Economia
September 17 2013
In tempi di crisi, licenziamenti, aziende che chiudono dall'oggi al domani e contratti sempre più "a termine", sono in molti a pensare di mettersi in proprio o di lavorare da casa. È da tempo che si parla di telelavoro, specie per le donne che si trovano anche ad essere mamme. Ecco allora che negli ultimi anni si sono moltiplicate le scelte in questa direzione anche da parte di aziende che, ingolosite dai minori costi, dalla maggiore flessibilità e in alcuni casi anche dai maggiori guadagni, hanno offerto ai dipendenti questa opzione. Secondo la società Hays, infatti, con il "lavoro da remoto" aumenta del 60% la produttività. Non solo.
Se in passato a lavorare da casa erano soprattutto professionisti della comunicazione e free lance, ora il telelavoro sta conquistando anche manager, quadri e consulenti che vengono così messi nelle condizioni di poter concludere progetti, approvare transazioni e siglare intese in qualsiasi momento e indipendentemente dal luogo in cui si trovano. Grazie anche alla tecnologia e alla diffusione di devices sempre a portata di mano, per rimanere collegati con chiunque in qualunque parte del mondo, il lavoro esce sempre di più dalle quattro pareti di un ufficio.
È bene, però, sapere che esistono alcuni accorgimenti da adottare, se si accetta di lasciare la propria scrivania o il proprio ufficio. E questo a prescindere se si è lavoratori dipendenti o autonomi a cui viene offerto il telelavoro domiciliare (si lavora da casa con il pc, collegato direttamente alla rete aziendale o collegabile solo per la ricezione di mail o le singole comunicazioni), o il telelavoro da centro satellite (si lavora da una filiale dedicata, con la strumentazione messa a disposizione dall'azienda) o il lavoro mobile (in questo caso non si possiede una sede fissa, ma ci si avvale di strumenti mobili come cellulari o tablet).
Ciò premesso, ecco alcuni consigli:
1) Accertarsi che le condizioni di lavoro offerte siano rispettose della legge: la normativa in materia prevede una disciplina generale e lascia ai singoli contratti collettivi di settore il compito di introdurre norme più dettagliate. Se si è lavoratori dipendenti, il telelavoro può essere applicato solo previo accordo tra le parti e su base volontaria.
2) Giusta divisione delle spese: per un dipendente che lavora da remoto al datore di lavoro spettano i costi di manutenzione, fornitura, installazione e riparazione degli strumenti informativi (o telematici) che servono per svolgere le proprie mansioni. Nel caso di un autonomo, invece, è bene sincerarsi che anche da casa esistano le condizioni per poter lavorare: in primo luogo proprio quelle relative alla comunicazione (linea ADSL ad alta velocità, linee telefoniche ottimali, ecc).
3) Massima autonomia: per un libero professionista l'autonomia e la libertà di organizzazione sono un must, ma per chi è abituato a seguire orari, ritmi e scadenze precostituiti, il fatto di doversi gestire può diventare rischioso. Da casa occorre organizzarsi in modo pratico, funzionale e coerente, senza cedere a distrazioni o alla tentazione di diluire il carico di lavoro. Per un dipendente il carico di lavoro deve essere equivalente a quello dei colleghi in ufficio e la verifica è bene che sia il più frequente possibile.
4) Occhio all'isolamento: uno dei vantaggi del lavoro da casa è quello di non dover affrontare tempi e costi di spostamento per raggiungere il luogo di lavoro. Il pericolo maggiore è tuttavia quello dell'isolamento. La possibilità di poter meglio conciliare gli impegni di lavoro con quelli domestici o familiari può diventare infatti un boomerang perché non prevede il confronto quotidiano e concreto con altri colleghi.
5) La carriera?: lavorando da casa il sogno di "far carriera" viene quasi sempre messo nel cassetto. È chiaro che per un lavoratore autonomo il problema non si pone o rimane marginale, perchè più del miglioramento della propria posizione lavorativa conterà soprattutto ilguadagno che riuscirà ad ottenere. Per un dipendente distaccato, invece, è dietro l'angolo il rischio di essere in qualche mododiscriminati rispetto a chi sta in ufficio. È utile ricordare, dunque, che anche per i telelavoratori esiste il diritto alla formazione, con la possibilità di seguire corsi di aggiornamento.