Televisione
November 08 2024
«Buon compleanno, Striscia la notizia! Tutta Canale 5 festeggia il 36esimo anniversario del tg-show, ideato dal suo geniale demiurgo Antonio Ricci», dichiara Giancarlo Scheri, direttore di Canale 5. E aggiunge: «L’edizione della “complottenza” rinnova l’impegno dello storico programma dell’access prime-time dell’ammiraglia Mediaset, di leggere il quotidiano attraverso gli occhi della satira. 36 candeline, ma l’impegno di Striscia non cambia: leggerezza e ironia, mantenendo sempre alta la guardia su diritti civili e sociali».
Il 7 novembre 1988, quando ancora i telegiornali non venivano trasmessi sulle reti Fininvest, nacque "Striscia la notizia", il celebre tg satirico ideato da Antonio Ricci. Questo programma, definito dal Guinness World Records nel 2011 come “il programma televisivo satirico di informazione più longevo al mondo per numero di puntate”, festeggia oggi il suo 36° anniversario.
In questi 36 anni, il tg satirico ha prodotto innumerevoli inchieste, smascherato ingiustizie, e svelato verità scomode. Memorabili i fuorionda e i casi che hanno fatto storia, come quello che portò alla caduta del primo governo Berlusconi nel 1994, o le anticipazioni su Tangentopoli, quando Striscia rivelò i nomi di due politici, Maurizio Prada e Antonio Del Pennino, poco prima che venissero arrestati. Esemplari, inoltre, le incursioni nel mondo finanziario, con la famosa intervista a Enrico Cuccia di Mediobanca, la consegna del Tapiro al governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio e lo scandalo della Banca Popolare di Lodi.
Nel mirino delle inchieste di Striscia sono finite anche grandi aziende, dalla Fiat alla Telecom, accusate di pubblicità occulta. Un caso recente riguarda invece l’apparizione di John Travolta al Festival di Sanremo, che è costata una sanzione alla Rai.
Il programma ha combattuto numerose battaglie sociali e ambientali, dalla denuncia degli effetti dell’uranio impoverito, alle campagne contro l’infibulazione e l’elettrosmog delle antenne di Radio Vaticana, fino alla lotta contro i maltrattamenti di animali, culminata con la chiusura del canile lager Green Hill e la liberazione di oltre 2.600 beagle. Tra le denunce più celebri, anche la truffa del “Tubo Tucker”, che prometteva miracoli energetici per le caldaie, e lo smascheramento di false associazioni benefiche.
Inoltre, Striscia è diventata nel tempo un punto di riferimento per i cittadini, che vi si rivolgono per denunciare truffe e sprechi pubblici. Tra il 1992 e il 2010, il programma ha permesso allo Stato di recuperare 7,8 miliardi di euro, come evidenziato in uno studio dell’Università Bocconi.
Striscia la notizia ha anche smascherato la finzione all’interno della televisione stessa. Come osserva Antonio Ricci nel suo libro Striscia la tivù, «è un lavoro di smontaggio, che rivela la natura di finzione della tv».
Ecco quindi alcuni numeri sui casi più eclatanti svelati dal tg satirico di Antonio Ricci. Casi perpetrati in tv e propinati ai telespettatori, vittime inconsapevoli di bufale, fake news, finti scoop e “bizzarre casualità”.
Nei primi due mesi di messa in onda di Affari Tuoi, ben 41 puntate su 53 mostrarono pacchi dal valore pari o superiore a 50.000 euro che rimasero fino agli ultimi minuti del programma. Questa "fortunata" sequenza, unita alle recenti vincite da record, suscitò numerose segnalazioni da parte dei telespettatori, che scrissero a Striscia la Notizia per sottolineare alcuni "incredibili accadimenti" nel programma dei pacchi. Per rispondere a queste segnalazioni, il tg satirico di Antonio Ricci ripropose recentemente un servizio del 2013 che riassumeva le tante "stranezze" di Affari Tuoi.
Nel corso degli anni, Striscia e Affari Tuoi si sono affrontati in due azioni legali, entrambe avviate dalla Rai. La prima causa si concluse con la sentenza del gup del tribunale di Roma, Tiziana Coccoluto, il 14 ottobre 2013, la quale rilevò che: «L’intero format di Affari Tuoi aveva scelto tecniche procedurali e tecniche di controllo che non garantivano la dovuta trasparenza». La seconda azione legale, avviata dalla Rai per diffamazione, si concluse invece con la sentenza della Corte d’Appello di Roma del 6 febbraio 2015, che esclusò la natura diffamatoria delle trasmissioni di Striscia e rigettò la domanda risarcitoria, condannando la Rai al pagamento delle spese processuali.
Striscia la notizia ha più volte suscitato scalpore svelando con precisione i vincitori del Festival di Sanremo, prima della finale. In almeno cinque occasioni, Striscia ha annunciato i risultati del podio, utilizzando metodi fantasiosi e a volte enigmi per comunicare in anticipo i nomi dei futuri vincitori.
Questi episodi hanno contribuito ad alimentare il mito di Striscia come "indovino" di Sanremo, suscitando curiosità e perplessità tra i telespettatori e gettando un'ombra di mistero sul festival.
Nel 2003, durante l'assemblea generale dell'Onu, l'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intervenne di fronte alla comunità internazionale. Mentre il Tg1 mostrava immagini che suggerivano una sala gremita di delegati provenienti da tutto il mondo, un servizio del Tg4 rivelò un altro scenario: l'aula appariva infatti semi vuota. Striscia la Notizia smascherò l’inganno, facendo notare che le immagini trasmesse dal Tg1 erano state probabilmente manipolate per far sembrare la sala più affollata di quanto non fosse in realtà, sollevando dubbi sulla veridicità del reportage.
