Politica
February 27 2024
«I sardi hanno risposto con le matite ai manganelli…». Ecco la frase principale della conferenza stampa di Alessandra Todde all’indomani della sua vittoria (sul filo di lana) nelle elezioni regionali in Sardegna. Capiamo l’euforia del successo, capiamo anche la sorpresa del risultato arrivato quando tutti la davano per sconfitta, capiamo anche che davanti a decine e decine di giornalisti con a fianco alcuni dei principali leader politici nazionali si possa perdere un minimo di lucidità. Ma davvero non riusciamo nemmeno impegnandoci a trovare un nesso tra Cagliari e Pisa, tra le matite del voto ed i manganelli usati da alcuni poliziotti contro i giovani manifestanti pro Palestina.
Che la frase non abbia alcun nesso logico e politico lo dimostrano i numeri. Tirando in ballo la carica di Pisa Todde voleva evidentemente chiamare in causa non il suo avversario, Truzzu, ma il governo in prima persona e la maggioranza. Ecco, i numeri del voto di ieri dicono l’esatto contrario. La coalizione di centrodestra non solo ha battuto il centrosinistra 48,8 a 42,6 ma è addirittura cresciuta rispetto alle regionali del 2019.
Si tratta quindi di una frase buona sola per prendersi qualche applauso in più, qualche like sui social arrivato da persone che credono che in Italia esista chissà quale regime violento e repressivo, roba da politici di passaggio. Si, passaggio; perché l’utilità politica nazionale di Alessandra Todde è finita con lo spegnersi delle luci della conferenza stampa. Il suo compito era battere Truzzu, punto, e dare così modo ad Elly Schlein di festeggiare il primo successo elettorale dall’inizio della sua segreteria con tanto dell’immancabile «Bella Ciao». Il futuro, siamo sicuri, sarà lontano dalle luci della ribalta, fino al 2029 quando si tornerà al voto.
Speriamo solo per i sardi che la Todde, passata l’euforia e spente le luci della ribalta, possa davvero lavorare al meglio per loro e la loro terra.