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November 29 2024
Il suo nome è “Superconnection” e si trova allo Spazio Milesi di Milano (via Felice Casati, 29) dal 28 novembre al 14 dicembre, sotto la direzione artistica di Marcello Arosio, fondatore di Onda Studio - realtà italiana specializzata nella progettazione e nella creazione di installazioni audiovisive immersive e interattive.
L’arte interattiva rappresenta ormai una tendenza consolidata a livello internazionale, trasformando il modo di concepire e vivere l’arte e l’intrattenimento. Da spazi come Area15 a Las Vegas fino all’Atelier des Lumières a Parigi, queste esperienze immersive fondono luci, suoni, nuove tecnologie e realtà aumentata. Ora, anche l’Italia si inserisce in questo panorama, con un progetto che invita il pubblico a riflettere sulla relazione sempre più complessa tra l’essere umano e i dispositivi digitali.
D’altronde i dati parlano chiaro: secondo un’analisi di Visual Capitalist, alla fine del 2024 l’umanità avrà trascorso complessivamente 500 milioni di anni sui social network. Un dato che testimonia quanto la connessione digitale e il nostro rapporto esclusivo con i dispositivi siano ormai parte integrante – e talvolta predominante – delle nostre vite. E l’Italia, in questo contesto, si posiziona ai primi posti a livello globale. Senza il telefono non riusciamo più a vivere, ma questa “superconnessione” spesso ci allontanano dal presente, facendoci perdere il contatto con la realtà fisica. "Quante volte - ricorda Arosio - ci capita di incrociare, all'interno di un museo, di fronte a qualche spettacolo naturale o a una performance, uomini e donne che non osservano quanto sta davanti ai loro occhi ma, piuttosto, intente a riprenderlo con una fotocamera digitale? La verità è che oggi pensiamo di vedere moltissime cose, ma in realtà non le stiamo realmente osservando. Siamo continuamente distratti". "Forse la nuova frontiera dell'espressione artistica sarà quella che 'obbliga' il visitatore a far parte di ciò che osserva".
A partire da questa riflessione, Arosio – già ideatore del Kernel Festival, 'new media light festival' italiano – ha concepito Superconnection, la mostra-evento che, partendo da un approccio profondamente immersivo, esplora proprio il concetto di “superconnessione”, inteso come un intreccio di diverse realtà: mondo fisico e digitale, opera e pubblico, movimento e spazio, individuo e collettività.
Le installazioni proposte collegano, attraverso immagini, suoni, luci, spazio e smartphone, contenuti e messaggi simbolici creando un'esperienza immersiva che va oltre la contemplazione. Tutte le installazioni - che utilizzano tecnologie all’avanguardia, tra cui un sistema web-based innovativo che consente ai visitatori di interagire con le opere attraverso i propri dispositivi senza bisogno di app dedicate – fanno sì che ogni visitatore diventi parte integrante di una rete in continua evoluzione, un nodo attivo della performance artistica.
E così si passa dalla “LED Room”che offre quattro esperienze ciascuna delle quali invita l’ospite a riflettere su un aspetto differente del rapporto uomo-tecnologia:
Fino ad arrivare alla “Laser Room”, dove il pubblico interagisce fisicamente con fasci di luce che emettono suoni, modulando l’atmosfera visiva e sonora della stanza in tempo reale.
La tecnologia, lungi dall’essere demonizzata, diventa in Superconnection uno strumento per stimolare una riflessione critica. Come spiega Marcello Arosio: “L’obiettivo è distogliere l'attenzione dai device digitali utilizzando gli stessi, affinché le persone divengano parte attiva dell'intricata realtà che le circonda con maggiore consapevolezza". Grazie alla collaborazione con partner tecnologici come STS Communication ed Epson, questa mostra invita i visitatori a riscoprire il potenziale trasformativo dei loro dispositivi, che da semplici strumenti di distrazione possono diventare ponti tra vita reale e realtà digitale, creando una dimensione inedita e metafisica.
Superconnection sarà aperta al pubblico fino al 14 dicembre 2024, presso lo Spazio Milesi di Milano. Un’occasione imperdibile per chi desidera vivere un’esperienza che va oltre la semplice contemplazione, diventando parte attiva di un’opera collettiva.