Calcio
September 20 2024
Quando minacciavano club e giocatori di essere esclusi e squalificati dalle competizioni Uefa e Fifa, gli oppositori alla nascita della Superlega sapevano di compiere un atto non consentito. Eppure andarono avanti comunque, in quelle frenetiche settimane della primavera 2021 in cui il progetto alternativo alla Champions League di Nyon vide la luce per poi svanire nell'arco di una manciata di ore. Colpito e affondato da una certa inadeguatezza comunicativa nell'annunciarlo, un blitz nottetempo dei maggio club europei, quasi fosse un colpo di stato -, ma anche dalla contraerea violentissima delle sanzioni minacciate dalla Uefa e dalle federazioni nazionali.
Oggi, a mille giorni di distanza da quel drammatico lunedì 19 aprile 2021 e dopo una sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea che ha smantellato i pilastri della resistenza Uefa e Fifa, si scopre che i protagonisti di quella controffensiva erano consapevoli di mettere in campo armi non consentite. E che lo strappo della Superlega era tutt'altro che una sorpresa, come descritta allora: da settimane, se non mesi, erano a conoscenza di quanto stava per accadere.
A rivelarlo è il presidente della Liga, Javier Tebas, uno dei più fieri oppositori della Superlega e dei suoi promotori principali: Florentino Perez, numero uno del Real Madrid, e Andrea Agnelli, all'epoca presidente della Juventus e a capo dell'ECA, l'associazione dei club europei. Tebas lo ha raccontato candidamente intervenendo al podcast 'The Wild Project' su YouTube: "Sapevo che sarebbe stata annunciata. Si stava preparando e c’erano documenti già da gennaio. Mi ricordo che il primo aereo partito dopo la tempesta Filomena (ondata di maltempo che colpì la Spagna tra il 5 e l'11 gennaio 2021 ndr) è stato per andare da Ceferin per questo argomento. Alcune settimane prima volevano annunciarlo a un congresso UEFA. Lo dissi a Ceferin e lo avvertii che Agnelli lo avrebbe tradito – ha spiegato Tebas –. Gli dissi che dovevamo preparare una strategia. Si trattava di dire che avrebbero annunciato una Superlega e che l’avremmo vietata. Abbiamo contattato Leghe e Federazioni. Abbiamo detto che avremmo proibito ai giocatori di partecipare alle competizioni. Mi dissero che era vietato, ma non mi importava, bisognava far scoppiare la bolla".
Una clamorosa ammissione di colpevolezza, seppure fuori tempo massimo visto che la Corte del Lussemburgo ha già riscritto la storia di quanto accaduto distribuendo torti e ragioni. Va ricordato, però, come proprio in virtù di quelle minacce molti club decisero di fare un passo indietro, terrorizzati dall'idea di essere esclusi da subito da campionati e Champions League: una forma di pressione evidentemente indebita che allora aveva enorme potere sui dirigenti e sulle proprietà.
Dei protagonisti di quella stagione, alcuni sono stati spazzati via come Agnelli. Altri rimangono e vincono come Florentino Perez. E poi c'è chi, rivendicando la vittoria politica di aver fatto abortire la Superlega, continua a comandare il calcio europeo. Da oggi l'origine di quel successo è, però, un po' più chiara agli occhi di tutti.