Tassi invariati la ma discesa è vicina ed obbligata

Tassi invariati. Prima la Fed e ora la Bce hanno deciso di fare una pausa nel rialzo dei tassi. Per la Banca centrale americana si tratta del terzo stop, mentre per quella europa del secondo da luglio 2022. La Bce ha dunque deciso di lasciare invariati il tasso sui rifinanziamenti al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Uno stop motivato dal fatto che “i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore all’economia", si legge nella nota. In tema di tassi la Bce ha poi precisato come le decisioni future "assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario", dato che il Consiglio "è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine" e in base alla sua attuale valutazione, "ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo". Nulla di nuovo, rispetto a quanto già detto nei mesi passati dalla Banca Centrale europea.

L’osservata speciale, l’inflazione, dovrebbe invece piano piano allentare la sua morsa tra il 2024 e il 2025. Secondo le ultime proiezioni fatte dal Consiglio direttivo della Banca centrale europea, il tasso di inflazione dovrebbe ridursi gradualmente nel corso del prossimo anno per poi avvicinarsi all'obiettivo del 2% nel 2025. L'inflazione principale dovrebbe collocarsi in media al 5,4% nel 2023, al 2,7% nel 2024, al 2,1 % nel 2025 e all'1,9 % nel 2026. Positivo poi il fatto che l’inflazione sottostante, quella più resiliente, abbia registrato un’ulteriore flessione, ma le pressioni interne sui prezzi rimangono elevate, principalmente a causa dell’effetto della forte crescita del costo del lavoro per unità di prodotto. Viene infatti stimata che l’inflazione al netto della componente energia e dei generi alimentari si attesti al 5% nel 2023, il 2,7 % nel 2024, il 2,3% nel 2025 e il 2,1 % nel 2026.

Lato crescita economica la Bce prevede come questa resti contenuta nel breve periodo per poi riprendersi, visto che calando l’inflazione nel 2024 e 2025 dovrebbe riprendersi anche i redditi reali delle famiglie e dunque la capacità di spesa: l’economia dovrebbe segnare una ripresa per effetto dell’incremento dei redditi reali,poiché le famiglie beneficiano del calo dell’inflazione e dell’aumento delle retribuzioni, e del miglioramento della domanda esterna". Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa a Francoforte. Proprio per questo si prevede per l'Eurosistema una crescita media dello 0,6 % nel 2023 allo 0,8 % nel 2024 e all'1,5 % sia nel 2025 che nel 2026.

Quando arriverà il taglio dei tassi?

Sulla questione di un possibile taglio dei tassi Bce e Fed, al momento, sono su due posizioni distinte. Lagarde in conferenza stampa ha smorzato possibili entusiasmi dichiarando che "no, oggi non abbiamo parlato di tagli dei tassi , non c’è stato alcun dibattito e alcuna discussione su questo tema. Tutti capiscono la differenza tra rialzo e taglio dei tassi ", ma c’è anche una terza via, ovvero "c'è un ampio spazio di mantenimento". Non una chiusura totale verso il 2024 che fa sperare i mercati in possibili tagli l’anno prossimo. La speranza degli investitori è racchiusa nel calo dei rendimenti dei titoli di Stato europei. Focus Italia, il Btp decennale ha fatto registrare una flessione di 14 punti base al 3.8% e lo spread con gli omologhi tedeschi, dopo la decisione della Bce, si è attestato a 165 punti.

Più esplicito, invece, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che ha aperto a possibili ribassi spiegando che i tagli dei tassi sono stati argomento di discussione da parte del FOMC. L’ultimo dot plot trimestrale mostra infatti che la maggior parte dei funzionari si aspetta che i tassi siano compresi tra il 4,4% e il 4,9% entro la fine del 2024. Una piccola maggioranza dei membri del Federal Open Market Committee prevede tagli di almeno tre quarti di punto rispetto ai livelli attuali. Secondo Capital Economics, società che fornisce analisi economiche indipendenti , dato che l’inflazione core è sulla buona strada per tornare all’obiettivo del 2% entro la metà del prossimo anno, “prevediamo che la Fed taglierà i tassi di interesse di 25 punti base ad ogni riunione del prossimo anno da marzo in poi, con tassi che alla fine scenderanno tra il 3% e il 3,25%, all’inizio del 2025”.

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