News
November 05 2019
Abate, Accoto, Agostinelli, Airola, Alfieri, Anastasi, Angrisani, Astorre, Auddino, Bini, Biti, Boldrini, Bottici, Buccarella, Campagna, Cario, Casini… etc etc etc
L’elenco è lungo, sono i cognomi presi da pagina 64 del verbale di quella seduta dei 168 senatori che hanno votato lo scorso 23 ottobre per togliere lo scudo legale sull’ex Ilva ad ArcelorMittal. Si tratta del voto dei senatori della maggioranza, Pd, M5S, Leu, Gruppo Misto ed Italia Viva, di Renzi che hanno accolto un emendamento in tal senso presentato dalla grillina Lezzi.
L’ultima puntata della triste storia della più grande azienda siderurgica italiana è tutta in questa votazione, in un passo indietro che di fatto fa saltare un affare da decine di miliardi di euro e toglie credibilità al nostro paese. Quale imprenditore straniero potrebbe ora decidere di investire in una nazione dove si dice una cosa e poi si fa l’esatto contrario?
Che quella votazione sia dannosa per l’Italia quindi è chiaro a tutti ma va raccontata anche dal punto di vista politico e non solo industriale. E va raccontata anche la storia di questo “scudo penale”.
Si parte dai processi e dalle condanne per i danni ambientali dell’Ilva di Taranto. Si continua con la ricerca di un imprenditore che volesse bonificare, sistemare, investire, insomma salvare l’azienda ed i suoi 20 mila posti di lavoro (indotto compreso).
Gli indiani presentano un piano di investimenti ambientali ed industriali per diversi miliardi, e mettono anche quasi 2 miliardi per l’acquisto della società. In cambio chiedono garanzie; chiedono una sorta di scudo legale sui danni ambientali solo per il periodo di realizzazione dei lavori con un calendario ben preciso. Renzi, allora presidente del Consiglio, la concede e con lui il governo e la maggioranza.
Tutto bene, sembra; i lavori proseguono nei tempi rispettati e l scudo legale resiste. Il Movimento 5 Stelle però ha un’altra idea sullo scudo e sull’intera questione dell’ex Ilva. Già il Governo Lega-M5S a giugno lavorano all'eliminazione dello scudo. La spallata finale arriva però da Barbara Lezzi, l’ex Ministro, che ad ottobre presenta in commissione un emendamento per revocare definitivamente lo scudo legale. Una battaglia su cui il M5S è pronto a far cadere il Governo al punto che c’è pure la fiducia in ballo. A quel punto il Pd e Renzi si rimangiano quanto dettoe votato in passato (ovviamente tutto pur di non tornare al voto, tutto per non far vincere Salvini).
Il passo indietro però ha delle conseguenze, logiche. Arcelor Mittal parla di accordo non rispettato; senza scudo legale salta tutto. E così si arriva alla rinuncia di ieri.
Ora, travolti dal fango, tutti a chiedere una nuovo incontro, alla disperata ricerca di una soluzione. Domani Alcelor Mittal incontra il premier Conte per cercare di trovare una soluzione che dev'essere sia industriale che politica (chi la spunterà tra grillini e Pd?)
Ma se oggi ci troviamo in questa situazione assurda ci sono 168 senatori che dobbiamo ringraziare: Abate, Accoto, Agostinelli, Airola, Alfieri, Anastasi, Angrisani, Astorre, Auddino, Bini, Biti, Boldrini, Bottici, Buccarella, Campagna, Cario, Casini… etc etc etc