Televisione
February 09 2019
In Rai, dove lavora da vent'anni, la considerano un'aziendalista di ferro. Di Viale Mazzini Teresa De Santis - giornalista dal curriculum blasonato, a lungo collaboratrice di Panorama - conosce meccanismi, dinamiche e alleanze: la prima donna alla guida della rete ammiraglia di mamma Rai, classe 1955, è entrata in Rai nel '95 come redattrice al Tg3, poi ha lavorato come capo struttura per l'informazione poi come vice direttore di Rai e responsabile del Televideo. Cavaliere al merito della Repubblica, dallo scorso novembre è alla guida della prima rete Rai e Sanremo 2019 è stato il suo "battesimo del fuoco". Panorama.it l'ha incrociata nella sala stampa dell'Ariston, poche ore prima della finale del Festival, riuscendo a tracciare con lei un primo bilancio festivaliero e sul futuro del canale che dirige.
Direttore, soddisfatta del risultato del suo primo Festival alla guida di Rai 1?
Il bilancio finale lo faremo domenica mattina, a bocce ferme. Di una cosa però sono contenta: il ringiovanimento del target. Un risultato raggiunto correndo un rischio pazzesco rispetto allo standard di Rai 1, ed è mia intenzione lavorare in questa direzione anche per il futuro, pur con la necessaria prudenza perché la rete ammiraglia è il core business dell’azienda.
Sanremo è stato il suo "battesimo del fuoco" a poco più di due mesi della sua nomina.
Ma guardi che conosco benissimo il Festival. Sono stata a lungo dall'altra parte della barricata: per trent'anni ho fatto la giornalista e per quindici mi sono occupata di musica.
Come lo ha vissuto umanamente e professionalmente?
È stato molto divertente nonostante tutta la fatica e una paura tremenda perché Sanremo è un punto di arrivo. Il podio della conferenza stampa è stato una sorta di patibolo verso il quale però non puoi fare a meno di andare.
Lei è la prima donna direttrice di Rai 1. La considera una medaglia al merito?
Non solo la prima donna direttrice di rete in assoluto, ma quella dell'ammiraglia Rai sì. Ho preso in mano la cassaforte dell'azienda e conosco molto bene la Rete, perché ci ho lavorato per dieci anni. Per quanto si conoscano bene le cose, però, non è mai abbastanza. I tempi cambiano, le cose si modificano: è una sfida importante, che fa tremare i polsi. Anche ai colleghi maschi.
Come se la immagina la sua Rai 1?
Come la rete degli italiani. Non perché io voglia puntare all'omologazione. Tutt'altro. Il mio disegno, se ce n'è uno, è un altro: far confluire le diversità all'interno di un unico disegno per trarne qualcosa di nuovo. Mi piacerebbe che ci fosse una dimensione culturale il più possibile complessa, con grandi diversità al suo interno ma anche con una grande omogeneità rispetto agli obiettivi, nell'essere squadra e nel reinventarsi questa rete.
Sarà una direttrice decisionista o politica?
Noi non facciamo politica: noi siamo narratori e raccontiamo storie. Mi piace l'idea di arrivare ad una complessità narrata.
Ha cominciato come direttrice a Il Manifesto e ora la definiscono la "direttrice sovranista". Dopo la sua nomina non sono stati teneri nei suoi confronti: c'è rimasta male?
Ho vissuto una stagione lunga e complessa dentro la Rai, gestendo molto potere sebbene da vice direttore, durante un momento di trasformazione e di grande esternalizzazione. Certo, quando si entra in certe dinamiche non si può stare simpatici a tutti.
Ora si considera una donna di potere?
Sono stata al centro della dimensione del potere. Ma con il potere ho imparato ad avere a che fare in una maniera molto disincantata, cosa della quale devo molto a Valentino Parlato, che è stato uno dei miei mentori con Rossana Rossanda. Fu proprio Valentino ad insegnarmi ad avere a che fare con il potere da ragazzina ma non esserne profondamente coinvolta, lavorando sull'autoironia e sullo scherzo. Ho imparato che prendersi troppo sul serio è sbagliato ed è una cosa che ho mantenuto.
Si considera la direttrice sovranista?
Non sono la direttrice sovranista, io dirigo solo Rai 1 che è la rete degli italiani.
Striscia la Notizia le ha rifilato due tapiri d'oro in pochi giorni. Divertirta o irritata?
Sono diventata intima di Staffelli, ormai, ci ho scherzato. "Perché sempre a me?", gli ho chiesto. "Perché lei è simpatica".
Sta già lavorando sul prossimo palinsesto. Anticipazioni?
È troppo presto per parlarne.
Per il 2020 ha detto che vuole un "Sanremo corale". Come sarà?
Non lo so come sarà, ci penseremo più avanti. In generale ci vuole ingegno e di ingegno per fortuna in questo paese ce n'è tanto.