Matteo Bazzi/Ansa
Economia

Tredicesime 2013: in cosa le spenderemo e perché sono ferme al palo

Tra 34 e 37 miliardi di euro. E' la cifra complessiva che tutti i lavoratori dipendenti e i pensionati italiani si ritroveranno nella busta paga del mese di dicembre, grazie all'arrivo delle tredicesime. Purtroppo, però, gran parte di questi soldi non finirà nello shopping natalizio, bensì nel pagamento dei debiti e delle bollette. A dirlo sono le associazioni di categoria come la Cgia (la confederazione degli artigiani) di Mestre e Federconsumatori-Adusbef, che giungono più o meno alle stesse conclusioni.

GLI STIPENDI E L'INFLAZIONE

PENSIONI: GLI AUMENTI DAL 2014

Secondo la Cgia, per esempio, le tredicesime del 2013 rimarranno sostanzialmente invariate rispetto all’anno scorso, almeno in rapporto al costo della vita. Un operaio specializzato che guadagna 21mila euro lordi all'anno (corrispondenti a circa 1.250 euro netti al mese) riceverà uno stipendio-extra superiore di appena un euro rispetto a quello dell’anno scorso. Non vanno meglio le cose per un impiegato con un reddito lordo annuo di oltre 25.600 euro (pari ad una busta-paga netta mensile di 1.400 euro circa) che riceverà 2 euro in più nella tredicesima di quest’anno. Infine, un dipendente di livello più alto, con una retribuzione di quasi 50mila euro all'anno (cioè con uno stipendio mensile netto attorno a 2.500 euro) non avrà neppure un centesimo di aumento.

ASSEGNI FERMI AL PALO

Per l'associazione degli artigiani di Mestre, dunque, le tredicesime sono pressoché ferme al palo, soprattutto per una ragione: mentre gli stipendi del 2013 si sono rivalutati mediamente dell'1,4% , gli aumenti sono stati divorati in gran parte dall'inflazione, che quest'anno si è attestata all'1,3%. Dunque, anche se la tredicesime sono un po' più alte in valore assoluto, il loro potere di acquisto è rimasto inalterato. Ciononostante, il presidente della CgiaGiuseppe Bortolussi si è augurato che i 37 miliardi di euro incassati dagli italiani nel salario aggiuntivo di dicembre servano a finanziare (almeno un po') lo shopping del prossimo Natale, visto che in Italia i consumi sono crollati di oltre il 5% negli ultimi 5 anni e le vendite delle festività rappresentano oltre il 30-40% del fatturato annuale di parecchi commercianti.

I DEBITI MANGIANO LO STIPENDIO EXTRA

Secondo Federconsumatori e Adusbef, però, i desideri di Bortolussi rimarranno probabilmente inappagati. Entrambe le associazioni, calcolano che il valore complessivo delle tredicesime degli italiani sarà sui 34 miliardi (in calo di 300 milioni rispetto al 2012), di cui soltanto 3 miliardi rimarranno però nelle tasche dei lavoratori per fare acquisti. La maggior parte della mensilità aggiuntiva servirà infatti per pagare i debiti e le bollette, che oggi pesano non poco sul bilancio delle famiglie. Più di 8 miliardi se ne andranno per le utenze domestiche, quasi 5 miliardi per il mutuo di casa e altri 4,3 miliardi per rimborsare le rate dei prestiti personali. Più o meno la stessa cifra verrà impiegata complessivamente dai consumatori per i bolli auto e moto mentre l'Imu sulle seconde case assorbirà quasi 1,8 miliardi di risorse delle famiglie. Messe assieme tutte queste spese, per il cenone e i regali di Natale resterà dunque ben poco.

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