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January 30 2017
San Francisco, Atlanta, New York, Washington, Seattle e così in altre decine di città degli Stati Uniti. Uniti nella protesta contro il decreto del neo presidente Usa, Donald Trump, che ha bloccato l'ingresso negli Usa per le persone provenienti da paesi come Iran, Siria, Yemen ed altre nazioni musulmane con stretti legami con i terroristi dell'Isis e di Al Qaeda.
Una decisione improvvisa che ha scatenato la rabbia di normali cittadini per prima cosa negli aeroporti dove sono arrivati i racconti delle persone bloccate che non hanno potuto riabbracciare le loro famiglie.
La protesta poi si è spostata ed estesa nei palazzi della politica e della giustizia. Molti infatti i senatori del partito repubblicano che si sono schierati contro la decisione di Trump. Molti anche i giudici che, in diversi singoli stati, hanno dichiarato incostituzionale ed illegittima la decisione di Trump, di fatto annullandola.
Proteste che hanno unito anche il mondo dello sport, dell'economia con storie di grandi atleti e preziosi ingegneri che non hanno potuto fare rientro negli Stati Uniti anche se in possesso della tanto famosa "green card"