Economia
April 13 2015
Destineremo il tesoretto alle fasce deboli. E' la promessa giunta dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, dopo che il governo è riuscito a recuperare 1,6 miliardi nel bilancio dello stato del 2015, in occasione del varo del Def, il Documento di Economia e Finanza.
Def: approvato con un tesoretto da 1,6 miliardi
L'espressione “fasce deboli”, però, può voler dire tante cose diverse nello stesso tempo, visto che in Italia ci sono più di 3 milioni e mezzo di disoccupati e oltre 3 milioni di famiglie al di sotto della soglia di povertà. A chi andranno, allora, i soldi ripescati in extremis dal governo? In questi giorni, circolano diverse ipotesi. La prima è che i destinatari del tesoretto siano i contribuenti più poveri rimasti finora esclusi dal bonus irpef, cioè dal taglio alle tasse sui salari per 80 euro al mese, deciso nel 2014 dall'esecutivo. Il bonus irpef, infatti, è rimasto circoscritto ai soli lavoratori dipendenti con un reddito compreso tra 8mila euro circa e 24mila euro lordi all'anno. Sono invece rimasti a bocca asciutta i cosiddetti incapienti, cioè quei lavoratori o pensionati che dichiarano talmente poco al fisco da non pagare neppure un centesimo di imposte personali. Poiché gli incapienti non versano tasse, non hanno potuto dunque beneficiare dello sconto sull'irpef concesso dal governo Renzi.
Bonus Irpef, chi resterà a bocca asciutta
I lavoratori con un contratto da dipendente che possono essere classificati come incapienti (cioè quelli che guadagnano meno di 8.100 euro circa all'anno) sono oggi in totale circa 3,8 milioni. Se il tesoretto di 1,6 miliardi verrà destinato soltanto a loro, vi sarebbe un aumento medio sulla busta paga di circa 50 euro al mese tra maggio e dicembre 2015, per un totale di 400 euro. Non è escluso, però, che le risorse vengano dirottate invece soltanto sui pensionati incapienti, cioè quelli che dichiarano ogni anno meno di 7.500 euro lordi e prendono dunque dall'Inps un assegno inferiore a 570 euro circa al mese. Si tratta di 3 milioni di anziani che, con la distribuzione di 1,6 miliardi da maggio a dicembre, avrebbero un beneficio economico complessivo di 530 euro circa e un aumento della pensione di 60 euro ogni 30 giorni.
Il tesoretto usiamolo per abbassare le tasse
Se invece il tesoretto da 1,6 miliardi venisse distribuito sia ai lavoratori dipendenti che ai pensionati classificabili come incapienti, cioè a circa 6,8-6,9 milioni di italiani, il beneficio economico per ciascuno sarebbe ben più modesto: in media poco più di 230 euro da qui a dicembre, corrispondenti a un aumento dello stipendio o della pensione inferiore a 30 euro. Infine, non viene scartata neppure l'ipotesi che il governo scelga di dare i soldi recuperati a tutti gli incapienti, compresi i lavoratori autonomi che guadagnano meno di 4.800 euro all'anno. In tal caso, però, i beneficiari sarebbero davvero tanti: più di 10 milioni di persone che, secondo le stime elaborate dalla Uil, avrebbero a testa circa 20 euro al mese in più da spendere.
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Un ultima ipotesi sul piatto è che il governo destini invece la cifra di 1,6 miliardi per rafforzare il Sia (Sostegno per l'inclusione attiva), una forma di assistenza economica alle famiglie povere che è stata già introdotta dal 2014, in via sperimentale, nelle città italiane con più di 250mila abitanti. Finora, nei centri urbani in cui è stato sperimentato, il Sostegno per l'inclusione attiva è andato a a beneficio di circa 6.500 famiglie, per un totale di 27mila persone. In media, l'indennità erogata è pari a 334 euro al mese, per ogni nucleo familiare che ne ha beneficiato. Con 1,6 miliardi a disposizione, dunque, questo sussidio potrebbe essere esteso da qui a dicembre a quasi 600mila famiglie che oggi si trovano al di sotto della soglia di povertà.