Sono state ben 68 le puntate in cui Striscia la Notizia ha smascherato i presunti scoop di Alda D’Eusanio, soprattutto legati al suo talk show su Rai 2, Al Posto Tuo. "Un giorno vidi per caso le mie figlie piccole che, facendo zapping, si erano imbattute nella trasmissione pomeridiana della D’Eusanio su Rai 2. Spacciava per vere storie improbabili, in cui ragionieri travestiti tradivano le mogli transessuali con postini drogati e sadomaso. Io e mia moglie ci preoccupammo: ‘Io non mi travesto, tu non ti droghi... cosa penseranno le bambine? Almeno crederanno che i perversi siamo noi!’”. Così racconta Antonio Ricci nel suo libro Me Tapiro, ricordando la sua "guerra santa" contro la "regina dei tarocchi", come soprannominò la conduttrice, per rivelare che le storie erano inventate. Alda D’Eusanio si difese con fermezza, ammettendo solo di recente la messa in scena e attribuendo la responsabilità alla casa di produzione Endemol. Ai tempi, si parlava di una "tv pettinata".
Diverse testate giornalistiche e programmi televisivi su Rai e Mediaset sono caduti vittime delle bufale create dal fantasioso avvocato Giacinto Canzona. Tra le più chiacchierate, c’è quella della "sposina" a bordo della Costa Concordia, che avrebbe subito un aborto a causa del naufragio della nave: una storia completamente inventata, come rivelato da Striscia la Notizia. Altre notizie fasulle ideate da Canzona hanno incluso il famoso "gatto Tommasino", presunto erede di una fortuna lasciata dalla ricca padrona, e l’assurda storia delle suore fermate mentre sfrecciavano a 180 km/h per incontrare il Papa. Queste sono solo alcune delle molte fake news che l’avvocato ha diffuso nelle sue varie apparizioni televisive.
L’intervistato, che si era presentato come due persone differenti, aveva interpretato il ruolo di un truffatore rom e di un estremista musulmano in diverse trasmissioni, tra cui Quinta Colonna e Dalla Vostra Parte su Retequattro, sotto l'intervista del giornalista Fulvio Benelli. In realtà, non era né l’uno né l’altro. Nel 2015, Striscia la Notizia rivelò che esisteva un accordo tra il giornalista e l'intervistato, soprannominato “il rom polivalente” per la sua abilità nel fingere identità diverse. A seguito dello scandalo, Claudio Brachino e Mario Giordano, direttori rispettivamente di Videonews e Tg4, decisero di interrompere immediatamente la collaborazione con il giornalista coinvolto, dichiarando in una nota ufficiale: «Per fortuna esistono gli anticorpi per individuare ed espellere chiunque attenti in qualsiasi modo alla credibilità di questa professione».
Nel 2000, durante la registrazione di un servizio su un incendio nel levante ligure, il giornalista Mario Marchi del Tg4 utilizzò un motore 1.9 TDI acceso per simulare il rumore delle pale di un elicottero in volo. L’astuto espediente, svelato poi da Striscia la Notizia, faceva credere agli spettatori che Marchi fosse effettivamente a bordo del velivolo, mentre in realtà si trovava a terra. Il trucco venne scoperto, facendo luce su questa falsa ricostruzione del servizio.
Nel 1991, durante la prima guerra del Golfo, Striscia la Notizia smascherò un clamoroso "tarocco" a distanza di 7.669 km, la distanza tra la sede della CNN e quella del tg satirico di Antonio Ricci. In un servizio, un corrispondente della prestigiosa emittente statunitense si presentava in redazione indossando una maschera antigas, mentre i suoi colleghi, tranquillamente al lavoro senza maschera, non sembravano affatto preoccupati. La mossa, smascherata da Striscia, aveva come unico scopo quello di aumentare il pathos e dare un'impressione di pericolo maggiore di quanto in realtà ci fosse.
Nel 2022, Mattino 5 trasmise un filmato presentato come un resoconto dei bombardamenti russi in Ucraina. Peccato che, come rivelato da Striscia la Notizia, le immagini non avevano nulla a che vedere con il conflitto ucraino. In realtà, si trattava di un video che circolava online dal 2015 e che era stato girato in Cina, molto prima dell'invasione russa. La trasmissione del filmato falso suscitò polemiche, evidenziando un grave errore nella gestione delle informazioni.
Nel 2001, Striscia la Notizia smascherò la celebre teleimbonitrice Vanna Marchi, sua figlia Stefania e il "mago" Do Nascimento, grazie alla testimonianza di Fosca Marcon, una telespettatrice vittima del cosiddetto “trio del sale”. La donna raccontò di aver ricevuto una telefonata da Do Nascimento, che le affermò di averla sognata e le offrì, dietro il pagamento di 300 mila lire, una quaterna vincente da giocare al Lotto. La promessa di vincita non si verificò, e la colpa fu attribuita al sale che Marcon aveva ricevuto insieme ai numeri, che, secondo i truffatori, non si era sciolto a causa di un malocchio. Per "annullare" il malocchio, il mago chiese un ulteriore pagamento di quattro milioni di lire.
Striscia raccolse anche altre testimonianze di vittime, tra cui una coppia alla quale erano stati chiesti 35 milioni di lire, e di un ex collaboratore di Marchi e Nobile che rivelò una frase che Vanna Marchi ripeteva spesso: «Ogni giorno per una Vanna Marchi si devono svegliare trenta co....ni da truffare». La vicenda portò all'apertura di un'inchiesta da parte della Procura di Milano, per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e all’estorsione. La storia culminò con una condanna a 9 anni e 6 mesi di reclusione per Vanna Marchi.