Lo «stylist» delle star

Non ci sono dubbi, tutti dovremmo avere uno stylist come le star. Se hai lo stylist non puoi far altro che migliorare e così, democraticamente, tutti dovremmo averne uno. Ma chi è lo “stylist delle star”? È quella figura alla quale si deve fare riferimento se si vuole diventare una star. Non c’è più bisogno di studiare, di investire sulla propria crescita professionale, sul talento. No no, se si vuole diventare famosi, non serve altro che affidarsi a lui.

Questo ruolo è così importante, nel nostro frangente di secolo, che già prima di partire con una gavetta è necessario averlo tutto per sé. Lo stylist è senza dubbio la Cepu degli aspiranti artisti. Lui ti segue, ti indirizza, e grazie a lui si superano tutti gli esami per ottenere il successo. Si occupa del tuo stile per creare un look giusto, personalizzato su attori, cantanti, gente del mondo della tv e dello spettacolo. La sua piccola ambizione è cercare di rendere queste persone "indimenticabili”. O almeno è quello che dice lui nelle interviste riportate sulle più prestigiose riviste di moda.

Da professionista quale è, elabora il look giusto nei minimi dettagli, partendo dalla scelta del colore dei capelli fino a individuare gli orecchini giusti e tutto il resto. Nel fare ciò cerca di mantenere o modificare (poco importa) le caratteristiche delle persone che segue. Opera con lucida determinazione, perché ci crede ed è disposto a tutto per raggiungere il suo obiettivo: esercizi mirati per far diventare più alto un cliente, oppure più basso, più pelato o più capellone, più abbronzato o più pallido, insomma quello che, secondo lui, è più cool. Lo stylist delle star non fa mistero delle maison di moda alle quali si appoggia, e non fa nemmeno mistero di quanto il suo lavoro sia impegnativo. Forse è per questo che lo stylist tipico non si veste in modo accurato. Capita di vederlo alle sfilate o ai vernissage trasandato e anche un po' sudaticcio. Dietro le quinte delle trasmissioni vuole essere anonimo e così lo si vede indossare pantaloni larghi, una t-shirt piuttosto sdrucita, i capelli spettinati e l’aria di chi non ha bisogno di ricercare una propria identità visiva, perché una cosa è certa, a differenza di tutti gli altri comuni mortali, lui non ne ha bisogno. Proprio così, lui non fa semplicemente lo stylist, lui è stylist delle star nell’animo e non gli serve altro. Nemmeno un orpello. Quando racconta le sue creazioni lo fa con un tale entusiasmo che quasi verrebbe da pensare “Oh che meraviglia!”, se non fosse che poi, pensandoci un attimo, ci si accorge che si sta parlando del nulla o di cose già viste.

Non perde occasione per raccontare con estremo orgoglio il caso di quel rapper, che faceva il rapper da meno di un mese e, grazie al lampo di genio dello stylist, si è esibito con la borsetta a tracolla griffata, con due brillantini come orecchini, e con l’aria truce di chi (non si sa perché) è incazzato col mondo. Con lo stesso orgoglio non perde occasione per citare quella cantante, sì, proprio quella, che grazie a lui si è esibita con le ascelle colorate di rosa fluo, in tinta con il vestito. E non ha dubbi che tutti quelli che lo sentono parlare possano pensare: “Cavoli ma è bellissimo, lo voglio anche io lo stylist delle star!”. Per questo, democraticamente, tutti dovremmo averne uno per avere il giusto stile da indossare in ogni occasione. Oltre al potere di creare ascelle colorate, lo stylist ha il potere di far dimenticare gente come Lady Gaga che le ascelle le aveva dipinte di blu nel 2011. Persino George Michael potrebbe sembrare un dilettante quando indossa gli orecchini nel video di Faith.

Lo stylist delle star, con i suoi pantaloni larghi e la sua aria stanca, va dritto per la sua strada, dipinge ascelle e distribuisce borsette come se piovesse. Il talento, ci spiega, è secondario: "Per prima cosa serve il rosa fluo, punto”. Così ci si abitua a non vedere più esibizioni come quelle di Freddy Mercury, dove sono presenti immagine, talento, e quella cosa strana detta “carisma”. Oppure, si perde l’abitudine di scoprire talenti come quello di Annie Lennox che canta con i capelli e gli occhi colorati di arancione e incanta con la sua voce. Invece ora sembriamo tutti incollati a guardare ornamenti fluorescenti di una nuova cantante, la parure di gioielli di un nuovo rapper, i capelli crespi della modella di grido. E ci si dimentica della ballerina Martha Graham che per le sue coreografie si affidava a Donna Karan, o allo stilista Halston. Ci si dimentica della collaborazione tra Maria Callas e Franco Zeffirelli. E in mezzo a tutte queste dimenticanze, zitto zitto, David Bowie o Ziggy Stardust, da qualche parte se la ridono.

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