Il Nepal è in ginocchio. Dopo la violenta scossa di terremoto del 25 aprile e le successive di assestamento che continuano a far tremare il Paese, la situazione è allo stremo. Davanti agli oltre 3 mila morti (per ora) si sono mosse subito alcune organizzazioni internazionali. Ecco quali e come fare per dare un contributo attraverso di loro.
A Kathmandu Caritas Nepal si sta concentrando nel fornire riparo, teloni di plastica e fogli di lamiera, cibo e acqua alle popolazioni colpite. In coordinamento con le altre Caritas della rete internazionale, si sta organizzando per fornire anche supporto psicologico alle vittime. Con 25 euro si possono fornire alimenti essiccati per una famiglia per un mese, mentre con 10 euro si può assicurare: - acqua per una famiglia per una settimana; - una tenda per ospitare 3 famiglie; - 30 kg di riso sufficienti per una famiglia per un mese;
Secondo l'Unicef almeno 940.000 bambini che vivono nelle zone gravemente colpite dal terremoto hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria. Lo staff presente in Nepal registra il progressivo esaurimento di forniture di acqua e alimenti, interruzioni di corrente e il blocco della rete mobile.
L'Unicef sta già inviando di cisterne di acqua e la fornitura di sali per la reidratazione orale e integratori di zinco per le persone raggruppate negli insediamenti informali, e fornisce tende per strutture mediche da campo, utilizzando forniture già pre-posizionate nel paese. Inoltre sta inviando due voli cargo con un totale di 120 tonnellate di aiuti umanitari, tra cui forniture mediche e ospedaliere, tende e coperte per il trasporto aereo urgente a Kathmandu.
Quattro équipe di Medici senza frontiere sono partite dallo Stato di Bihar, in India, e sono attualmente al confine con il Nepal in attesa di dirigersi verso le zone colpite dal terremoto. Un'équipe chirurgica composta da personale altamente qualificato, è partita invece da Bruxelles per Kathmandu con il compito di istituire una sala operatoria e cliniche mobili per raggiungere le persone colpite nelle aree più remote. Altre due équipe di MSF - una partita da Delhi, in India, e una in partenza dal Giappone - sono dirette nella Valle di Kathmandu.
Altri generi di prima necessità sono stati inviati oggi dalla centrale operativa di Bordeaux, in Francia. Infine, un'ultima équipe di MSF è partita da Amsterdam in giornata per fornire ulteriori sopporti come capacità mediche e servizi igienico-sanitari.
Anche Save the Children è in prima linea con gli aiuti. Con 15 dollari si può provvedere a un kit di igiene per un'intera famiglia, con poco più di 30 dollari si riesce a fornire un kit per cucinare cibo in condizioni igeniche sufficienti a evitare il diffondersi di epidemie come il colera.
Da quando è stata resa nota l'entità della tragedia, quattro Ong (Actionaid, CESVI, Oxfam, Sos Villaggi dei Bambini) aderenti al network di AGIRE si sono già mobilitate nel paese per valutare i bisogni più immediati: acqua, cibo, ripari per le famiglie senza tetto e interventi sanitari. Dalle ultime notizie che giungono nella sede italiani del network pare che i soccorsi siano già operativi nelle regioni di Kathmandu e Pokhara, dove l’impatto del terremoto è stato peggiore.
CCS Italia (Centro Cooperazione Sviluppo) ha attivato una raccolta fondi straordinaria per far fronte all’emergenza. “L’aiuto di tutti coloro che vorranno fare una donazione sarà fondamentale per far fronte a questa drammatica emergenza” è l’appello del Segretario Generale di CCS Alessandro Grassini.