Thoeni contro Stenmark: 40 anni fa, il primo slalom parallelo

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Le curve dei campionissimi sono seguite da oltre 150 milioni di telespettatori in mondovisione. E'l'evento più seguito nella storia del circo bianco.
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23 marzo 1975. Thoeni è campione del Mondo per la quarta volta dal 1971. Stenmark è uscito alla terzultima porta.
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I due campioni di sci alpino del 1975 insieme: Thoeni e Annemarie Moser Proll.
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Il mitico ct della Valanga Azzurra, il valtellinese Mario Cotelli segue Piero Gros in allenamento.
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Ritratto di Cotelli con i caratteristici baffi a manubrio. con lui la Valanga Azzurra visse le stagioni più entusiasmanti.
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L'antagonista di Cotelli nel parallelo del 1975 è Ermanno Nogler dalla Val Gardena, allenatore del giovane Stenmark.
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La Valanga Azzurra al completo. Da sx: Rolando Thoeni (cugino di Gustav), Fausto Radici, Ilario Pegorari, Herbert Plank, Erwin Stricker, Gustav Thoeni, Tino Pietrogiovanna. Seduti, Helmuth Schmalz, Piero Gros, Giuliano Besson e Franco Bieler.
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Quattro grandi campioni: Stricker, Radici, Gros, Thoeni nel 1974.
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Ingemar Stenmark in gara nel 1975.
Walter Tresch. Il tedesco sfidò Thoeni nella manche semifinale del parallelo del 23 marzo 1975.
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La dieta di Gustav Thoeni: gli spaghetti.
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Pierino Gros a tavola nel 1974
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Fausto Radici impegnato in una discesa della stagione 1976. Figlio di una grande famiglia industriale di Leffe (BG) nel 1975 ha 22 anni. Si toglie la vita il 13 aprile 2002.
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Ritratto del campione Fausto Radici, che fu tra gli sfidanti di Stenmark quel 23 marzo. Esempio di determinazione, superò la grave menomazione della perdita dell'occhio sinistro all'età di 3 anni per una grave forma di glaucoma.
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Il liberista di punta della Valanga Azzurra Herbert Plank
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Herbert Plank in azione durante una discesa libera. Proprio sulla Saslong fu il primo italiano a salire sul primo gradino del podio il 18 dicembre 1977.
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Piero Gros da Sauze d'Oulx (Piemonte). L'anno precedente, il 1974, lo aveva visto vincitore della Coppa del Mondo.
Trittico di campioni anni '70: Thoeni, Gros, Stricker.
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Erwin Stricker, meglio noto come "cavallo pazzo". Classe 1950, debuttò in Coppa nel 1969 e vinse la prima gara nel 1973. Il soprannome deriva dall'estrema irruenza con la quale affrontava le curve. E' scomparso il 28 settembre 2010.
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Thoeni vince la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Sapporo del 1972
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Thoeni nel ruolo di "liberista" nel 1975.
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Kitzbuhel 1975. Thoeni sulla mitica Streif il 18 gennaio. Sarà secondo dietro al "re" Franz Klammer
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Paolo De Chiesa da Saluzzo (Cuneo). Fu il più "longevo" della Valanga e continuò a gareggiare oltre i 30 anni d'età.
L'atleta polacco Jan Bachleda. Sfidò Stenmark nel parallelo del 23 marzo 1975.
Memorabilia della Valanga Azzurra: Tutti insieme per la campagna pubblicitaria del brand "La Font"
Lo sponsor del "Pool Sci Italia" Silvy Tricot e gli allenamenti della Valanga.
Copertina di "Intrepido" dedicata alla Valanga Azzurra. Anno 1975.
Cotelli e Thoeni danno consigli sulla colazione.
SCI - INGEMAR STENMARK 1975 - LO SCIATORE SVEDESE INGEMAR STENMARK

Val Gardena, Alto Adige. Pomeriggio di domenica 23 marzo 1975

Venti milioni di telespettatori italiani incollati ai televisori ancora in bianco e nero aspettano il verdetto. Val Gardena, pista Saslong. In fondo al tracciato, 40.000 persone attendono la discesa dei protagonisti della stagione 1974-1975. Gustavo Thoeni, il campionissimo contro l'astro nascente, lo svedese Ingmar Stenmark

Lo slalom parallelo del 23 marzo vale tutto. Chi vince, porta a casa la Coppa di Cristallo.

Mentre i due campioni risalgono la pista Saslong trainati dallo ski-lift, apriamo una breve parentesi sullo sci di 40 anni fa.

In italia gli anni '70 sono anni d'oro per questo sport. Già dalla fine del decennio precedente il boom dello sci aveva portato allo sviluppo di impianti e nuove località turistiche sorte dal nulla o quasi come Marilleva, Pila, Montecampione e altre. Il turismo bianco si era massificato e insieme alla fiumana di sciatori "mordi e fuggi" e delle settimane bianche, era decollata l'industria collegata allo sci. 

