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August 13 2018
Jacopo Robusti detto il Tintoretto, il più veneziano tra gli artisti del Rinascimento, a 500 anni dalla nascita torna ad affascinare il pubblico in occasione delle celebrazioni che tutta Venezia da settembre gli dedica, a partire dal grande evento espositivo che si terrà in due prestigiose sedi: Palazzo Ducale (che ospita "Tintoretto 1519-1594") e le Gallerie dell’Accademia di Venezia (che ospita "Il giovane Tintoretto")
Due straordinarie mostre che si fondono in un unico, grande progetto, per delineare a tutto tondo l'operato di uno degli artisti che occupa un posto d'onore tra i giganti della pittura europea del XVI secolo.
"Tintoretto 1519-1594" sarà visitabile dal 7 Settembre 2018 al 6 Gennaio 2019 a Palazzo Ducale – Appartamento del Doge nei seguenti giorni e orari
dal 07/09/18 al 31/10/18
dalle 8.30 alle 19.00
dal 01/11/18 al 06/01/19
dalle 8.30 alle 17.30
"Il giovane Tintoretto" apre al pubblico dal 7 Settembre 2018 al 6 Gennaio 2019 presso la Gallerie dell'Accademia di Venezia, a Campo della Carità, nei seguenti giorni e orari
Lunedì: dalle 8.15 alle 14.00
martedì - domenica: dalle 8.15 alle 19.15
chiusura 25 dicembre e 1 gennaio
Curato da Robert Echols e Frederick Ilchman, con la direzione scientifica di Gabriella Belli, nel percorso espositivo nell’Appartamento del Doge si potranno ammirare 50 dipinti e 20 disegni autografi di Tintoretto, prestati dai più grandi musei internazionali, unitamente ai famosi cicli realizzati per Palazzo Ducale tra il 1564 e il 1592, visibili nell’originaria collocazione.
Attraverso questa mostra, è possibile dunque riscoprire pienamente la pittura visionaria, audace e per nulla convenzionale di Jacopo Robusti che, figlio di un tintore, seppe sfidare la tradizione consolidata incarnata da Tiziano, sbalordendo e scegliendo di innovare: non solo con ardite soluzioni tecniche e stilistiche, ma anche con sperimentazioni iconografiche che segnarono un punto di svolta nella storia della pittura veneziana del Cinquecento.
Tintoretto usa il colore per accendere di luce il disegno, luce che evidenzia i personaggi staccandoli dal contesto reale e li proietta in uno spazio scenografico che precorre la sensibilità barocca.
Tra i grandi prestiti che arriveranno a Venezia per le celebrazioni tintorettiane, da segnalare "Susanna e i vecchioni", celebre e fascinoso capolavoro del 1555-1556 (prestato dal Kunsthistorisches Museum di Vienna) e, dal Prado di Madrid, cinque opere straordinarie, comprese "Giuseppe e la moglie di Putifarre" (1555 circa), "Giuditta e Oloferne" (1552- 1555) e "Il ratto di Elena" (1578- 1579), di oltre tre metri di lunghezza.
Emblematici e rivelatori sono anche i due autoritratti con cui si apre e si chiude il percorso espositivo, eseguiti uno all’inizio e uno alla fine della carriera di Tintoretto e prestati, rispettivamente, dal Philadelphia Museum of Art e dal Musée du Louvre.
Curata da Roberta Battaglia, Paola Marini e Vittoria Romani, la mostra ripercorre, attraverso circa 60 opere (26 eccezionali dipinti di Tintoretto, affiancati ai capolavori della collezione permanente del museo), il primo decennio di attività del pittore veneziano: dal 1538, anno in cui è documentata un’attività indipendente di Jacopo Robusti a San Geremia, al 1548, data del clamoroso successo della sua prima opera di impegno pubblico, il Miracolo dello schiavo, oggi vanto delle Gallerie dell’Accademia.
Articolato in quattro sezioni, il percorso indaga quel periodo ancora fortemente dibattuto della formazione di Tintoretto, periodo non facilmente riconducibile a una bottega o a una personalità specifica, mettendolo in relazione con il contesto artistico e culturale veneziano degli anni '30 e '40 del Cinquecento.
In questo modo verrà chiarito come Jacopo Robusti, che ha stupito i suoi contemporanei e impressionato El Greco, Rubens e Velasquez, acquisì e trasformò i suoi modelli per sviluppare uno stile unico, drammatico e rivoluzionario, attraverso le suggestioni ricevute da artisti del calibro di Tiziano e Jacopo Sansovino (solo per citarne alcuni), presenti in mostra con opere significative.
Esposti anche i dipinti e le sculture di artisti della generazione di Tintoretto che lavorarononello stesso ambiente, tra i quali, da ricordare Andrea Schiavone, Giuseppe Porta Salviati, Lambert Sustris e Bartolomeo Ammannati.
Figlio di un tintore di panni (da cui deriva il soprannome), Jacopo Robusti nasce a Venezia nel 1519 ed eccezion fatta per un viaggio a Roma e una visita a Mantova, trascorre tutta la vita nella sua città.
Inviato dal padre come apprendista nella bottega del grande pittore Tiziano Vecellio, che lo cacciò pochi giorni dopo per divergenze artistiche e caratteriali, Tintoretto continuò a studiare da solo, con sacrifici e fatica: Michelangelo e lo stesso Tiziano (di cui rimase sempre grande ammiratore) furono i suoi modelli, tant'è vero che nel suo studio campeggiava la scritta "Il disegno di Michelangelo ed il colorito di Tiziano". Tuttavia, anche il Parmigianino e l’arrivo sulla scena veneziana di Paolo Veronese (nel 1553), influenzarono l'arte del Tintoretto
Artista dalla vita movimentata, con molte donne e molti figli legittimi e illegittimi, Tintoretto fu particolarmente legato alla figlia Marietta (avuta da una prostituta tedesca), che fece crescere nella propria famiglia e che divenne pittrice, nota come la "La Tintoretta": con grande disperazione per Tintoretto, morì in giovane età.
Per quanto riguarda il resto della prole, figli maschi lo aiutavano in bottega mentre le ultime due figlie vennero mandate in convento.
Definito dal Vasari, nelle su "Vite", "stravagante, capriccioso, presto e risoluto: il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura", in un mercato veneziano influenzato da Tiziano, Tintoretto, inizialmente, fece molta fatica ad affermarsi ma il suo carattere determinato alla lunga lo premiò: dopo aver lavorato molto per potenti confraternite laiche (le cosidette scuole), privati e ordini religiosi, ottenuta una certa fama, venne richiesto anche dal Governo della Repubblica Veneta
Fra le sue ultime fatiche, da ricordare la decorazione di una parete della Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale con la raffigurazione del "Paradiso", immensa tela affidata per lo più ai suoi collaboratori e al figlio Domenico Robusti, ma che rivela il notevole sforzo ideativo del pittore.
Dall'unico documento ufficiale da cui ricavare dati sulla vita dell'artista (il necrologio custodito a San Marziale), si deduce che la morte di "Jacopo Robusti detto Tintoretto", è avvenuta il "31 maggio 1594", all’età “de anni settantacinque”.