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February 20 2017
Domenica, il New York Times ha rivelato che Mike Flynn, consigliere per la sicurezza nazionale costretto poi alle dimissioni per le relazioni pericolose con l'ambasciatore russo, aveva sul tavolo un "piano di pace" per l'Ucraina. Solo che non era stato preparato dai suoi collaboratori o da altre personalità dall'amministrazione, ma da due "privati" cittadini americani e da un deputato di Kiev.
Il piano, secondo il quotidiano Usa doveva aiutare la revoca delle sanzioni Usa alla Russia, superando la crisi ucraina, iniziata nel 2014 con l'annessione della Crimea.
Il testo è stato preparato da Michael D. Cohen, l'avvocato personale di Trump; Felix H. Sater, un businessman da tempo legato a Trump, con il quale ha anche fatto affari, e da un deputato ucraino, Andrii. V. Artemenko, che sta cercando di dare vita a un movimento politico (per il quale avrebbe lavorato il chiacchierato ex capo della campagna elettorale di Trump, Paul Manafort) contro il presidente Viktor Poroshenko, per destituirlo.
Il Times sottolinea che "benché non ci sia nulla di illegale in questi tentativi non ufficiali, una proposta che sembra un regalo agli interessi russi dovrebbe far partire alcuni allarmi".
Il piano prevede che Trump "sponsorizzi un'intesa che preveda il ritiro di tutte le forze russe dalla regioni orientali (e separatiste) ucraine. Che gli ucraini (tutti) votino in un referendum sulla cessione della Crimea alla Russia in affitto per 50 o 100 anni", come prevedeva l'accordo per la Flotta Russa sul Mar Nero a Sebastopoli.
Il problema è che per realizzare questo 'piano ambizioso' sono previste delle scorciatoie la prima delle quali è liberarsi politicamente del presidente Poroshenko.
A questo servirebbero i dossier preparati da Artemenko per accusare Poroshenko e i suoi di corruzione. Un piano - dice il Nyt - che Artemenko stesso sostiene sia sostenuto da stretti consiglieri di Putin.
Sia Cohen che Sater hanno chiarito al Times "di non aver mai parlato a Trump della proposta" e hanno riconosciuto "di non avere esperienza in politica estera.
Cohen è peraltro sotto esame da parte dell'Fbi per possibili legami con la Russia, secondo fonti dei federali: Anche anche se lui ha negato di avere alcun legame illecito.
"L'Fbi - però - sta verificando un dossier non confermato, compilato da un ex 007 britannico e finanziato da oppositori politici di Trump, che sostiene che Cohen abbia incontrato a Praga rappresentanti russi durante la campagna elettorale per discutere degli obiettivi democratici che gli hacker russi avrebbero dovuto colpire. Il funzionario russo citato nel rapporto ha dichiarato al New York Times che non ha mai incontrato Cohen, che a sua volta ha sostenuto di non essere mai stato a Praga e che il contenuto del dossier sono bugie inventate di sana pianta".
Mentre "non è chiaro se la Casa Bianca prenderà sul serio la proposta", scrive il Times, "la stessa esistenza di questa iniziativa diplomatica dilettantesca ha fatto infuriare l'ambasciatore ucraino a Washington, Valeriy Chaly che ha sottolineato come il deputato Artemenko ‚ «non ha alcun titolo per presentare piani di pace alternativi a nome dell'Ucraina ad alcun governo straniero inclusa l'amministrazione Usa»". "Cohen - conclude il Nyt - ha dichiarato che stava aspettando una risposta quando Flynn e stato costretto a dimettersu. Ora lui, Sater e Artemenko stanno sperando che il nuovo Consigliere per la Sicurezza Nazionale prenderà in considerazione il loro progetto".
Il vicepresidente rassicura l'Europa
Mike Pence, il vice presidente dell’amministrazione Trump, invece prova a rassicurare l’Unione Europea nella sua visita a Bruxelles di lunedì 20 febbraio. E lo fa addirittura mettendo in guardia la Russia. Insomma parole abbastanza sorprendenti da un uomo di Trump (anche se Pence, in effetti non è certo parte del clan ed è un politico repubblicano decisamente tradizionale, quindi tendenzialmente russofobico). E tuttavia parole allusive alla possibile relazione di conciliazione con Mosca. Quindi, rassicurazioni solo parziali per l'Europa.
Per Trump sono stati mesi di attacchi verbali e flirt con la Russia in campagna elettorale e da presidente. Culminate con la rivelazione delle relazioni pericolose di Flynn con Putin e i suoi (che gli sono costate il posto), precedute da soddisfatte dichiarazioni di giubilo per la Brexit e da ripetuti attacchi all’Unione - che hanno fatto gongolare tutti i sovranisti d’estrema destra europei. Poi si sono aggiunte le ripetute dichiarazioni contro la Nato. Il tutto, in un quadro contaminato dall’ideologia tossica di Steve Bannon, uomo dell’estrema destra culturale e politica, affine agli argomenti di unicità di lingua, religione, etnia, cultura del modello eurasiatico di Putin.
Insomma, Trump è fino a oggi sembrato il presidente che vuole la fine dell’Unione Europea. Esattamente come Putin.
Per questo Pence, a Bruxelles, ha incontrato il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, per dire che l’amministrazione di Donald Trump ha confermato "il forte impegno degli Usa di continuare la cooperazione e la partnership con l'Unione Europea”.
In questo quadro soprattutto sembrano risuonare significative le parole di Pence che riguardano la Russia. L’argomento di maggiore frizione anche emotiva fra la nuova amministrazione e Bruxelles, ma anche il tema che più mette a rischio la stabilità del governo Trump all’interno, nelle relazioni con l’intelligence, con l’opposizione democratica alla Camera e al Senato, con i media, ma anche con una parte del partito Repubblicano, storicamente all’erta e preoccupata quando si ha a che fare con la Russia.
Pence ha infatti che gli Usa restano determinati "in difesa della sovranità e integrità territoriale" come risposta allo "sforzo russo di ridisegnare le frontiere europee con la forza". Sull'Ucraina, gli Usa continueranno "a ritenere la Russia responsabile" per il mancato rispetto degli accordi di Minsk. Certo, il vicepresidente ha poi confermato che Trump gioca senza regole anche in questo quadro. La nuova amministrazione, ha aggiunto, "ricercherà in modo nuovo un nuovo terreno comune con la Russia, che il presidente Trump ritiene di poter trovare".
[The New York Times, Agi, Ansa]