Dal Mondo
April 19 2023
Rached Ghannouchi, leader del movimento tunisino islamo-conservatore Ennahda, espressione della Fratellanza musulmana e uno dei principali oppositori del presidente Kaïs Saïed, è stato arrestato lo scorso 17 aprile nella sua abitazione di Tunisi. Qualche giorno prima aveva affermato che la Tunisia sarebbe stata minacciata da una guerra civile «se l'Islam politico fosse stato eliminato». Una fonte del ministero degli Interni tunisino ha confermato a France 24 che l'arresto di Ghannouchi è legato a questa incauta dichiarazione. Il vicepresidente di Ennahda Mondher Lounissi ha dichiarato in una conferenza stampa che Ghannouchi era stato portato in una caserma della polizia per essere interrogato e che i suoi avvocati non erano stati autorizzati a partecipare. Ghannouchi, che ha guidato il Parlamento sciolto nel luglio 2021 da Kaïs Saïed, è l'oppositore più importante ad essere arrestato dopo questo colpo di Stato. L'arresto di Rached Ghannouchi è avvenuto in occasione dell'iftar, il pasto di rottura del digiuno del Ramadan e poche ore prima della celebrazione da parte dei fedeli «della notte sacra del destino». Il suo arresto era nell’aria visto che da tempo le tensioni tra lui e il presidente Saïed si erano fatte sempre più forti, tanto che nel febbraio scorso Ghannouchi era stato condotto presso il Centro giudiziario antiterrorismo a seguito di una denuncia che lo accusava di aver definito «tiranna» la polizia. L'oppositore del presidente Saïed era stato anche ascoltato nel novembre 2022 da un giudice del centro giudiziario antiterrorismo per un caso relativo al presunto invio di jihadisti in Siria e in Iraq e a questo proposito, secondo un report del Soufan Group, dalla Tunisia sono partiti oltre 6.000 combattenti che fanno della Tunisia il paese con il maggior numero pro capite di foreign fighters al mondo. Rached Ghannouchi nel luglio scorso è stato anche interrogato con l'accusa di «corruzione e riciclaggio di denaro» legato al trasferimento di fondi dall'estero ad un'organizzazione di beneficenza affiliata a Ennahda e quindi ai Fratelli musulmani.
Dall'inizio di febbraio le autorità tunisine hanno incarcerato più di venti oppositori e personalità tra cui ex ministri, uomini d'affari e il proprietario dell'emittente radiofonica più ascoltata del Paese, Mosaïque FM. Questi arresti, denunciati da ONG locali e internazionali, hanno preso di mira personalità politiche di spicco del Fronte di Salvezza Nazionale (FSN), la principale coalizione di opposizione di cui Ennahda fa parte.
Il presidente Saïed, ha definito gli arrestati «terroristi coinvolti in una cospirazione contro la sicurezza dello Stato». Dopo il colpo di Stato, il presidente ha fatto rivedere la Costituzione per istituire un sistema ultrapresidenzialista a spese del Parlamento che non ha più poteri reali, a differenza della disciolta Assemblea che è dominata da Ennahda. Ghannouchi già oppositore di primo piano sotto i regimi di Habib Bourguiba e Zine El Abidine Ben Ali, fece ritorno nel paese dopo vent'anni di esilio a Londra in seguito alla caduta del dittatore nel 2011. All’epoca venne accolto con tutti gli onori da migliaia di persone che scandivano il nome poi la sua stella si è progressivamente affievolita e oggi i suoi detrattori lo accusano di essere solo un abile manovratore pronto a tutto pur di restare al potere. Difficile dargli torto visto che nonostante non sia mai riuscito a conquistare la maggioranza assoluta, è sempre riuscito a far sì che Ennahda sia fondamentale per formare le varie coalizioni che si sono succedute negli anni. Lo spregiudicato Ghannouchi per restare al centro della partita politica ha stretto alleanze a dir poco spericolate con il partito liberale Qalb Tounes dell'imprenditore Nabil Karoui, o con l'ex presidente Beji Caid Essebsi, sostenendo sempre «la necessità di un consenso necessario alla transizione democratica». Ghannouchi all'inizio della sua carriera, si è prima ispirato alla Fratellanza musulmana egiziana, prima di rivendicare il modello islamista turco di Recep Tayyip Erdogan che non è altro che la declinazione turca della Fratellanza musulmana a sua volta legatissima al Qatar.
Quello che è certo è che l’arresto di Ghannouchi rischia di diventare un problema molto serio per il presidente Saïed sempre più in difficoltà dopo che le trattative per il prestito con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) finora non hanno dato frutti. A questo proposito Mahmoud bin Mabrouk, portavoce del Movimento 25 luglio del presidente Kais Saïed ha dichiarato che il Paese nordafricano sta considerando l'adesione al blocco economico BRICS. Bin Mabrouk, parlando all'Arab News Agency sui negoziati di prestito della Tunisia con il FMI, sabato 8 aprile, ha dichiarato : «Non accetteremo nessun dettame o interferenza negli affari interni della Tunisia. Stiamo negoziando i termini, ma ci rifiutiamo di ricevere istruzioni e l'agenda dell'UE». Poi Bin Mabrouk ha continuato affermando che «I paesi BRICS - Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica rappresentano un'alternativa politica, economica e finanziaria che consentirà alla Tunisia di aprirsi al nuovo mondo». Con il 31,59% del PIL mondiale nel 2022, la produzione economica totale delle nazioni BRICS ha ora superato quella del gruppo G7, che allo stesso tempo si attestava al 30,39%, in calo rispetto al 50,42% del 1982. Evidente che Tunisi guardi altrove visto che l’FMI non intende erogare un prestito da 1.9 miliardi di dollari ad un paese che non può offrire alcun tipo di garanzie e che non è disposto nemmeno a rimuovere i sussidi statali sui beni di base, in particolare quelli su cibo ed energia. Se la Tunisia che nel 2018, ha firmato un accordo per aderire all'iniziativa Belt and Road, istituita dalla Cina nel 2013, decidesse di candidarsi per l'adesione ai BRICS, diventerebbe il secondo paese nordafricano a farlo visto che l'Algeria, nel novembre del 2022, ha chiesto ufficialmente di entrare a far parte del gruppo economico. Magari il club delle nazioni BRICS accoglierà Tunisi al suo interno tuttavia, difficilmente riceverà quei soldi che gli servono per evitare il default che si avvicina sempre più.