News
July 11 2018
Coraggio, lucidità, tempismo, muscoli e cervello, mai sottovalutare il nemico e mai fermarsi davanti a un ostacolo: sono i requisiti indispensabili per iniziare il percorso di addestramento che porta a entrare a far parte dei Navy Seal, il corpo speciale dell'esercito che ha salvato i 12 ragazzini e il loro allenatore rimasti bloccati per 17 giorni all'interno della grotta Tham Luang nel nord della Thailandia.
Sul posto al lavoro per oltre 2 settimane ci sono stati 90 uomini: 50 volontari e 40 Navy Seals e proprio loro con stati gli artefici del salvataggio più importante della storia della Thailandia.
Prima di iniziare a tirare fuori uno a uno i bambini c'è stata una lunga fase preparatoria nel corso della quale sono stati tesi cavi guida per assicurare i ragazzi, posti walkie tolkie di emergenza, bombole d'ossigeno e luci a led per illuminare il percorso.
Dopodiché è iniziata la fase operativa con la stessa squadra di Navy Seals che tra domenica e lunedì ha rimesso al mondo i 13 dispersi: ogni bambino aveva un Navy davanti che reggeva la sua bombola e ossigeno e uno dietro che chiudeva il percorso. Un cammino di oltre sei ore tra cunicoli, fango e immersioni subacque per ritornare a vedere la luce del sole.
I soldati non solo hanno giudato e protetto i ragazzini, ma li hanno rincuorati, fatti sorridere e invitati ad avere tutto il coraggio a loro disposizione per portarsi in salvo.
Quando anche il tredicesimo uomo è uscito dalla grotta i Seals si sono concessi una semplice foto con il pollice sollevato in segno di vittoria commentando: "Non siamo sicuri se questo sia un miracolo, scienza o cosa. Tutti i 13 cinghialotti sono ora fuori dalla caverna".
Del resto quei soldati il cui nome, SEAL, è acronimo di SEa (mare); Air (aria) e Land (Terra) sono addestrati a tutto.
Si tratta di uno dei più temuti corpi militari al mondo con. I Navy Seals arrivano dagli Usa e sono stati creati sotto la presidenza Kennedy nel 1961 quando la marina militare parlò per la prima volta della necessità di creare forze speciali nell'esercito. I membri di queste unità che hanno varie declinazioni nel mondo sono tutti volontari e vengono sottoposti a una formazione durissima.
La prima fase di addestramento dura 43 settimane e viene considerata solo preliminare alla vera e propria formazione. Gli uomini vengono potenziati fisicamente con allenamento ed esercizi in tutte le condizioni climatiche e ambientali: dall'acqua al fango, dall'aria al deserto. Chi supera l'esame finale ha diritto al titolo di SEAL e inizia quell'addestramento ritenuto uno dei più duri e brutali al mondo.
E' diviso in tre fasi: Indoc (indottrinamento di base), Prima Fase (Physical Training, comprendente la cosiddetta Hell Week); Seconda Fase (addestramento acquatico); Terza Fase (combattimento terrestre e demolizioni).
Il maggior numero di abbandoni avviene durante la Hell Week il cui nome, settimana all'inferno, la dice lunga.
I soldati vengono sottoposti alle condizioni fisiche e mentali più estreme sfidando ogni secondo i propri limiti. Vengono, ad esempio, privati del sonno per 72 ore, costretti a camminare per 150 chilometri nel deserto o nei ghiacci, bloccati in grotte o sotto il mare e messi faccia a faccia con fobie, paure e limiti del tutto umani. Superate una per una prove che per la gente normale sembrano impossibili non è ancora finita.
Inizia, infatti, tutta una fase di affinamento delle tecniche e qualificazione della formazione. Solo dopo aver completato anche questa terza sezione d'addestramento e al termine di un complesso esame operativo si conquista l'ambito tridente e si entra a far parte dei Navy Seal.
Sono loro i corpi speciali che, per esempio, sono stati decisivi in Vietnam e hanno ucciso Osama Bin Laden. Uomini pronti a tutto con licenza di uccidere e capacità di liberare decine di ostaggi nello stesso tempo.
Di solito i Navy Seal vengono utilizzati nelle operazioni contro il terrorismo e anti droga, ma nel caso della missione nella grotta thailandese sono stati chiamati a mettere al servizio di un gruppo di ragazzini dispersi la propria sapienza e perizia militare.
E c'è voluta tutta la loro preparazione per tirare fuori dai guai il gruppo.
Instancabili sono scesi per 13 volte giù nell'oscurità per tornare a vedere la luce solo con uno dei baby calciatori al seguito. Non li ha fermati la stanchezza e neppure la paura di fare la stessa fine del proprio amico e collega Saman Kunan che si era preso le ferie per aiutare e che in quella grotta è morto per mancanza d'ossigeno.
Finita l'avventura dietro mascherine e occhiali neri i soldati si sono limitati a ripetere il proprio Urrà insieme al resto del mondo prima di eclissarsi e tornare a prepararsi per la prossima missione.