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March 08 2018
L’elezione di Toni Iwobi a senatore della Repubblica ha fatto scalpore. Lui, 62 anni, è nato in Nigeria e, da 40 anni, è italiano. Anzi, bergamasco. Da 25 anni poi è iscritto alla Lega Nord, mentre dal 5 marzo è anche il primo italiano di colore entrato a far parte del Senato sotto la bandiera del Carroccio. E questa notizia ha fatto il giro del mondo. Considerata una sorta di strumentalizzazione, il senatore Iwobi è stato eletto proprio da una forza politica di estrema destra che ha fatto della battaglia all'immigrazione il suo punto di forza.
Secondo l’inglese Guardian, Iwobi è l'esponente di un gruppo di estrema destra la cui retorica anti-immigrazione l'ha aiutato a ottenere i voti degli italiani. Dello stesso avviso l'americano New York Times che racconta la storia del neo senatore attraverso la polemica suscitata dal calciatore Mario Balotelli: “La Lega, con l'aiuto di Iwobi, ha adottato una politica intransigente contro i migranti che chiede un’espulsione di massa di circa 600mila persone, di cui molte dall'Africa, che hanno raggiunto l'Italia negli ultimi quattro anni”.
Iwobi, come il suo partito, auspica infatti a un'immigrazione regolata attraverso un rigido controllo dei clandestini. Responsabile per l’immigrazione sotto il Carroccio, il senatore fin degli anni ‘90 inizia a interessarsi all'allora partito di Umberto Bossi entrando a far parte del sindacato autonomo lombardo.
Nel 1993 si iscrive infatti alla Lega. A Spirano diventa assessore ai servizi sociali ottenendo il maggior numero di voti tra i candidati. Alle Regionali del 2013 (lo stasso anno in cui alla Camera, con il Partito Democratico, entra Cécile Kyenge) tenta la scalata al Pirellone ma non ce la fa. Ci ritenta nel 2018, quando Matteo Salvini lo candida alle Politiche per il Senato. E ci riesce.
Titolare di un’azienda informatica, Iwobi ha una laurea presa negli Stati Uniti negli anni ‘70. Arrivato in Italia con un permesso di soggiorno per motivi di studio nel 1976, si iscrive all'università di Perugia, si innamora e sposa con una donna della Bassa bergamasca da cui ha due bambini. Cattolico, la sua famiglia d’origine è numerosa: Toni Iwobi infatti ha dieci fratelli. Dopo l'Umbria si sposta dunque nella bergamasca. Qui viene assunto dall’Amsa, la società che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti urbani di Milano, prima come netturbino per poi essere promosso nel giro di poco tempo a impiegato visto il suo titolo di studio.
Oggi è il "neo senatore leghista di colore" la cui elezione ha fatto discutere. Tra i contrari il calciatore Mario Balotelli, che su Instagram, in riferimento a lui, ha postato: “Forse sono cieco io o forse non gliel'hanno detto ancora che è nero. Ma vergogna!". Un messaggio provocatorio contro il sostegno di Iwobi, in quanto di origini africane, al partito del Carroccio. Il senatore, in un'intervista al Quotidiano Nazionale, si è detto strenuo sostenitore dello slogan ‘Aiutiamoli a casa loro’ e ha sottolineato: “Non è uno slogan. Aiutiamoli a svilupparsi a casa loro con degli investimenti reali, lasciamo i popoli liberi di crescere, di svilupparsi, senza dominarli. Quando il mondo occidentale ha cercato di dominare quello africano, è nato il razzismo”.
Cécile Kyenge e Toni Iwobi sono nati nello stesso continente ma non difendono gli stessi ideali. E per questo lei subisce offese di ogni genere. Le opinioni di Iwobi contraddicono quelle di Kyenge, diventata il primo ministro nero d’Italia alla Camera dei deputati nel 2013 sotto il governo Letta da sempre in prima linea nella lotta al razzismo. Kyenge, rispetto a neoeletto, subisce attacchi inauditi durante il suo breve mandato, tra cui il lancio di banane e offese, quest'ultime proprio dal senatore della Lega, Roberto Calderoli.