Panorama D'Italia
November 03 2017
“Il principe dei tenori italiani, l’erede naturale diLuciano Pavarotti”. Così Giorgio Mulè, direttore di Panorama, apostrofa Vittorio Grigolo. Lui si trova dietro le quinte, ha appena concluso una performance straordinaria al Museo Guggenheim di New York, un omaggio ad Arturo Toscanini.
Torna sul palco per raccontare di sé e della sua storia fatta di precoce successo, di una voce calda e potente che sta conquistando il mondo. Di sicuro, ha conquistato gli Stati Uniti d'America, paese con cui il tenore ha un legame particolare.
"Qui mi sento a casa” racconta riferndosi alla città che lo ama "fin dai tempi del debutto con Bohème nel ruolo di Rodolfo al Metropolitan - dice il direttore di Panorama - Ma qual è l’opera che ha lasciato l’impronta maggiore nella tua vita professionale?”.
Grigolo non ha dubbi: è Tosca. "Avevo otto anni quando ho calcato per la prima volta il palcoscenico. Il mio sogno era diventato realtà. Lavoravo con grandi artisti, fra cui Luciano Pavarotti. Ho avuto l’onore di stargli accanto quattro volte, mi ha sempre dato tanti consigli, diceva che io avevo carisma e che è questo che rende una persona speciale”.
Poi il debutto alla Scala di Milano. Come è stato? domanda Mulè. "Difficile, c’era il presidente della Repubblica, la televisione, la mia famiglia. Ero l’artista più giovane, molto emozionato. È stata un’esperienza che mi ha reso più forte”.
Alle spalle di Grigolo intanto scorrono le immagini di mille debutti, incontri, amicizie: "Ho molti amici sportivi, tennisti, - racconta - e a loro dico sempre che possono permettersi di sbagliare una palla, io no perché se sbaglio una nota mi gioco la carriera". E quanto ai traguardi, il tenore aggiunge: "È più difficile mantenerne uno vecchio piuttosto che raggiungerne uno nuovo, perché ogni volta che ti presenti davanti al pubblico devi dare qualcosa in più. Io studio continuamente, la mia voce cresce, sta maturando e questo vuole dire che sono sulla strada giusta”.
Sono tanti i riconoscimenti avuti da Grigolo nella carriera. L’ultimo è arrivato da Panorama d’Italia: il Leadership Excellence Award. Ma non basta perché Grigolo è in partenza per Washington dove lo aspetta un altro premio, il prestigioso Niaf, il National italian american foundation.
E poi proprio non ce la fa, quando alle sue spalle appare la foto con Toni Renis intona “quando, quando tu verrai..”. E la sala esplode in un lungo applauso.