Il Super Green Pass, all'italiana. Pochi risultati e molti danni
Ora che il Super Green Pass è ormai in vigore da due giorni e spente le telecamere che (appositamente organizzate ed inviate) ci hanno mostrato i controlli sui mezzi pubblici possiamo dire che, come per altre cose, anche questa grande novità ha spostato poco o nulla.
Fondamentalmente per due motivi, uno di pensiero ed uno oggettivo.
Il Super Green Pass non è uno strumento per fermare il contagio, da quel punto di vista, rispetto al suo predecessore (Il GP normale) cambia poco o nulla. È da una parte un premio per chi si è vaccinato, da un’altra un «deterrente» per convincere i non vaccinati ad avvicinarsi alla prima dose. E da questo punto di vista i risultati sono soddisfacenti.
Dal punto di vista oggettivo invece cominciano i problemi. Se l’autorevolezza di questa misura è lasciata in mano a «controlli a campione» allora stiamo freschi. La percentuale di italiani che abitualmente se ne frega delle leggi di certo davanti a tanta autorevolezza si fa una grassa risata. Ma, soprattutto, sono passati 21 mesi dallo scoppio della pandemia e malgrado tutto questo tempo, decine di riunione ed un mare di soldi, il problema dei trasporti pubblici è ancora tutto da risolvere; fermo al punto zero.
Con i nostri occhi abbiamo visto i pullman che la mattina portano gli studenti nei vari licei pieni come delle uova e senza il benché minimo controllo del green pass. E non è che nei bar, cinema, ristoranti, palestre, attività sportive, le cose siano cambiate: Chi controllava prima continua a farlo, chi non lo faceva prima continua a fregarsene.
Ci sono poi alcuni effetti collaterali indesiderati che vanno considerati, soprattutto in campo turistico, e quindi economico.
La situazione è complessa; gli operatori non nascondono che dopo un’ottima estate ed un inizio autunno dove le prenotazioni facevano addirittura sognare un Natale da record la variante Omicron ma non solo lei hanno bloccato tutto facendo scattare la corsa alla cancellazione. Soprattutto in montagna, in quelle regioni e province che già oggi, a tre settimane dal Natale, sono in Zona Gialla.
Confcommercio e Federalberghi stimano in 2,5 mln le rinunce già arrivate ad albergatori e agenzie di viaggio. Ed anche il Super Green Pass di certo non agevola questo compito, anzi.
Una cosa abbiamo imparato in 21 mesi: la chiarezza paga, il caos danneggia. Inutile dire da che parte sta il Super Green Pass fatto all’italiana.
OUR NEWSLETTER