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August 29 2016
Quando il prossimo 16 ottobre Francesco diventerà maggiorenne nella sua Roma, più di un messaggio di auguri gli arriverà di certo anche da Pescara del Tronto, il paesino in provincia di Ascoli Piceno devastato dal terremoto. Perché Francesco è diventato un giovane (per i suoi 17 anni) e al contempo grande (per il numero di persone salvate) eroe di quella tragica notte del 24 agosto.
Un salvataggio dopo l'altro
Quando arriva la scossa distruttrice, Francesco si trova nel parco del paese con un gruppo di altri ragazzi, nei pressi di una stradina le cui case vengono sbriciolate in pochi secondi dal sisma. La prima idea è ovviamente quella di raggiungere casa per vedere come stanno i suoi parenti (alla fine tutti salvi), ma mentre sta correndo in mezzo a un'unica nuvola di polvere vede una signora bloccata nel proprio letto da un pezzo di tetto: insieme ad altri due uomini incontrati sul posto, Francesco riesce a liberarla e si ferma anche un attimo per farla accomodare su una sedia e tranquillizzarla. Dopo di che riprende la corsa verso casa...
Giunto alla sua abitazione, Francesco trova tutti i suoi cari in buona salute, ma all'appello manca la nonna, inutilmente chiamata a squarciagola nella notte: Francesco decide allora di rompere un vetro ed entrare in casa da una finestra a picco su uno strapiombo. L'operazione è rischiosa, ma per fortuna va tutto bene e il ragazzo riesce a trovare la nonna sotto shock portandola quindi al sicuro all'aperto. Sono da poco passate le 4 del mattino e per Francesco è solo l'inizio di una lunga serie di azioni che salvano diverse vite umane: dopo aver aiutato una signora a spostare un'auto con a bordo i suoi due figli da una zona a rischio crolli, il 17enne torna sui suoi passi e si unisce al primo gruppo di improvvisati soccorritori, contribuendo a estrarre vive dalle macerie tante persone.
"Non mi sento un eroe"
Nel campo di Pescara del Tronto, dove il ragazzo è tornato per stare con i suoi amici dopo aver passato notti insonni a Roma, Francesco è raccontato come una sorta di Superman, ma interpellato dall'Ansa si schermisce all'istante: "Mi dicono tutti che sono stato un eroe. Ma a me non sembra, ho fatto il mio dovere e cioè salvare persone che conosco da una vita. Anzi, ne avrei volute salvare di più, ma purtroppo non ci sono riuscito". Per la comunità di Pescara del Tronto è comunque più che abbastanza: il suo nome, da queste parti, continuerà a essere ricordato come quello del giovane-grande eroe di quella sciagurata notte del terremoto.