Calcio
October 21 2020
Le indiscrezioni pubblicate in Inghilterra sul progetto, in fase avanzata, di far nascere una Premier League europea a 18 squadre prendendo di fatto il posto della Champions League dal 2024 ma privatizzando il nuovo torneo, senza più accesso attraverso promozioni o retrocessioni annuali, ha suscitato reazioni sdegnate e qualche smentita in giro per il Vecchio Continente. Eppure continua a circolare, con dettagli anche finanziari sempre più abbondanti e precisi a partire dalla partnership con il colosso JP Morgan pronto a riversare nelle casse della nascente associazione 6 miliardi di euro sotto forma di prestito da coprire poi con la vendita dei diritti televisivi della manifestazione.
A parlare del campionato d'èlite è stata la britannica Sky News spiegando come siano due club della Premier League (Liverpool e Manchester United), accumunati da proprietà nordamericane, ad essere capofila del progetto che coinvolgerebbe club al livello top anche di Spagna, Germania, Italia e Francia. La crema del calcio europeo, insomma, con l'effetto di spogliare di qualsiasi valore la Champions League ufficiale dell'Uefa che è in trattativa serrata per disegnare il nuovo format proprio dal 2024. Stretta tra le aspirazioni delle multinazionali del pallone di creare un business sempre più ricco e le spinte degli altri, che numericamente e politicamente a Nyon sono la maggioranza, di non creare una frattura mai più sanabile tra grandi e piccoli.
Fin qui il compromesso è stata l'attuale formula che garantisce posti fissi alle nazioni più competitive nel ranking Uefa - Inghilterra, Spagna, Italia e Germania -, di fatto blindando 16 dei 32 posti a disposizione ogni anno, lasciando però ai singoli campionati l'onere di determinare il nome delle iscritte. Che sono anche espressione dei mercati televisivi più ricchi, quelli che garantiscono alla Uefa di stanziare ogni estate un montepremi da poco meno di 2 miliardi di euro.
La Uefa è stata tra le prime ad alzare la voce contro il progetto, ricordando il percorso fatto con l'ECA (l'associazione dei club europei) che dovrebbe avere come obiettivo numero uno proprio evitare la scissione. Informalmente sono arrivate solo smentite come è da almeno un paio di anni, da quando cioè l'argomento Superlega (declinato in vari modi) sembra essere diventato tabù salvo poi ricomparire in maniera carsica ogni tanto, come in questa occasione.
La novità nella ricostruzione britannica, però, è un'altra e porta al ruolo della Fifa come spalla del nuovo torneo, mettendosi di fatto in contrapposizione con la Uefa. Una guerra sotterranea non nuova ma che sarebbe clamorosa. Già la gestazione del nascente Mondiale per Club ha creato tensioni tra Zurigo e l'Europa, registrando l'opposizione delle società preoccupate per la moltiplicazione degli impegni sul calendario che è bloccato fino al 2024. La crisi da Covid19 rischia di diventare un acceleratore dei progetti di fuga, dovendo il sistema assorbire perdite tra i 6 e gli 8 miliardi di euro nella migliore delle ipotesi, con versamenti a fondo perduto da parte delle proprietà stimati in 6 miliardi nei prossimi 24 mesi. Uno scenario che non può far dormire sonni tranquilli nessuno e stuzzica gli appetiti di chi continua a pensare all'attuale calcio come a una camicia troppo stretta per essere indossata ancora a lungo.