Televisione
August 08 2022
Vecna, Undici, gradi prossimi di parentela, le profezie in un dipinto. Stranger Things, di cui Netflix ha rilasciato ad inizio luglio la seconda parte della quarta stagione, ha portato con sé la produzione di teorie elaborate. Segni, indizi, apparenti quisquilie sarebbero state disseminate qua e là, fra gli episodi dei capitoli passati, perché i più attenti tra i fan potessero avere di che occupare il tempo, qualcosa su cui costruire i propri castelli d’attesa. Si tratterebbe di dettagli minuscoli, che da soli sarebbero, però, sufficiente a spiegare cosa la serie abbia in serbo per il suo gran finale. Stranger Things, il più visto fra gli show di Netflix, un fenomeno intragenerazionale capace di mitizzare gli anni Ottanta perché possano far gola anche (e, forse, soprattutto) a chi ne sia estraneo, si concluderà nel 2024, con una quinta e ultima stagione. La data è stata annunciata con un tweet, sotto un manifesto e una scritta sibillina: «Hawkins cadrà», si è letto online, dove gli scenari funesti intrinsechi al post hanno finito per mescolarsi alle ipotesi narrative avanzate dagli spettatori.
Sarebbe Will, il ragazzino con i capelli tagliati a scodella, com’è stato un tempo per il lacrimevole Dawson, il protagonista designato della stagione finale. Sarebbe lui, ormai adolescente, a dover fungere da trait d’union tra quel che è stato e quel che sarà, lui che nel primo capitolo dello show è finito nel Sottosopra, stringendo con il mondo alternativo di Stranger Things un legame indissolubile. Will dovrebbe essere l’eroe, Borys, il re stregone di Ur Daxa, – figlio, ancora una volta, della mitologia di Dungeon & Dragons – l’ultimo mostro da affrontare. A comprovare la sinossi che i fan hanno costruito, incapaci di aspettare il debutto ufficiale della quinta stagione, sarebbe il poster che gli account della serie hanno rilasciato e, insieme, piccole frasi, indizi ritrovati nel quarto capitolo. «Un mostro gigante con le fauci spalancate», ha bofonchiato Nancy dopo essere stata prigioniera di Vecna e, nella prigionia, aver visto il futuro di Hawkins. Un drago ha disegnato Will, nell’ultimo di tanti bozzetti, e un drago i fan hanno deciso attendere Hawkins, la piccola cittadina che ancora dovrebbe essere fulcro della narrazione.
Benché la quinta stagione di Stranger Things paia destinata a fare un salto in avanti, cambiando almeno in parte la propria dimensione temporale, l’ambientazione non dovrebbe subire lo stesso destino, anzi. I luoghi della serie, che nel suo quarto capitolo si sono moltiplicati per abbracciare la California e la Russia, dovrebbero tornare a ridursi, non più tre ma uno soltanto. «Will rappresenterà una grande parte del finale e questo è tutto quello che possiamo dire», hanno dichiarato i fratelli Duffer, showrunner e registi dello show, parlando della quinta e ultima stagione. Di una serie di episodi che, più corti, non porteranno, però, ad un distacco definitivo. Stranger Things, così come la si è conosciuta, finirà, ma altro attenderà il pubblico. I fratelli, travolti dal successo internazionale della serie tv, hanno deciso di produrne uno spin-off.
La serie, che i due non dirigeranno in prima persona, non ha nulla di noto. Non ancora. Sono solo piccole anticipazioni ad essere state rilasciate. I Duffer hanno spiegato, cioè, di non avere alcuna intenzione di approfondire la storia dei propri eroi. Non ci sarà Undici, nello spin-off di Stranger Things. Non ci sarà Will o Nancy o Mike o Dustin. Ci sarà altro, qualcosa di differente. «Abbiamo passato non so quante ore ad esplorare tutto questo, quindi sarà molto diverso», si sono giustificati, spiegando, però, che lo spin-off manterrò la stessa «sensibilità narrativa» della serie madre. «Sarà una storia che si collegherà al mondo di Stranger Things», la promessa dei Duffer.