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June 05 2017
Almeno 1.527 feriti, fra i quali ci sono due persone e un bimbo di 7 anni, Kelvin, in condizioni che "destano maggiori preoccupazioni". È il bilancio di alcuni momenti di panico avvenuti a Torino in piazza San Carlo la notte della finale di Champions League Juventus-Real Madrid.
Ma cosa è successo davvero? La folla è stata presa dal panico e dalla psicosi da attacco terroristico e ora la Digos e il pm Antonio Rinaudo cercano di fare luce sulle cause e sulle eventuali responsabilità dell'accaduto.
Le autorità per ora hanno spiegato come a scatenare il panico in piazza San Carlo ci sono stati "eventi in corso di accertamento". Forse un petardo. Forse un falso allarme bomba. La dinamica e le prime testimonianze hanno subito fatto pensare all'equivoco terrorismo, qualcuno che ha urlato creando l'impressione di un attentato.
Poi il cedimento di una ringhiera della scala del parcheggio al centro della piazza, i primi feriti, la gente che scappa, la psicosi che si diffonde per tutta la piazza. La gente ha iniziato a spingersi, travolgendo le transenne e iniziando a correre lungo le vie limitrofe. La maggior parte delle persone ha cominciato a correre lungo via Roma, verso la stazione di Torino Porta Nuova.
Subito i vigili del fuoco e le forze di sicurezza schierate in strada hanno provato a riportare la calma, e sul posto sono arrivate numerose ambulanze, segno evidente che la calca aveva travolto persone. Attorno alle 23, piazza San Carlo si era completamente svuotata, mentre le sirene continuavano a far sentire il loro suono, e la polizia cercava di capire.
Esistono dei video, realizzati in presa diretta da alcuni giornalisti, che mostrano un giovane comportarsi in modo anomalo: è fermo in mezzo al fuggi fuggi, a torso nudo, con uno zainetto nero in spalla e le braccia allargate come in croce, mentre la gente gli fa il vuoto attorno. "Non ho sentito nè scoppi nè spari - spiega Marco C., 36 anni, da Brescia -. Il boato era quello di migliaia di persone che correvano".
Quanto alla macchina dei soccorsi, è stato utilizzato uno speciale protocollo per le emergenze che ha permesso agli ospedali di Torino e provincia di reggere l'urto al meglio. Sono i tifosi a nutrire piu' di un dubbio su come era stata organizzata la proiezione. Nicola, un trevigiano, racconta di avere lasciato piazza San Carlo alle 19 per la "troppa gente" e una "situazione non delle migliori". "Con i miei amici ho raggiunto il secondo maxischermo a Borgo Dora, dove è filato tutto liscio".
Sotto accusa c'è l'abbondante presenza di alcolici e di bottiglie in vetro (sono stati i cocci a ferire la stragrande maggioranza dei fuggitivi) unita al massiccio numero di venditori abusivi.
Il sindaco Chiara Appendino viene invitata dalle forze politiche a "dare spiegazioni" ma solo la Lega si spinge a ventilare richieste di dimissioni. L'ordinanza comunale del primo giugno specifica che le misure per l'incolumità pubblica dovevano essere garantite dal soggetto che ha allestito il maxi schermo, l'agenzia Turismo Torino. "Sono le stesse modalità messe in atto nel 2015 - puntualizza Palazzo Civico - in occasione della finale del 6 giugno. Anche in quel caso non era stato approvato alcun provvedimento di ulteriore limitazione nella vendita di vetro e metallo oltre a ciò che è' previsto dal regolamento di polizia urbana".
Per qualche ora la polemica infuria intorno alle parole del senatore M5S Alberto Airola, che poi si scusa: in un post su Facebook di prima mattina accusava i media di voler "infangare il buon lavoro di amministrazione, prefettura e questura" con numeri "farlocchi" su "presunti feriti". Il presidente di Fdi Giorgia Meloni parla di "delirio M5S"; Forza Italia invita a non strumentalizzare, mentre il Pd si dice sconcertato. Poi arrivano le scuse del pentastellato. "Non volevo fare polemica. Sono stato in piazza sino alle 3.30 e nessuno sapeva dare numeri precisi".