Tony Fabrizio: "Dalla Harris bugie e voltafaccia ma i media le fanno passare tutto"

A sentire certi media, sembrerebbe che Kamala Harris abbia già la strada spianata verso la Casa Bianca. Una narrazione forse un tantino esagerata. Per carità, che la vicepresidente stia godendo di una sorta di “luna di miele” è senz’altro vero: ha raccolto molti fondi a luglio e vari sondaggi la danno al momento in testa negli Stati chiave. Tuttavia, andrebbe anche ricordato che Donald Trump, nel 2016, vinse rastrellando la metà dei soldi di Hillary Clinton. Inoltre, il vantaggio che attualmente i sondaggi attribuiscono alla Harris in Pennsylvania, Michigan e Wisconsin è assai inferiore a quello di cui godevano Joe Biden e Hillary Clinton rispettivamente a metà agosto del 2020 e dello stesso 2016. Ebbene, per cercare di riequilibrare un poco il racconto mediatico dell’attuale campagna elettorale americana, La Verità ha intervistato il capo sondaggista della campagna di Trump, Tony Fabrizio: uno che, lo scorso 23 luglio, aveva previsto la “luna di miele” di cui avrebbe beneficiato la Harris. Ecco, proprio di questa “luna di miele” abbiamo parlato e di come si sta orientando la campagna del tycoon per contrastarla. Fabrizio è convinto che il momento magico della Harris sia in gran parte gonfiato dalla benevolenza dei media. E che Trump ce la potrà fare, riportando il dibattito sui temi concreti: temi rispetto a cui, dall’inflazione all’immigrazione clandestina, la candidata dem – in quanto vicepresidente in carica – risulta in difficoltà. Non a caso, durante la conferenza stampa dell’altro ieri sera, l’ex presidente si è presentato circondato da generi alimentari, sottolineando l’aumento dei loro prezzi.


Tony Fabrizio, qual è la strategia che la vostra campagna sta adottando per conquistare la Casa Bianca?

“La nostra strategia è focalizzata sull'economia, sui confini e sull'instabilità negli eventi globali. L'economia, in particolare la questione dell'accessibilità economica, è un problema che tocca tutti gli americani di ogni estrazione sociale. Gli elettori hanno ricordi positivi di come l'economia ha funzionato sotto il presidente Trump: inflazione inesistente, crescita occupazionale, basso costo delle case, prezzi accessibili della benzina. Noi metteremo a confronto quel successo con il modo in cui l'amministrazione di Biden e della Harris ha fatto crollare l'economia, che il presidente Trump aveva lasciato in eredità, con il loro programma di spesa di sinistra a favore del big government”.

Prosegua.

“Alla frontiera, i fallimenti della Harris sono evidenti. Quasi dieci milioni di clandestini hanno inondato il nostro Paese mentre sovrintendeva al confine. Si rifiuta di chiamare criminali i clandestini, si rifiuta di rimpatriarli, chiuderebbe tutti i centri di detenzione per migranti e lascerebbe liberi gli immigrati irregolari nel nostro Paese. Sostiene anche le città santuario che ospitano criminali clandestini. E sulla scena mondiale, lei e Biden hanno riportato gli Stati Uniti nel disastroso accordo nucleare iraniano e hanno revocato le sanzioni del presidente Trump che stavano strangolando gli iraniani. Ora gli iraniani hanno miliardi di dollari per finanziare il loro regno del terrore in tutto il mondo e per finanziare i loro proxy nell'attaccare Israele”.

Per la presidenza occorrono notoriamente almeno 270 grandi elettori, i cosiddetti voti elettorali. Quali sono gli Stati chiave della mappa elettorale su cui state puntando maggiormente?

“Gli Stati chiave sono Arizona, Georgia, Michigan, North Carolina, Nevada, Pennsylvania e Wisconsin. Ci sono numerosi percorsi per raggiungere i 270 voti elettorali data quella combinazione di Stati. Per esempio, se il presidente Trump vincesse tutto quello che ha vinto nel 2020 e vincesse in Pennsylvania e Georgia o vincesse in Pennsylvania, Arizona e Nevada, supererebbe i 270 voti elettorali”.

