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Diario di una giornata di lavoro (da 700 euro) di un Taxi a Milano

Sono da poco passate le dieci del mattino di un giovedì davvero comune. A Milano piove, ma "il tempo è destinato a migliorare, con meno disagi anche per noi", ci racconta un tassista che - per ovvie ragioni - abbiamo scelto di proteggere con l'anonimato e che oggi accompagneremo per cinque ore circa nella sua giornata di lavoro.

Siamo in Stazione Centrale, il tassametro parte subito. "Malpensa terminal 1, per favore". La corsa è a tariffa fissa: 110 euro. Il tassista ci spiega che, con questa corsa, sono già 200 euro assicurati perché "a Milano dovremo pur tornare". Durante il tragitto la conversazione è davvero scarna. Il passeggero, un ragazzo sulla trentina, chiede solo di alzare un po' la musica e di "fare il più in fretta possibile". Arriviamo a Malpensa, il terminal è affollato come al solito. Il ragazzo chiede di essere lasciato proprio alla prima porta di ingresso. Paga, in contanti, senza che nemmeno gli venga chiesto. Saluta, e se ne va. "E ora aspettiamo" ride il tassista infilando nel portafoglio di stoffa i soldi. Chiediamo quanti siano i casi di persone che pagano tratte così costose in contanti. "A preferire sempre la carta di credito sono gli stranieri, ma spesso quando il viaggio è al termine si informano prima della cifra e vedono di liberarsi degli euro in eccesso" ci racconta "un'altra categoria che paga quasi sempre con la carta di credito sono le donne tra i 25 e i 40 anni. Non hanno contanti con loro, e come fare a lamentarsi. Non girerei nemmeno io con i contanti a Milano".

Passano pochi minuti che vediamo avvicinarsi qualcuno. "Milan, Central Station?" La pronuncia è imperfetta, davanti a noi ci sono due persone, una coppia di mezza età. Il tassista annuisce, mostra sul cellulare la scritta 110 euros. Anche loro annuiscono. Caricati i bagagli, ripartiamo. "A volte capita di dover aspettare una mezz'ora, anche di più, prima di ripartire. Siamo stati fortunati". Si volta poi verso i passeggeri? "Ready?" Pronti, partenza, verso Milano. Durante il tragitto i due passeggeri consultano carte, sono confusi. Stanchi dal lungo viaggio, scopriamo. Sono in Italia per vedere Firenze, Roma, Napoli, Venezia e poi Milano. Vogliono andare a Como. Il tassista, sagace, lascia loro un bigliettino da visita e li invita a chiamarlo per spostamenti lunghi, come appunto la tratta Milano-Como. Ci spiega durante il tragitto che "non è difficile che il turista, se si trova bene, chiami davvero per un'altra corsa o per farsi riportare in aeroporto". Arriviamo a Milano, non piove più: Stazione Centrale e 110 euro, pagati con carta di credito.

Aspettiamo ancora. Questa volta l'attesa è un po' più lunga. Chiedo come funziona durante la giornata lavorativa. Per chiacchierare, ci dice il tassista "sto rinunciando a corse brevi". Mentre ce lo dice indica uno schermo su cui compaiono molteplici richieste di taxi. "In media su Milano non riusciamo a coprire le richieste, soprattutto quando piove o nel fine settimana. Spesso accetto solo corse brevi, specialmente se sono orari di punta in cui il traffico è impossibile. Meglio più corse da una decina di euro che rimanere imbottigliato nel traffico per una corsa soltanto". Gli chiediamo di lavorare tranquillamente, come se noi fossimo invisibili. Ride, divertito "chissà quando mi chiederanno perché ho un passeggero a bordo. La gente è curiosa a Milano, finge di essere disinteressata ma vuole solo chiacchierare. E fare domande. Tantissime domande". Ecco una nuova corsa: "Andiamo, poco distante da qui chiamano per una corsa. Vediamo dove ci poterà". Facciamo davvero pochi minuti di auto, forse cinque. Ci troviamo davanti a un hotel. "Oggi è un giorno fortunato, potrebbe essere la stazione ma visto il bagaglio penso sia Linate". Davanti a noi c'è una coppia, un trolley piccolino da cappelliera e uno zaino da lavoro. La destinazione è davvero Linate. In questo caso la tariffa non è fissa ma il viaggio fila liscio. Scopriamo che la coppia sta andando a Roma, ma tornerà domani mattina. Un viaggio lampo per una cena di lavoro "totalmente evitabile". Durante la corsa non smettono un secondo di chiacchierare finché non arriva la domanda: "e lei chi è?" Chiedono di noi. Il tassista risponde "stanno facendo un controllo qualitativo sulle corse". Annuisco. La coppia chiede di saperne di più. Il tassista non si frena. "Praticamente le app, il centralino, insomma il traffico" e poi cambia discorso "Milano è davvero una città in cui bisogna tenere gli occhi aperti". I due annuiscono, il discorso si sposta su quanto sia complesso muoversi da soli e sui topi da appartamento. Poi gli scippi. E per finire i tombini che straripano. Arriviamo a Linate, pagamento in contati. La coppia saluta e si allontana.