La Valanga Azzurra, la mitica Nazionale italiana di sci alpino, dominava allora il circo bianco, alimentando l'attrazione degli italiani per uno sport un tempo retaggio di una ristretta élite. Nel 1975 Gustav Thoeni ha già vinto tre Coppe del Mondo nel 71, 72 e 73. Alle Olimpiadi invernali del 1972 a Sapporo in Giappone, l'altoatesino è medaglia d'oro in gigante. Piero Gros il piemontese aveva vinto la Coppa del mondo del 1974.

Ma Gustav è solo la punta di diamante di un team d'oro. Forgiata dal campione francese Jean Vuarnet, classe 1933, e guidata dal ct valtellinese Mario Cotelli, ex studente di Economia e Commercio, la Nazionale italiana della prima metà degli anni '70 vince tutto con i suoi giovani. Sono Erwin Stricker detto "cavallo pazzo", Herbert Plank, Fausto Radici, Tino Pietrogiovanna, Piero Gros, Paolo de Chiesa.

Ma quel 23 marzo di 40 anni fa l'avversario diretto di Gustav, Ingmar Stenmark, poteva vanificare un'altra delle stagioni trionfali del pool italiano. Ha 5 anni meno di Thoeni, viene da un paesino vicino al Circolo Polare Artico. Esordisce in Coppa nel 1973 a 17 anni, ai piedi un paio di sci jugoslavi Elan. In quella stagione, aveva battuto proprio gli italiani Paolo de Chiesa e Fausto Radici sulla 3-Tre di Madonna di Campiglio. Poi tra gennaio e marzo del 1975 Ingmar infilò una serie continua di podi, fino ad arrivare al redde rationem del parallelo della Val Gardena.

Il parallelo della Saslong è anche la sfida tra due commissari tecnici italiani: Mario Cotelli e Ermanno Nogler, l'allenatore gardenese di Stenmark. L'atmosfera è tesissima a tutti i i livelli. 

Stenmark aveva rischiato grosso quando il giorno prima aveva avuto un incidente stradale al volante della sua Range Rover, fortunatamente senza conseguenze fisiche. 

La giornata sportiva si preannuncia lunghissima. Con gli stessi punti di Thoeni è Stenmark c'è anche l'austriaco Franz Klammer. I campioni che si sfideranno tra i pali sono 32, divisi in gruppi di 4 atleti. Klammer esce di scena al primo turno per una caduta. Lo svedese e l'italiano sono soli a contendersi il trofeo e hanno di fronte ore interminabili, estenuanti. 

Gustav elimina prima lo svizzero Philippe Roux poi il connazionale Tino Pietrogiovanna. Nella discesa successiva, sfida e batte una altro elvetico: Walter Tresch.

Stenmark si trova di fianco il tedesco Christian Neureuther, fuori forma e reduce da una notte brava in Badia. Questi inforca, e Ingmar ha davanti un altro "facile", il polacco Jan Bachleda. I nostri tifosi gridano al complotto e a possibili retroscena di combine e corruzione. Ma durante la sfida con l'outsider  Stenmark ha un incontro ravvicinato con una porta. Tatticamente, lo svedese si avvinghia al palo per confondere la giuria su un'inforcata che lo avrebbe messo fuori gioco. La gara si ferma. La direzione di gara si ritira ed esamina le riprese televisive, si consulta per lunghissimi minuti e alla fine, anche per la sportività di Cotelli, Stenmark rimane in gara. 

Si riprende, e l'avversario dello svedese è Fausto Radici. Il campione bergamasco privo dell'occhio sinistro impegna Stenmark ai limiti del crollo psicologico, poi Fausto deve capitolare nella seconda discesa per una caduta. 

Ora siamo davvero alla fine. La sfida è solo tra i due protagonisti della stagione. Intanto la luce cala e le ombre si allungano sul tracciato della Saslong. Nessuno fiata più. Siamo tornati alla scena di apertura, quando Stenmark e Thoeni lasciano il piattello dello ski-lift per dirigersi al cancelletto. Ma Gustav è psicologicamente superiore al giovane Stenmark. Quando i bastoncini puntati catapultano i due campioni sul tracciato, Thoeni ha già 5 metri di vantaggio e scatena rabbia ansia e forza sugli sci. Ingmar resiste per gran parte del tracciato fino alla terzultima porta, dove i suoi sci impazziscono e perdono la traiettoria a pochi metri dal traguardo. Gustav Thoeni è campione, alza le braccia davanti a 150 milioni dispettatori in tutto il mondo. Solo lo sbarco sulla Luna era stato più seguito. Ma all'arrivo, un'altra vittoria aspetta Thoeni: sua moglie Ingrid gli annuncia di essere in attesa di una bambina. Era stata in silenzio, con il fiato in gola e Petra in grembo, per non deconcentrare Gustav nella sua impresa più grande. 

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