Televisione
February 27 2014
Il Italia la quarta stagione di The Walking Dead è andata in onda su Fox lo scorso ottobre. Ora, rispondendo alle richieste dei tantissimi fan e in occasione dell'uscita in blu-ray e dvd della seconda serie, la 20th Centhury Fox Home Entertainment lancia la kermesse a tema "The Walking Dead week end" con una serie di manifestazioni nelle città di Milano (28 febbraio) e Roma (1 marzo) che si animano con le atmosfere cupe e apocalittiche della serie televisiva.
Venerdì 28 febbraio il Cinema Mexico di Milano, la celebre casa del “The Rocky Horror Picture Show”, ospita la proiezione per la prima volta su grande schermo di contenuti speciali inediti delle prime tre puntate della seconda stagione. Prevista la presenza di cosplayer e truccatori che contribuiranno a ricreare l'horror e le atmosfere catastrofiche tanto amate dai fan della serie.
Sabato 1 marzo presso il Vigamus – Il Museo del Videogioco di Roma è prevista una tavola rotonda con personalità del mondo dei fumetti e dei videogiochi, proiezione di alcuni episodi, quiz a premi, gara di cosplayer e postazioni interattive in free to play dei videogiochi legati a The Walking Dead. La manifestazione di Roma si estenderà anche oltre i confini del Museo con una “spaventosa” Zombie Walk che invaderà il centro della Capitale. Ambedue le manifestazioni sono a ingresso gratuito.
Ma quali sono i motivi che hanno decretato un gradimento così planetario per la serie? Noi ve li elenchiamo.
Il primo, secondo Glen Mazzara sceneggiatore e produttore, consiste nella credibilità degli zombie. "Gli zombie devono incutere paura, devono essere spaventosi il più possibile e noi, come scrittori, facciamo di tutto per raggiungere lo scopo", dice Mazzara. Che continua: "il pubblico gradisce perché non c'è comicità, i morti viventi non hanno nulla di umoristico e di ironico, fanno terrore, solo a vederli si pensa subito di scappare il più lontano possibile. È tutto irreale ma sembra davvero reale, come se ognuno di noi un giorno potesse incontrarli all'angolo della strada".
Il secondo motivo è la perfezione del trucco e la cura dei particolari. A fare la differenza con altri "parenti" zombie c'è la conquista da parte dei morti viventi di Fox di due Emmy proprio nella categoria "miglior trucco". Altro motivo di estrema credibilità. Infatti per una settimana di lavorazione e solo per il trucco, vengono impiegati più di cento litri di sangue finto, 60 set di lenti a contatto dipinte a mano e decine di flaconi di balsamo secco per "rovinare" i capelli delle comparse. Nell'ultima stagione televisiva, la quarta, Greg Nicoreto e la sua squadra di truccatori, grazie alle nuove tecniche, hanno reso il trucco e la trasformazione ancor più terrificanti.
Altro ingrediente di successo è l'imprevedibilità. A questo proposito dice Robert Kirkman, creatore del fumetto da cui è tratta la serie tv: "noi stiamo sempre a chiederci: che faranno adesso i personaggi? dove li mandiamo? Le scelte fatte saranno giuste per l'evoluzione della storia? Ecco, l'imprevedibilità è alla base di ogni nostra decisione. Non solo, personalmente trovo molto costruttivo, dal punto di vista professionale, confrontarmi con altri sceneggiatori, ascoltare le loro idee a proposito e meravigliami piacevolmente per come le mie storie si possano evolvere sul piccolo schermo. È un'esperienza davvero costruttiva, sempre all'insegna dell'imprevedibilità".
A determinare il gradimento di The Walking Dead è ancora la perfetta trasposizione dal fumetto al piccolo schermo. Glen Mazzara lo conferma: è stata una sfida, fortunatamente vinta, trasformare una serie disegnata che viveva solo sulla carta, in un prodotto televisivo. Noi tutti avevamo un unico obiettivo: rendere al meglio lo spirito degli episodi, soprattutto proporre ogni evento che stava accadendo, in maniera valida e spettacolare. Nessuno mi ha mai detto quel che dovevo o non dovevo fare. Ognuno mi ha fatto capire quello che avrebbe gradito potesse accadere e quanto invece era da evitare.
Ultima importantissima carta vincente è l'umanità degli zombie. Lo sottolina Kirkman: "gli zombi non sono necessariamente mostri famelici che assalgono e divorano gli umani. Al contrario si dimostrano anche buoni vicini, persino amici e se si supera l'impatto dell'aspetto orrido, si riesce a vederli con simpatia. Un fatto è essere spaventati da un mostro, un altro, invece, è essere dispiaciuti per la condizione di mostri in cui si trovano alcuni protagonisti. E nella prosecuzione di ogni storia abbiamo sempre avuto come obiettivo mantenere l'umanità dei morti viventi".