Economia
August 11 2023
Tim si mette in mostra a Piazza Affari. Dopo il memorandum siglato tra il Mef e il fondo statunitense Kkr, la società segna un rialzo teorico del 3%. L'accordo prevede un'offerta vincolante che stabilisce tra l'altro l'ingresso del Mef, con una quota fino al 20% nella Netco, la società della rete, di Tim.
Era da alcuni giorni che il mercato spingeva il titolo di Tim e ieri vedendo arrivare l’accordo e dunque la ristrutturazione del gruppo ha prezzato il titolo del 2,75% a 0,28 euro. Ieri sera si è infatti firmato il memorandum of understanding tra il Mef e Kkr per la partita della rete Tim. Il Tesoro entrerà in Netco, con una quota minoritaria fino al 20% ma l'intesa sottolinea che "i termini dell'offerta dal punto di vista dei rapporti tra le parti prevedono un ruolo decisivo del governo nella definizione delle scelte strategiche" della Netco, la rete di Tim. Un passaggio considerato obbligato dall'esecutivo, visto che la rete è un asset strategico per il Paese e dunque vincolata al golden power. Per la formalizzazione dell'offerta vincolante c'è tempo fino al 30 settembre. Resta da capire se e come saliranno a bordo anche F2i e Cdp. Quest’ultima non godrebbe di diritti di governance, per ragioni Antitrust, visto che è azionista di Tim al 5% e di Open Fiber al 60% "Non escludiamo nessuna potenziale cooperazione con l'obiettivo di arrivare ad una infrastruttura moderna ed efficiente a beneficio del Paese", aveva detto durante la presentazione dei conti l'ad di Cassa, Dario Scannapieco, evidenziando che "la concorrenza a livello infrastrutturale genera sprechi. Dobbiamo avere un'infrastruttura forte e poi sviluppare la concorrenza a livello di servizi. Dobbiamo avere un dialogo con la Commissione europea per capire il disegno industriale che può essere accettabile per loro".
Per completare l'intesa è necessaria l’adozione di un Dcpm che potrebbe arrivare anche dopo la pausa estiva, quindi verso il 28 agosto. Questo dal punto di vista istituzionale. Operativamente parlando il fondo americano dovrà completare gli accordi per il finanziamento dell'operazione da 23 miliardi di euro e, secondo indiscrezioni, l'impegno delle banche dovrebbe arrivare entro il 30 agosto. Per il governo si parla di un contributo finanziario intorno ai 2 miliardi di euro. A questo punto il fondo avrà un mese di tempo per completare la sua offerta vincolante ed a ottobre si riunirà il Cda di Tim per valutarla. La resa dei conti con Vivendi potrebbe arrivare entro la fine dell’anno se il Cda riterrà necessario chiamare i soci al voto, come chiedono i francesi. Se queste tempistiche dovessero essere rispettate l’accordo si completerebbe prima della fine dell’anno.
L’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, in occasione della conference call di presentazione dei risultati semestrali del gruppo, commentando le indiscrezioni di stampa, aveva ricordato che la vendita di Netco a Kkr sarà "un accordo industriale e mettiamo 9-12 mesi sulla linea del tempo". "Non ci aspettiamo problemi specifici a livello di antitrust ma se ci sarà la partecipazione di alcuni azionisti italiani il processo di golden power sarà più semplice". Gli analisti avevano poi sottolineato come questo sarebbe "lo scenario ideale per Tim, perché farebbe venir meno i rischi di un'applicazione del golden power e potrebbe addirittura portare a un miglioramento della valutazione di NetCo".
A New York intanto Kkr offre ai suoi investitori la possibilità di investire sotto la governance del fondo stesso. Potrebbe dunque, come per Fibercop, scegliere la formula del co-investimento per far salire a bordo altri investitori internazionali interessati ad investire in Italia.