Musica
September 21 2018
Raf, in una delle sue canzoni più ispirate, si domandava retoricamente "cosa resterà degli anni Ottanta".
Più caustico Manuel Agnelli degli Afterhours, secondo il quale "non si esce vivi dagli anni Ottanta".
In realtà il sound di quel decennio, segnato nell'immaginario collettivo dagli archetipi degli yuppies e dei paninari, è ancora vivo e vegeto, a giudicare non solo dall'immutato successo di band-simbolo di quel periodo come Duran Duran, Spandau Ballet, Tears for Fears e dei redivivi Culture Club, ancora attivissime sul versante live, ma anche dalle canzoni dei Thegiornalisti, che oggi hanno pubblicato l'attesissimo album "Love" (Carosello Records).
Il trio romano, attivo dal 2009, è entrato a pieno diritto nel mondo dei big due anni fa con l' album Completamente sold out, vincitore di un disco di platino, in cui convivono felicemente ironia e malinconia, come rivela la hit Completamente.
"Gli anni Ottanta sono stati il decennio più bello della musica - ci ha detto il frontman Tommaso Paradiso qualche mese fa durante un'intervista a Panorama.it- Hanno spazzato via la pesantezza dei suoni anni Settanta, con gli accordoni di chitarra e con gli Hammond. La leggerezza della musica anni Ottanta mi fa volare, è meno articolata e più diritta".
Nei brani dei Thegiornalisti convivono perfettamente l'anima elettronica e quella nostalgica, un po' come nell'estetica dei New Order e dei Depeche Mode, ma con un feeling tipicamente italiano, in uno stile a metà tra Antonello Venditti e Luca Carboni, anche se non mancano i riferimenti al britpop anni Novanta dominati del duopolio Oasis-Blur.
Uno stile che ritroviamo anche nel nuovo album Love, pubblicato il 21 settembre su tutte le piattaforme e anticipato dai fortunatissimi singoli Questa nostra stupida canzone d’amore (2 volte disco di platino,oltre 20 milioni di stream su Spotify), Felicità puttana ( disco di platino,oltre 13 milioni di stream su Spotify) e la più recente New York.
“Nella mia testa New York è una canzone che potrebbe piacere a tutti e per tutti intendo dai ragazzini di quattro anni a mia nonna -ha dichiarato Tommaso Paradiso- È un classico per me. Il testo l’ho scritto una mattina su un taxi mentre stavo andando in studio di registrazione per un altro lavoro. L’ho tirato via di getto. Avevo tutte queste immagini nitide davanti agli occhi che sono venute fuori da sole. Forse perché avevo dormito male o ero turbato per qualcosa o mi sono sentito molto solo quella mattina. Tutte e tre le cose probabilmente. Con Dario Faini, il produttore, abbiamo scritto la musica. Ed è uscita New York. Sicuramente sia a livello di testo sia a livello di musica ha lo special migliore che abbia mai scritto”.
La band capitanata da Tommaso Paradiso conferma anche in Love di saper comporre canzoni solide, ricche di pathos, accattivanti e arrangiate in modo eccellente, mettendo d’accordo sia il pubblico dei millennials che quello dei quarantenni, cresciuti con l’electro pop degli anni Ottanta.
Il cantante ha descritto Love come "un disco innamorato con momenti che mi fanno male al punto da farmi bene".
Va detto che Paradiso, nuovo sex symbol della canzone italiana e autore richiestissimo (da Luca Carboni a Fabri Fibra) è il centravanti che fa goal, ma non bisogna trascurare il lavoro prezioso delle "ali" dei Thegionalisti, il polistrumentista Marco Antonio «Rissa» Musella e il batterista e percussionista Marco Primavera, abili nel costruire le trame sonore più adatte ai testi vergati dal frontman.
Un disco che non ha più nulla della patina indie degli esordi, ma che è dichiaratamente, orgogliosamente e sfacciatamente pop, anche se l'incipt classicheggiante con Overture e le orchestrazioni di Davide Rossi (collaboratore dei Coldplay) mostrano una maggiore ambizione nei suoni rispetto al passato.
Va detto che il pop, qualora venga declinato con gusto, qualità e sensibilità, non è una parolaccia, ma una delle più alte espressioni dell’arte popolare, in grado di toccare i cuori di milioni di persone con canzoni solo apparentemente semplici, caratterizzate da melodie che, in pochi istanti, riescono a strapparci un sorriso, un’emozione, un ricordo.
Peccato che la sintesi e la schiettezza dei testi dell'album, con frasi che sembrano pensate apposta per diventare tweet o citazioni da scrivere sul diario di scuola, soffrano a volte di un eccesso di giovanilismo fuori tempo massimo, visto che Paradiso ha 35 anni, un'età in cui è lecito aspettarsi qualcosa di più profondo e articolato da una canzone. Poco male.
Siamo certi che buona parte delle canzoni di Love, prodotte sapientemente da Dario Faini (che ha già lavorato con Emma, Giusy Ferreri, Lorenzo Fragola, Alessandra Amoroso e Marco Mengoni) diventeranno hit radiofoniche, pensiamo a Zero stare sereno, Dr.House e Una casa al mare, oltre che tra la più ascoltate in streaming, e saranno cantate dalla prima all'ultima strofa in coro dal pubblico nel Love Tour ospitato nei palasport, che avrà la data zero a Vigevano il 19 ottobre e partirà ufficialmente il 21ottobre a Torino.
Quindici tappe che hanno già registrato molti sold out e venduto oltre 100mila biglietti, annunciando così ulteriori date: raddoppiate quelle di Milano e Bari e triplicate quelle di Roma, ma anche le date aggiunte hanno registrato il tutto esaurito.
Una canzone e, ancor più, un intero album funzionano quando colgono lo spirito del loro tempo, ed è innegabile che Love dei Thegiornalisti sia una Polaroid fedele dei nostri giorni, sospesi tra la nostalgia del passato e la speranza/timore del futuro.