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April 21 2017
Il testamento biologico è un argomento che negli anni ha suscitato polemiche e scontri politici. Ora una legge potrebbe presto vedere la luce a quasi otto anni dalla morte di Eluana Englaro, uno dei casi più eclatanti che divise l'Italia e che su quell'onda portò il Parlamento a tentare una sintesi per varare una norma che regolasse la materia. Ma a che punto è la legge, oggi?
20 aprile 2017 - IL PUNTO
ore 18.00 - Nell'aula della Camera un'ovazione accoglie i 326 voti a favore sulla legge sul biotestamento. Tra le polemiche delle ultime ore del Movimento 5 stelle che ha chiesto fossero inserite anche norme per un trattamento eutanasico, il Ddl passa ora al vaglio Senato.
Dopo un anno di lavoro in commissione sono passate 16 proposte tra cui:
- il diritto del malato a rifiutare tutte le cure (compresa la nutrizione e l'idratazione artificiali)
- il rifiuto del medico qualora le richieste di non cura del malato siano "palesemente incongrue o le condizioni nel frattempo siano mutate o siano sopraggiunte nuove terapie non prevedibili al momento della compilazione
- l'obbligo dell'ospedale di garantire sempre il rispetto delle volontà del paziente
- è stata introdotta la sedazione profonda, ovvero dovranno sempre essere garantite terapia del dolore e sedazione palliativa continua per accompagnare fino alla morte chi ha rifiutato le cure
- sono state approvate le Dat, ovvero le disposizioni anticipate di trattamento in cui la persona (anche non malata) decide di dare indicazioni sul tipo di cura o l'astensione dalla stessa. Queste vanno scritte o registrate in audio o video dai maggiorenni con un atto pubblico o autenticazione. le disposizioni possono essere rinnovate, modificate o cancellate
- introduzione della figura del fiduciario che, avendo il compito di far rispettare le volontà del paziente, deve essere maggiorenne capace di intendere e volere
ore 12.30 - L'aula della Camera, con 313 sì, 59 no e 4 astenuti, ha approvato il punto centrale della legge sul testamento biologico che istituisce le Dat, Disposizioni anticipate di trattamento. Nel testo non è stato inserito il Registro nazionale delle Dat per mancanza di copertura dopo le osservazioni della Bilancio. Il Pd ha annunciato il deposito di un ordine del giorno, a prima firma Franco Vazio, che impegna il Governo "ad individuare gli strumenti normativi più adeguati ed urgenti per dare soluzione alle problematiche descritte in premessa". Vazio spiega che probabilmente la questione sarà affrontata durante l'esame della legge di stabilità. Le Regioni potranno invece istituire propri archivi informatici per la raccolta e gestione dei dati. Le Dat saranno vincolanti per il medico a meno che appaiano manifestamente inappropriate o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente, oppure qualora sussistano terapie non prevedibili o non conosciute dal disponente all'atto della sottoscrizione, capaci di assicurare possibilità di miglioramento delle condizioni di vita. Ogni persona maggiorenne e capace di intendere e volere, in previsione di un'eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso le Dat, esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali. Si potrà indicare anche una persona di fiducia, che rappresenterà il malato nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie. Al fiduciario sarà rilasciata una copia delle Dat, redatte con atto scritto o con videoregistrazione.
19 aprile
Questa è una data che non va dimenticata. Da qui parte la strada, per ora in salita, sul testamento biologico (o biotestamento). Il primo passo è stato fatto stabilendo uno stop alle cure se il paziente non le vuole più. Anche se, per il momento, il medico può rifiutarsi di "staccare la spina" in base al principio della obiezione di coscienza. A questo punto, dice la legge, un altro medico della stessa struttura dovrà intervenire per far rispettare le disposizioni del paziente.
La Camera ha in questo modo approvato i primi due articoli della legge sul testamento biologico, il cuore del provvedimento, che introduce in Italia il divieto all'accanimento terapeutico e il riconoscimento del diritto del paziente di abbandonare totalmente la terapia.
