teorie fossero prese in considerazione dai più grandi matematici dell’epoca. Ma non sono solo storie del passato.

Era il 1994 quando, a Teheran, Maryam Mirzakhani, con l’aiuto della preside della sua scuola, è riuscita a infrangere la regola per cui nel suo paese le ragazze non potevano partecipare alle gare di matematica. Non sempre hanno avuto la soddisfazione che meritavano, o il riconoscimento è arrivato tardi.

Come è noto, Rosalind Franklind i cui contributi alla scoperta della struttura della molecola del Dna sono stati fondamentali, non è stata neppure nominata dal trio di scienziati che hanno ricevuto il premio Nobel per gli stessi studi, Watson, Crick e Wilkins. E Wangari Maathai, keniota premio per la pace nel 2004 per aver fondato un movimento a tutela dell’ambiente, al ritorno a Nairobi fresca di studi negli Stati Uniti si sentì dire che l’incarico accademico ricevuto era stato assegnato a un altro.

Scelte diverse

Le protagoniste di Ragazze con i numeri raccontano di sé in prima persona. Sono storie romanzate, con dialoghi e pensieri immaginati dalle due autrici, che però hanno fatto un gran lavoro per documentarrsi.

Le letture di biografie, autobiografie, documenti, lettere, diari lasciati in molti casi dalle scienziate stesse fanno trasparire qualcosa della complessità della vita delle protagoniste. Apprezzabile anche il fatto che, accanto a scienziate più conosciute, si sia scelto di trattare anche figure molto meno note. E che queste donne siano molto diverse tra loro anche per il tipo di vita e le scelte personali che hanno compiuto.

Alcune sono sposate, hanno famiglia e figli, anche tre o quattro. Per altre la passione scientifica è stata vissuta in coppia, come nel caso della vulcanologa Katia Krafft, che con il marito Maurice ha studiato i vulcani viaggiando in tutto il mondo. Altre ancora non hanno mai voluto costruirsi una famiglia, come Rita Levi Montalcini, che ha sempre detto di avere avuto ben chiaro fin da ragazzina di non volere matrimonio e figli. Oppure Hedy Lamarr, che è stata un'inventrice, ma anche una star di Hollywood: è sua la prima scena di nudo nella storia del cinema.

Non c’è una strada unica o obbligata, né come scienziate, né come donne. È bello che a ricordarlo sia un libro per ragazzi. Buon 8 marzo.

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Ragazze con i numeri, di Vichi De Marchi e Roberta Fulci, con illustrazioni di Giulia Sagramola (Editoriale Scienza) sarà in libreria dal 21 marzo. Viene presentato in anteprima l’8 marzo alla fiera dell’editoria Tempo di Libri, a Milano.

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