Nemmeno il tempo di tirare un sospiro e riporre per bene i contati che ripartiamo, zona Fiera. Il passeggero è diretto in hotel e ha molta fretta. "Posso pagare subito?" Il tassista gli spiega che purtroppo il percorso non è a tariffa fissa, ma promette di essere rapido. Durante la corsa il passeggero resta al telefono a parlare con qualcuno che sembra rassicurarlo. È in città per un colloquio di lavoro nel primo pomeriggio ma teme di essere in ritardo. Il nostro tassista gli chiede dove deve andare dopo, gli spiega che non è così distante e può raggiungere l'ufficio in pochi minuti a piedi. Il passeggero sembra essere più sereno. Scopriamo che ha poco più di vent'anni e questa è la sua prima esperienza di colloquio in una città che non è la sua. "Milano è Milano" commenta in dialetto il nostro tassista, lui annuisce "ma anche Roma è bella". La discussione viene interrotta da un'altra telefonata. Continuiamo il nostro percorso senza intoppi.

Lasciato anche questo passeggero il tassista si avvicina a un parcheggio per i taxi poco distante. Prendiamo un caffè. "Oggi è una giornata particolare, tanti viaggi lunghi e passeggeri silenziosi. Saranno intimiditi da te" dice indicandoci e ridendo. Torniamo sul taxi e prendiamo una chiamata per Malpensa. "Oggi facciamo su e giù, dopo questa corsa potrei anche chiudere la giornata tranquillamente" ci rivela. In effetti, facendo i conti rapidamente, andando e tornando da Malpensa due volte il nostro tassista ha già la certezza di guadagnare 440 euro. A questi si aggiungono la corsa fino a Linate e quella fino alla Fiera. "Un paio di corse lunghe e arriviamo a una bella cifra". Arriviamo davanti a un palazzo. "Sono stranieri" ci dice indicando i due passeggeri che ci aspettano con i bagagli. "Terminal 1", e il viaggio ricomincia. I due viaggiatori sono silenziosi. E allora il nostro tassista, che di chiacchierare invece ha moltissima voglia, abbassa un po' il tono di voce e inizia a raccontarci di vederne tante, soprattutto di notte. "Ci sono gli ubriachi che non sanno nemmeno dove devono andare davvero e le donne che non si reggono in piedi, e poi le coppie improvvisate" racconta "quelle sono le peggiori. Vedi il sedile lì dietro dove è seduto lui? Non sai quante cose ho visto da questo specchietto qui. Cose che uno potrebbe anche aspettare quella decina di minuti prima di iniziare a fare, capisci?" Gli chiediamo come reagisca a questo tipo di persone. "E cosa devo fare, continui a guidare fingendo di non vedere. Di solito solo ubriachi e non capiscono nemmeno che posso vederli, anzi che li vedo perfettamente" ride "è come avere quei servizi lì a pagamento, ma sono loro che pagano me". Sorrido divertita, il traffico è un in aumento, il tassista spiega che ci vorranno circa 15 minuti in più del previsto, la coppia ringrazia. 110 euro al Terminal 1. E si aspetta di nuovo. Ripartiamo. Il ritmo è continuo, conosco le strade ormai a memoria, e il nostro tassista non sembra battere ciglio. Avanti e indietro. Pagamento. Chiamata accettata. E via ancora.

Continuano così le nostre cinque ore alla fine delle quali abbiamo solo due transazioni con bancomat, il resto è un bottino ricco di contanti. La cifra, complessivamente, supera di poco i 700 euro. "Oggi è stata anche una giornata lenta, volevo chiacchierare e raccontarti". Chiediamo come sia davvero la questione taxi, soprattutto per quanto riguarda il dichiarare quello che viene guadagnato. Il nostro tassista ci appoggia una mano sulla spalla e ride "Ti accompagno dove devi andare, capirai da te che non è tutto vero quel che si racconta. Ma che cosa dobbiamo fare? Ci sono giornate in cui davvero guadagno solo 200 euro a altri in cui ne porto a casa 1000. Il nostro è un lavoro strano. Ma il tuo non lo è di più? Eppure nessuno dei due può lamentarsi. La realtà è quella che vogliamo raccontare. Oggi sono stato fortunato. Domani? Chissà".

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Riceviamo e pubblichiamo

Buongiorno, dopo aver letto l'articolo di ieri 23 maggio contro i taxi di Milano, aldilà delle cifre delle corse riportate ( al 100% false), faccio notare che è anche matematicamente impossibile percorrere in 5 ore con un autovettura, la distanza Milano-Malpensa per 4 volte e in più fare una corsa in zona fiera e un'altra ancora per Linate.

Oltre all'impossibilità dovuta alla tempistica di percorrenza di tali distanze, la presa in carico di nuovi clienti all'aeroporto, gestita da organo terzo quale è Sea, non consente, giustamente, al servizio taxi di prendere in carico nuovi clienti in tempi così ridotti.Infatti, tale sistema automatizzato consente a ciascun taxi di accedere alla zona di presa in carico solo dopo aver superato una sbarra e atteso il proprio turno. Generalmente questa attesa è di circa tre ore. Ci si aspetta da redazioni come la vostra, che gli articoli pubblicati riportino fedelmente la realtà dei fatti.

Distinti saluti, Lorenzo Galimberti

Gentile Lorenzo Galimberti

Abbiamo trascorso la giornata con un tassista regolarmente attivo sulla città di Milano di cui abbiamo (ma non divulghiamo per correttezza nei sui confronti) numero di matricola e targa della vettura. Le corse da noi raccontate sono state registrate nell’arco di mezza giornata, dalle 10 del mattino. Per quanto concerne la gestione del carico e scarico negli aeroporti siamo consapevoli della gestione da parte di Sea. Tuttavia, il sistema di controllo risulta facilmente raggirabile se il tassista sceglie di accedere all’area di scarico in un parcheggio a tempo (o nei pressi di esso) e allontanarsi subito dopo.

Distinti saluti, Rita Galimberti

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