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Le relazioni segrete: Trump, Putin, Musk e il gioco nascosto del potere

In un complesso gioco di messaggi segreti e dichiarazioni ufficiali, l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti per il 2024 ha suscitato un riserbo quanto mai eloquente in Russia. La testata russa Verstka ha rivelato che Putin si sarebbe congratulato privatamente con Trump, mentre, in pubblico, il Cremlino rimane ufficialmente distaccato. Il portavoce Dmitrij Peskov ha sottolineato che le relazioni tra i due Paesi «sono ai minimi storici», definendo gli USA come «paese ostile», un avversario più che un alleato. Ma dietro queste dichiarazioni si cela un sottotono che fa pensare a una sorta di gioco diplomatico.

Sebbene i comunicati ufficiali continuino a riflettere una gelida neutralità, alcuni esponenti di spicco del governo russo, sempre secondo Verstka, come il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov e il presidente della banca di Stato Sberbank, Herman Gref, si sarebbero già congratulati con Trump attraverso canali informali. L’entourage di Putin sembra dunque muoversi su due livelli: da una parte, uno scetticismo pubblico; dall’altra, una rete di contatti sotterranei che lasciano intravedere diverse aspettative. «Mosca nutre speranze su Trump», ha rivelato una fonte anonima del parlamento russo. La vittoria del repubblicano potrebbe infatti portare a un indebolimento del sostegno statunitense all’Ucraina, aprendo una svolta attesa da tempo dal Cremlino.

«È importante ricordare che parliamo di un paese ostile, coinvolto direttamente e indirettamente in un conflitto contro il nostro stato», ha ribadito Peskov il giorno successivo a queste rivelazioni, sottolineando ancora una volta l’austera fermezza del regime. Intervenendo al forum educativo «Conoscenza. I Primi», il portavoce del Cremlino ha aggiunto di non nutrire opinioni particolari sulla vittoria di Trump alle elezioni, evidenziando come Mosca «mantenga la propria agenda». Alla domanda se il presidente russo accetterebbe un eventuale invito a visitare gli Stati Uniti da parte di Trump dopo l’insediamento, Peskov ha risposto che «discussioni ipotetiche non sono appropriate», ricordando che «è in corso una guerra contro il nostro paese e, in queste condizioni, è cruciale ciò che verrà detto e fatto».

E qui si fa interessante l’intervento del giornalista Bob Woodward, che nel suo recente libro «War» riporta inquietanti rivelazioni sulle relazioni tra Trump e Putin. Secondo Woodward, Trump e Putin non avrebbero mai realmente interrotto i contatti: l’ex presidente avrebbe infatti continuato a sentirsi con il leader russo ben oltre il suo primo mandato. Una fonte vicina alla campagna di Trump sostiene che le conversazioni tra i due sarebbero state «frequenti e inaspettate», a dimostrazione di un legame che andrebbe oltre la politica formale. E non è tutto: a inizio 2024, proprio durante l’avvio della campagna elettorale di Trump, Woodward riporta che l’ex presidente avrebbe organizzato una telefonata riservata con Putin, mandando via tutti i collaboratori dal suo ufficio a Mar-a-Lago, in Florida.

Questa continuità di rapporti ha fatto insospettire gli osservatori politici: potrebbe Trump essersi portato avanti nella costruzione di un ponte diplomatico con Mosca, già proiettando le sue mosse per il secondo mandato? Secondo Woodward, la risposta è sì. Trump sembrerebbe aver costruito, sin dall’inizio della sua ascesa politica, una fitta rete di contatti privilegiati con il Cremlino, con la precisa intenzione di ricucire i rapporti tra i due Paesi, persino in un momento di massima tensione per il conflitto russo-ucraino. «Non posso dirti cosa ho intenzione di fare», aveva affermato Trump ai media già in tempi non sospetti, «ma ho il mio piano per risolvere tutto questo in un giorno».

In Russia, vi è però chi esce dagli schemi e via social si sbilancia in dichiarazioni: «La posizione dell’esercito russo potrebbe migliorare significativamente», ha dichiarato Dmitrij Medvedev. E Kirill Dmitriev, capo del Fondo di Investimento Russo, ha affermato che «questa vittoria potrebbe essere l’occasione per resettare i rapporti tra Stati Uniti e Russia». Tuttavia, molti burocrati restano scettici: «L’America è l’America, e difficilmente cambierà il suo atteggiamento di base verso di noi», ha confidato una fonte anonima del governo a The Bell.

I mercati russi hanno risposto positivamente alla vittoria di Trump, con l’indice MIB che ha registrato un aumento del 3% subito dopo l’annuncio dei risultati. Molti investitori sperano che il Tycoon riduca le sanzioni contro la Russia, facilitando un clima economico meno soffocante. Eppure, come ha chiarito l’analista Aleksandr Gabuev, direttore del Carnegie Russia Eurasia Center, in un’intervista al Financial Times, lo stesso Putin conserva aspettative prudenti: «Le illusioni sul fatto che Trump possa risolvere i nostri problemi sono pericolose». L’ipotesi che Trump possa accelerare una rapida risoluzione del conflitto ucraino è accolta con scetticismo persino all’interno del Cremlino.

In questo intrigo internazionale, spunta una terza figura, quella di Elon Musk. Nel 2024, durante un’intervista su X Spaces, Trump ha dichiarato: «Conosco bene Putin, lui mi rispetta. Insieme possiamo risolvere molte cose». Musk, proprietario della piattaforma e interlocutore privilegiato di Trump, sembrava apprezzare il tono dell’ex presidente, ma quale ruolo sta giocando davvero in questo intricato triangolo? Sebbene Musk non abbia rilasciato dichiarazioni ufficiali su Trump, appare evidente che abbia consentito un ulteriore canale di dialogo che, in tempi di crisi diplomatica, potrebbe risultare strategico.

Musk non è nuovo ai legami controversi con la politica internazionale: già in precedenza aveva fatto parlare di sé per aver offerto a Putin una soluzione al conflitto in Ucraina, suscitando reazioni contrastanti. Il suo ruolo di mediatore ha però un peso, e la sua connessione con Trump non fa che aggiungere complessità al mosaico diplomatico tra Washington e Mosca. Sebbene non ci siano prove di un coinvolgimento diretto, la sua piattaforma si è rivelata il palcoscenico ideale per le dichiarazioni di Trump.

Con le elezioni appena concluse, le domande sul futuro delle relazioni USA-Russia rimangono aperte. Trump sarà davvero in grado di mettere in atto i suoi piani? E Putin riuscirà a sfruttare questa opportunità per far pendere la bilancia a favore della Russia? Mentre il Cremlino si muove tra entusiasmo contenuto e distacco ufficiale, un dato è certo: la vittoria di Trump rappresenta una variabile imprevista che potrebbe riscrivere gli equilibri geopolitici.

Il dialogo segreto tra Trump e Putin, che sembra risalire agli anni passati, si colloca in una zona grigia della politica internazionale. Come osserva Woodward, Trump ha sempre avuto un approccio peculiare alle relazioni estere, ignorando le consuetudini diplomatiche per costruire rapporti diretti, spesso controversi, con i leader internazionali. Il futuro ci dirà se questo stile porterà a un riavvicinamento tra Washington e Mosca o se, al contrario, renderà il mondo ancora più imprevedibile.

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