La politica litiga sul terzo mandato che alla gente interessa meno di zero

Il tema politico del giorno, e forse non solo del giorno, è il «Terzo Mandato». Si tratta solo di decidere se cambiare la norma che limita a due i mandati ad esempio per il Governatori delle regioni allungando, appunto, ad un terzo periodo di regno. Sono in molti a raccontare che alla fine si tratta di una norma «ad personam» per Luca Zaia che si trova all’ultimo miglio della sua lunga carriera da numero 1 alla regione veneto. Lo si dice ovviamente perché così si può narrare di una maggioranza divisa e litigiosa sul tema. Ma la realtà è che anche a sinistra, ad esempio il vulcanico De Luca, si trova nella medesima situazione con tutte le difficoltà del caso.

Da che mondo è mondo la divisione delle poltrone crea problemi in qualsiasi tipologia di alleanza o coalizione. Le poltrone sono potere, posti, nomi, amici, affari. Tutti vogliono quindi quelle più prestigiose, autorevoli e potenti. Lo vuole ad esempio Fratelli d’Italia secondo cui il circa 30% dei voti significherebbe almeno di avere uno spazio nelle grandi regioni del nord, oggi divise tra leghisti e centristi.

Lo vuole ovviamente la Lega secondo cui non si dovrebbe cambiare un cavallo vincente, anche perché lontano da Venezia Zaia è persona e politico di altissimo livello cui bisognerebbe quindi trovare una destinazione al suo livello.

A sinistra le cose non cambiano e sono analoga a quanto succede . Oggi Elly Schlein, a proposito del terzo mandato, ha così commentato: «Anche nel nostro interno ci sono sensibilità diverse, ma noi siamo abituati a discutere e a confrontarci”. Frase perfetta, forse troppo ampia. Sarebbe bastato dire: «Anche nel nostro interno ci sono sensibilità diverse ma noi siamo abituati…». Basta ricordare, solo per citare gli ultimi mesi; la posizione su Gaza, sulle armi all’Ucraina, sull’abuso d’ufficio, sui trattori. Diciamo che l’accordo c’è solo sul Salario Minimo. Punto.

Tutto uguale quindi da una parte come dall’altra; soprattutto tutto uguale rispetto ai cittadini costretti ad assistere impotenti a questo balletto. Ci era infatti molto chiaro che il primo semestre 2024 con vista sulle europee con qualche elezione regionale nel mezzo, sarebbe stato politicamente scarso ma utile alle varie direzioni e leadership per fare i conti al proprio interno; pesarsi per sapere fino a quanto si può tirare la cinghia rispetto a chi gode di maggiori soste. Passeremo da una lite dopo l’altra, per cose futili, perché la vicenda del Terzo Mandato questo è: questione futile che agli italiani conta il giusto, cioè zero.

Diciamo che non è il modo migliore per farsi amare dalla gente.

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