Guida al pagamento della Tari

Cominciano a delinearsi in maniera più chiara i contorni della Tari, la nuova tassa sui rifiuti che dal primo gennaio 2014 ha sostituito la vecchia Tares, mandata in pensione dopo un solo anno di servizio. Sono infatti circa il 25% i capoluoghi di provincia che hanno già provveduto ad emanare le delibere che stabiliscono i criteri di pagamento del nuovo tributo ed eventuali detrazioni per nuclei familiari particolari. Quello che emerge a prima vista, scorrendo i dati dettagliati pubblicati oggi dal Sole24ore, è un sostanziale aumento della spesa per le famiglie rispetto a quanto sborsato l’anno scorso per la gestione della spazzatura.

RIFIUTI E IMPOSTE: TUTTE LE NOVITA'

Numeri alla mano mediamente risulta infatti che un single che occupa un appartamento di 50 metri quadri pagherà l’1,6% in più rispetto al 2013, una famiglia di tre elementi che vive in un immobile da 108 metri quadri il 2,1% in più, mentre un nucleo composta da cinque persone che abita in una casa da 120 metri quadri subirà aumenti dell’ordine del 3,4%. Ma se già questi potrebbero essere cifre significative, ancora più preoccupanti risultano i confronti con il 2010. In soli 4 anni infatti, le tre categorie sopra menzionate hanno visto mediamente la tassa sulla spazzatura aumentare rispettivamente del 19,8%, del 15,8% e del 24,4%. In generale dunque il criterio fondamentale a cui si atterranno le varie amministrazioni locali sarà quello secondo cui pagherà di più chi abita locali più grandi e soprattutto quando ci si troverà in presenza di più occupanti.

CASA, QUANDO LE TASSE DIVENTANO UN MACIGNO

Ovvio dunque che le famiglie più numerose, al netto di possibili detrazioni, in questo senso risulteranno più tartassate rispetto ai piccoli nuclei. Le ragioni di questo trend d’altronde sono presto spiegate: ai Comuni è stata imposta in maniera inderogabile la totale copertura, attraverso la Tari, delle proprie spese di raccolta e gestione dei rifiuti. Ogni sindaco dunque dovrà fare bene i calcoli e raccogliere le risorse sufficiente ad offrire un servizio adeguato. Fatte dunque queste necessarie premesse, si nota allora scorrendo l’elenco dei Comuni che hanno già deliberato le tariffe che, ad esempio, una famigliari di cinque elementi in un’abitazione di 120 metri quadri , a Lodi e Brescia dovrà fare i conti con aumenti della Tari, rispetto al 2013, dell’ordine del 66% e del 26%.

COMUNI, SEMPRE PIU' SINDACI A CACCIA DI RISORSE

Un trend negativo che vede partecipi anche Caserta e Asti entrambe con un +10%. E brutte sorprese ci sono anche se si considera il caso della già sopra citata famiglia di tre elementi in una casa da 108 metri quadri. Ancora una volta a Lodi si registra l’aumento più considerevole, pari al 33% rispetto al 2013, con a seguire sempre Brescia (+13%) e Asti e Caserta, con rincari del 10%. Per quanto riguarda infine i single in appartamenti da 50 metri quadri, le notizie peggiori arrivano da Cagliari, dove rispetto all’anno scorso si prevede per la Tari un rincaro del 33%. Per quanto riguarda poi le modalità di pagamento, ricordiamo che tutti i Comuni sono obbligati a concedere una dilazione minima in due rate.

E INTANTO LA TASI SARA' UN SALASSO

La prima in molte località è stata già versata lo scorso 16 giugno, anche se le amministrazioni godono su questo fronte di ampia autonomia e in molti casi la scadenza è scivolata a luglio. Il saldo invece dovrebbe esserci un po’ dappertutto a dicembre. Facilitata infine l’operazione di calcolo della propria quota di imposta: praticamente in tutte le città i contribuenti hanno ricevuto a casa un bollettino postale precompilato. Ove però questo non fosse avvenuto, i cittadini dovranno recarsi in Comune a chiedere spiegazioni, salvo effettuare poi a tempo debito il versamento tramite il classico F24.

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