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December 20 2017
La strage di Ustica, uno dei misteri più fitti dell'Italia repubblicana, si arricchisce di un nuovo tassello. Spunta una testimonianza inedita e significativa, quella di Brian Sandlin, ex militare della US Navy, che la sera dell'esplosione del volo DC-9 diretto a Palermo, il 27 giugno 1980, si trovava nella plancia di comando della portaerei Saratoga destinata dagli Stati Uniti a pattugliare il Mediterraneo.
Si tratta di una testimonianza che rovescia la versione ufficiale del Governo Usa sulla strage di Ustica e torna a sostenere l'ipotesi del volo colpito per errore. A raccoglierla è stato il giornalista Andrea Purgatori, che ha intervistato Sandlin all'interno del suo programma Atantide - Storie di uomini e di Mondi, in onda mercoledì 20 dicembre alle 21.15 su La7.
Ecco cosa ha detto l'ex marinaio americano e cosa si sa finora sulla Strage di Ustica.
Sandlin, che oggi ha 57 anni, racconta che la sera del 27 giugno 1980, nella nave Saratoga ferma a poche miglia dal golfo di Napoli, ha assistito al rientro di due Phantom scarichi dopo una missione speciale. I due aerei avrebbero abbattuto due Mig libici, in volo proprio sulla traiettoria dell'aereo di linea DC-9 Itavia, che stava viaggiando da Bologna a Palermo, caduto e disperso in mare presso Ustica causando la morte di 81 persone.
Sandlin descrive uno scenario di guerra nei cieli italiani, negli ultimi anni di Guerra fredda, con gli Stati Uniti decisi a combattere il regime di Gheddafi. Si delineerebbe la pista - finora spesso negata - secondo cui il volo italiano sarebbe rimasto vittima di un'iniziativa militare alleata contro la Libia. Sandlin sostiene che a bordo della Saratoga, quella sera, si respirava un'aria silenziosa e tesa, aleggiava la sensazione di aver commesso un grave errore: che invece dei due Mig fosse stato abbattuto il DC-9?
Sandlin è stato in silenzio per decenni perché terrorizzato. Aveva paura di venire ucciso in circostanze strane. Ma ora che lo strapotere della Cia gli sembra ridimensionato, avrebbe trovato il coraggio di spolverare i ricordi. Sandlin, inoltre, esclude la presenza di una bomba a bordo dell'aereo Itavia.
37 anni dopo la strage di Ustica, la verità fatica ancora a venire a galla.
Dopo l'incidente, inizialmente si pensò a un cedimento strutturale del vecchio DC-9, attribuendo la responsabilità all'Itavia, compagnia aerea dalla gestione discussa con alle spalle una lista di incidenti importanti. Poco dopo circolarono diverse ipotesi (e altrettante smentite o depistaggi): un missile, una bomba a bordo o una collisione con un jet militare.
Il primo processo in merito ha definto "ignoti gli autori della strage". Il processo per reati di depistaggio, a carico di alti ufficiali dell'Aeronautica militare italiana, si è concluso in Cassazione nel gennaio del 2007 con una sentenza assolutoria.
Il 28 gennaio 2013 la Corte di Cassazione ha deliberato che il DC-9 Itavia fosse caduto non per un'esplosione interna, ma a causa di un missile o di una collisione con un aereo militare, essendosi trovato dentro una vera e propria azione di guerra. Lo Stato è stato condannato a risarcire i famigliari della vittima.