Economia
June 23 2023
Un inizio di giornata in positivo per Tim che, dopo la decisione di ieri del Cda di concedere un periodo di esclusiva al fondo Kkr per trattare la vendita delle rete, questa mattina in Borsa guadagna l’1,6%. Situazione opposta rispetto alla chiusa di ieri dove i mercati, in attesa della decisione del board, hanno registrato vendite sul titolo Tim (-2,85%) sulla scia delle voci riportate dal Financial Times secondo il quale l’azionista Vivendi, che detiene il 23,75% delle azioni, fosse contrario alle offerte sulla rete.
Paure che non si sono concretizzate visto che il Cda all’unanimità ha deciso di puntare sull'offerta fatta dal fondo americano per l’acquisto di una partecipazione in Netco, lo spin-off di Tim che comprenderebbe la rete fissa, FiberComp, società della fibra di cui il fondo Usa e già socio, e Sparkle, che si occupa di cavi sottomarini. Il Cda di Tim ha dunque “ritenuto che l'offerta presentata da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (Kkr) sia risultata preferibile in termini di eseguibilità e relativa tempistica, nonché superiore rispetto all'offerta concorrente presentata dal consorzio formato da Cdp Equity e Macquarie Infrastructure and Real Assets (Europe) Limited”, si legge nella nota emessa ieri sera dal gruppo.
Il Cda all’unanimità ha dunque dato mandato all’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, per avviare una negoziazione migliorativa in esclusiva con il fondo americano, con la mission di presentare, “nel più breve tempo possibile compatibilmente con la complessità dell’operazione e comunque entro il 30 settembre prossimo”, un’offerta conclusiva e vincolante secondo i migliori termini e condizioni, nonché di “convenire il perimetro, le modalità e i tempi per l’esecuzione dell’attività di due diligence confirmatoria richiamata nella stessa offerta di Kkr”, precisa la nota. Il gruppo ricorda inoltre che la dismissione di NetCo sarà soggetta all'ottenimento delle autorizzazioni di legge, incluse quelle riguardanti il processo della Golden Power e dell’Antitrust.
Il fondo americano, che aveva presentato la prima offerta non vincolante a febbraio scorso, investirebbe 23 miliardi con la possibilità di coinvolgere nel futuro azionario di NetCo il Tesoro italiano, Cdp o le infrastrutture F2i con una quota che potrebbe oscillare tra il 10 e il 15%. Ipotesi quest’ultima che sembrerebbe essere stata confermata dallo stesso amministratore delegato di F2i, Renato Ravanelli, che nei giorni scorsi aveva dichiarato a Radiocor di star “dialogando con i soggetti coinvolti” nell’operazione Tim. Mossa che strizzerebbe dunque l’occhio all’attuale governo, dato che si vedrebbe una struttura strategica come quella di NetCo, ceduta ad un fondo Usa, parlare ancora italiano.
Fondato da Henry Kravis e George Roberts nel 1976 a New York, al 31 marzo 2023 ha in gestione 510 miliardi di dollari in 17 città sparse su quattro continenti e attualmente ha nel suo portafoglio 127 società che generano circa 288 miliardi di dollari l’anno. In Italia ha fatto il suo primo investimento da private equity con Selenia, che successivamente ha venduto nel 2007. Il fondo è poi intervenuti anche in Sistemia, Argenta e Inaer. Al momento ha in portafoglio una quota di FiberComp dal 2021 e di Cmc dal 2020.