Quali sono le maggiori vulnerabilità della Harris?

“Il suo curriculum come procuratore distrettuale di San Francisco, il suo curriculum come procuratore generale della California, il suo curriculum come senatrice e il suo curriculum, condiviso con Biden, come vicepresidente. Ha tracciato una strada che è molto più a sinistra di Biden e francamente della maggior parte degli elettori su qualsiasi cosa: dagli aumenti delle tasse al rilascio dei criminali, dalle posizioni ambientaliste estremiste all’apertura delle frontiere. E ci sono tantissimi video di lei che, con le sue stesse parole, sostiene queste posizioni estremiste”.

Secondo lei, come si spiega la “luna di miele” di cui sembra godere, da qualche settimana, la Harris? Ma soprattutto: quanto potrebbe durare questa “luna di miele”?

“In parole povere, la causa sono i media statunitensi. Gli stessi media che solo pochi mesi fa scrivevano che Biden avrebbe dovuto sostituirla come sua vicepresidente, ora la trattano come se nulla di tutto ciò fosse mai accaduto. Le hanno lasciato passare quasi tutto. Sono trascorse più di tre settimane e non ha ancora rilasciato interviste e ha risposto a pochissime domande. Quanto durerà la luna di miele è difficile da giudicare, poiché parte di essa dipenderà da come i media la tratteranno in futuro e da come andranno i dibattiti tra lei e il presidente Trump”.

Effettivamente un po’ di partigianeria mediatica a favore della Harris è difficilmente negabile.

“Il trattamento riservato finora dai media alla Harris è senza precedenti. Come ho sottolineato prima, solo pochi mesi fa scrivevano articoli sulla necessità che venisse scaricata, perché era un peso per Biden. Ora la trattano con i guanti di velluto. Gli americani hanno sempre saputo che i media sono prevenuti nei confronti dei repubblicani, ma questo è un livello di parzialità completamente diverso. Analizzano ogni parola del presidente Trump e non si sono presi la briga di sottolineare i voltafaccia della Harris o le sue vere e proprie bugie. Noi, come campagna, continueremo a sottolineare il curriculum e le posizioni della Harris”.

Che cosa pensa del fatto che la Harris abbia scelto Tim Walz come vice?

“Questo è un esempio perfetto del trattamento che i media riservano alla Harris. Ha ignorato non solo uno, ma due potenziali candidati vice provenienti da Stati in bilico (Josh Shapiro della Pennsylvania e Mark Kelly dell'Arizona), che presumibilmente avrebbero potuto aiutarla a vincere quegli Stati, per scegliere qualcuno che non le offre alcuno Stato in bilico. La risposta dei media è stata sostanzialmente il silenzio. Nessuna critica o analisi su quanto sia stata una cattiva scelta. Quanto a Walz stesso, la Harris ha sostanzialmente scelto un'anima gemella ideologica. Condividono le stesse posizioni di estrema sinistra su criminalità, frontiere, ambiente e tasse”.

La Harris è stata recentemente contestata da manifestanti filopalestinesi in Michigan e Arizona, mentre ha irritato l’ala filoisraeliana per non aver scelto Shapiro come vice. Che cosa ne pensa?

“Penso che questo possa rappresentare un vero problema per lei, perché, cercando di avere entrambe le cose, finirà per alienarsi entrambe le parti”.

La Harris e Walz si sono espressi contro il Columbus day. Come si comporteranno elettoralmente gli italoamericani?

“La Harris e Walz sono completamente allineati all'agenda woke. Ci sono tonnellate di video in cui lei proclama con orgoglio la sua fedeltà a essa. Uno dei gruppi più forti del presidente Trump sono gli elettori italoamericani”.


(Intervista pubblicata su La Verità il 17 agosto 2024)

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