Mancano ancora una ottantina di votazioni, e il 20 aprile l'Aula riprenderà dagli emendamenti all'articolo 3.
Il 19 aprile invece, l'articolo 1 è passato con 326 voti a favore, ed è quell'articolo che regola il consenso informato del fine vita. In base al testo "il medico, avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario indicato dal medico".
Inoltre, "nel caso di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure".
Nel testo resta un'altra norma dal forte impatto: le cliniche private, ed in particolare quelle cattoliche, convenzionate con il sistema sanitario nazionale, non potranno chiedere alle Regioni di essere esonerate dall'applicazione delle norme sul biotestamento "non rispondenti alla carta di valori su cui fondano i propri servizi".
La prima parte riguarda il consenso informato del paziente cosciente, e quindi capace di esprimere direttamente le proprie volontà sulle cure; la seconda parte le Dat, direttive anticipate di volontà. Fra i punti più delicati e discussi c'è quello che riguarda nutrizione e idratazione artificiali: le società scientifiche ritengono sia un atto medico mentre per i cattolici non andrebbe interrotto mai.
"L'articolo 2 del disegno di legge sulle Dat prevede che il consenso informato al trattamento sanitario per i minori sia "espresso o rifiutato dagli esercenti della responsabilità genitoriale o dal tutore".
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17 aprile
Il percorso parlamentare del testo (la relatrice è Donata Lenzi del Pd) subisce ancora una frenata per la decisione dei capigruppo della Camera di sospendere l'esame del ddl e licenziare in questa settimana il decreto legge sui voucher.
Gli emendamenti da votare
L'Assemblea dopo Pasqua sarà chiamata ad esprimersi ancora su circa duecento emendamenti: sono rimaste in piedi poco meno della metà delle richieste di modifica del testo (che mette insieme 16 proposte di legge, depositate tra il 2013 e il 2016) inizialmente presentate dalle forze politiche.
La nutrizione si può rifiutare
Il governo negli ultimi giorni ha superato gli scogli del voto segreto chiesto su diversi emendamenti. Tra le questioni più dibattute, probabilmente il tema dell'alimentazione e l'idratazione artificiali (se siano da considerarsi parte del trattamento sanitario) e la possibilità di obiezione di coscienza da parte del personale sanitario. In questo caso, l'aula ha deciso per l'obiezione, purché sia garantito il diritto del paziente.
La nutrizione e l'idratazione artificiali potranno essere rifiutate o interrotte, perché rientrano tra i trattamenti sanitari, come previsto da un emendamento del Pd approvato a larga maggioranza. L'emendamento, riferito al quinto comma del primo articolo del testo, prevede che "la nutrizione e l'idratazione artificiale sono trattamenti sanitari", in quanto "somministrazione su prescrizione medica di nutrienti mediante dispositivi sanitari".
L'opposizione
Gli oppositori al provvedimento avevano chiesto di escludere la nutrizione e l'idratazione artificiali dal testo della legge, parlando di "eutanasia mascherata" volta a far morire i pazienti di fame e di sete.
L'assistenza psicologica
Il paziente che rifiuta le cure ha diritto all'assistenza psicologica, che dovrà essere promossa dal medico come forma di sostegno in suo favore. In base al testo approvato, se il paziente rifiuta o rinuncia a trattamenti sanitari necessari alla propria salute, il medico dovrà prospettare a lui e ai familiari le conseguenze della decisione e le possibili alternative. Il medico, inoltre, "è tenuto a promuovere ogni azione di sostegno al paziente, anche avvalendosi dei servizi di assistenza psicologica".
Intanto il prossimo sabato, 8 aprile, l'Associazione Luca Coscioni scenderà in piazza, a Milano, Firenze, Roma, Bologna e in molte altre città, per sollecitare l'approvazione della legge