Televisione
October 29 2018
Anche i ricchi piangono. Anzi, no contrordine: piangono e ridono a dar retta a Succession, l’ultima serie tv in tema “billionaire”, che vedremo su Sky dal 30 ottobre. Prodotta dal Premio Oscar Adam McKay e dall’attore Will Farrell è infatti un dramedy che mette in scena la sete di potere, la politica e le macchinazioni che si celano dietro a un impero finanziario.
Cosa vedremo in Succession
Logan Roy (Brian Cox) - è alla guida della Waystar Royco, azienda che punta a conquistare il mondo dei media. Logan è il classico patriarca, potente e duro, arrivato al terzo matrimonio, con l’amorevole Marcia (Hiam Abbass). Quando, nel corso della festa per i suoi ottant’anni, Roy viene colto da un malore improvviso, tra i suoi quattro figli si scatena una lotta feroce per la successione. Il più attivo nella scalata al potere è Kendall (Jeremy Strong), l’ambizioso figlio di secondo letto del patriarca, una vita spesa a lavorare per il padre e presidente di divisione all’interno dell’azienda.
È anzitutto con il fratello più giovane, Roman (Kieran Culkin) – schietto e amante del divertimento, che Kendall si scontrerà per il controllo della compagnia. Shiv (Sarah Snook) – è l’unica donna fra i 4 figli di Logan ed è anche la più giovane della famiglia, non ha un ruolo di rilevanza nella società del padre ma sta perseguendo una carriera politica dietro le quinte. Connor (Alan Ruck) - è invece il figlio più grande di Logan, l’unico avuto con la prima moglie. Vive una vita indipendente in New Mexico, poco interessato a contendere ai fratelli il vertice del gruppo del padre.
Il trailer
Gli autori
Succession è stata creata da Jesse Armstrong per la HBO e prodotta dal premio Oscar Adam McKay (La grande scommessa), che figura anche come regista del pilot, e dall’attore Will Ferrell (Anchorman, Zoolander, Elf - Un elfo di nome Buddy).
Che cosa hanno scritto
“La profonda tenacia di Logan dimostra di essere la sua unica qualità. Le dinamiche della lotta intestina - i battibecchi, i tradimenti e le alleanze - sono primitive come potrebbe avvenire in qualsiasi clan antico o impresa provinciale. Ma la trama persuasiva di questo esempio di estrema ricchezza è chiaramente contemporanea” (Troy Patterson, The New Yorker).
“Personaggi machiavellici e dialoghi taglienti” (Tim Dowling, The Guardian).
“Crea dipendenza, è una serie maledettamente divertente che migliora di episodio in episodio” (Ben Travers, IndieWire).