Sono ore concitate in casa Inter con la società al bivio tra la vecchia proprietà (Suning) e forse quella nuova (Il fondo americano Oaktree). In attesa di capire come finirà si può cominciare a tracciare un bilancio dell'era della famiglia Zhang alla guida dei nerazzurri. Sette anni, 10 mesi e 23 giorni iniziati il 28 giugno 2016 quando la famiglia Zhang ha rilevato il club dal magnate indonesiano Erik Thohir, a sua volta succeduto a Massimo Moratti. Steven Zhang è diventato presidente – il più giovane della storia interista – nell’ottobre del 2018 e da lì in poi è stato il centro operativo della strategia che ha consentito al club nerazzurro di vivere un ciclo (ancora aperto) di successi spesso raccolti nonostante le difficoltà finanziarie.
Qual è stato il bilancio del settennato cinese alla guida dell’Inter? Ecco una breve carrellata di cose da ricordare e altre meno in chiusura dell’esperienza cinese.
TROFEI VINTI – Con lo scudetto della seconda stella, Steven Zhang è diventato il secondo presidente più vincente della storia dell’Inter: 7 trofei. E’ mancato il successo internazionale, ma ci sono due finali (Champions ed Europa League), però è indubbio che sul campo l’Inter stia vivendo uno dei momenti felici della sua storia. Nel palmarés di Zhang ci sono 2 scudetti, 2 Coppe Italia e 3 Supercoppe Italiane.
▲ LA SCELTA DI MAROTTA – Quando Beppe Marotta è stato messo alla porta da Andrea Agnelli, chiudendo la sua collaborazione con la Juventus, la prima telefonata ricevuta è stata quella di Steven Zhang. E’ il regalo più grande che Suning ha fatto all’Inter: dotarla del miglior dirigente italiano in attività.
▲ ANTONIO CONTE – Accettando la sfida lanciata da Marotta di ingaggiare il miglior allenatore disponibile su piazza, nell’estate 2018 Zhang ha messo sotto contratto Antonio Conte. E’ stato un acceleratore nel processo di crescita del progetto sportivo. Sicuramente ha stressato i conti, e il Covid poi ha fatto il resto, ma l’eredità lasciata dal biennio contiano va presa come simbolo del percorso in campo fatto da una squadra che per quasi un decennio aveva faticato a qualificarsi per la Champions League dopo la sbornia del Triplete del 2010.
▲ L’AUTONOMIA LASCIATA AL MANAGEMENT – Giovane e inesperto, Steven Zhang è stato capace di delegare al management scelto la conduzione della società. Marotta (e Ausilio) per la parte sportiva, Antonello per quella commerciale: più volte gli attuali vertici dirigenziali hanno spiegato che, pur nelle difficoltà, il supporto della famiglia Zhang a chi operava a Milano è stato totale, consentendo una linea decisionale rapida e funzionale.
▲ RANKING UEFA – La famiglia Zhang ha ereditato l’Inter al 41° posto nel ranking Uefa e la lascia al 7° e con in mano il biglietto d’invito alla prima, prestigiosa e ricca, edizione del nuovo Mondiale per Club. Se serve un conforto nei numeri, non c’è fotografia migliore del progresso sportivo dell’Inter nei sette anni di proprietà cinese.
▲ INSTABILITA’ FINANZIARIA – La crisi mondiale del Covid, le strategie del governo cinese e i problemi della casa madre Suning hanno fatto sì che per quattro anni (dal 2020 al 2024) l’Inter abbia dovuto vivere una situazione di perenne tensione economica e finanziaria. Il prestito di Oaktree del 2021 è stato fondamentale per garantire la continuità aziendale nel momento peggiore e anche successivamente la società ha dovuto percorrere la strada dell’austerity proprio perché la proprietà non era in grado di garantire apporti significativi in un momento di down mondiale. Che lo abbia fatto vincendo è merito del grande lavoro dei dirigenti, ma di sicuro non è stata la condizione migliore per operare.
▲ UN CLUB PIU’ MODERNO – L’Inter ‘cinese’ è diventata una società più moderna. Ha una Media House che ne ha ridisegnato l’immagine a livello comunicativo con un lavoro senza pari in Italia, San Siro è diventato un “must be” per centinaia di migliaia di tifosi (1.728.562 quelli presenti nel 2023/2024, anno record) e a livello di struttura organizzativa il club regge il confronto con il top d’Europa.
▲ MASSA DEBITORIA SULLE SPALLE DEL CLUB – L’Inter del 2024 è una società che ha imboccato la via del risanamento e si avvicina all’equilibrio gestionale. Però non si può dimenticare che la presenza di una proprietà con problemi economici ha scaricato sul club una massa debitoria che pesa per decine di milioni di euro di interessi ogni anno. Il bond in scadenza 2027 da 415 milioni di euro è una zavorra che prima o poi andrà affrontata, rimossa e ridotta per evitare di continuare a bruciare denaro.
▲ LONTANANZA FISICA – Zhang non si vede in Italia dall’estate 2023, inseguito dai problemi con i creditori. Una lontananza fisica alla lunga difficile da sostenere e che già era accaduta nel periodo del Covid. Per quanto presente, secondo il racconto del management italiano, Steven Zhang dal punto di vista della condivisione fisica della vita del club non è stato il prototipo di presidente perfetto. E il padre Zhang Jindong a Milano non si è praticamente mai visto…
▲ JOAO MARIO E GABIGOL – Non tutte le scelte di mercato dell’Inter ‘cinese’ sono state azzeccate. Non è una colpa, ci mancherebbe, ma soprattutto all’inizio alcune decisioni hanno creato danni. E’ il caso dell’accoppiata Joao Mario-Gabigol con investimento da oltre 70 milioni di euro nell’estate del 2016. I dirigenti di mercato erano contrari, l’allenatore anche, e il doppio colpo si è rivelato poi una zavorra che a lungo ha inciso sui conti rallentando all’inizio il progetto sportivo.
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