Televisione
October 28 2021
Titoli attesi, aspettati. Titoli cui il Covid-19 ha teso sgambetti potenzialmente disastrosi. Titoli che, per studio o casualità, si sono trovati a condividere una stessa data di debutto: il 2022. L'anno a venire, in ambito televisivo, è pronto ad accogliere la promessa di un intrattenimento sfaccettato, dove le storie vere si mescolino alle grandi saghe e le grandi saghe sfumino in reboot di classici cinematografici. Da Inventing Anna a House of the Dragon, primo spin-off di Game of Thrones, abbiamo provato a selezionare dieci fra le serie tv più attese del prossimo anno.
La storia è quella vera di Anna Sorkin, immigrata russa partita dalla Germania per cercare fortuna negli Stati Uniti. Voleva i soldi, la fama: conquistare un posto di rilievo nel jet-set. «Avevo la rabbia della fame», quella dovuta alla «perenne assenza di soldi», avrebbe spiegato dopo essere stata arrestata, truffatrice all'interno di un mondo che è riuscita ad ammaliare. Anna Sorkin, la cui storia Netflix ha deciso di trasformare in una serie televisiva, Inventing Anna, ha convinto New York di essere una ricca ereditiera. Aveva carte false, certificati costruiti al computer con i quali banche tedesche si dicevano pronti a garantire che un fondo milionario la aspettasse. Vestiva capi firmati, offriva grandi cene, frequentava personaggi noti. Ma, dietro di sé, disseminava buchi. Anna Sorkin non pagava i propri conti. Diceva lo avrebbe fatto, sulla base di garanzie cui il tempo ha tolto ogni credibilità. La ragazza, trent'anni appena, è stata condannata a Manhattan e, dopo due anni all'Albion Correction Facility, scarcerata per buona condotta. «Potrei rifarlo? Sì, probabilmente è così», avrebbe raccontato in un'intervista, una delle tante che Netflix racconterà in Inventing Anna. La serie televisiva, di cui Shonda Rhimes è firma (e blasone), verrà rilasciata online nel 2022, data che segna l'esordio di titoli attesi, aspettati. Titoli cui il Covid-19 ha teso sgambetti potenzialmente disastrosi. Titoli che abbiamo provato a ridurre ad una rosa di dieci, Inventing Anna incluso.
«Dei, re, fuoco e sangue», in un intreccio che porti lo spettatore indietro di duecento anni. Quattro parole sono state usate per descrivere House of the Dragon, primo spin-off di Game of Thrones. La serie televisiva, dieci episodi disponibili dall'anno venturo, è stata creata così da poter fornire un antefatto alle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, alla caduta del Trono di Spade, alla morte di Aerys II. Ambientata due secoli prima delle vicende narrate da George R.R. Martin nella sua saga principale, lo show verte sulla famiglia Targaryen, divisa in seno da una lotta intestina che porta il nome di «Danza dei Draghi». La lotta, che Martin ha raccontato nel libro Fuoco e Sangue, è stata causata da una decisione improvvisa: re Viserys I, pur diventato padre in seconde nozze di un figlio maschio, ha preferito nominare sua erede la primogenita, una ragazza di nome Rhaenyra. Sarà questa, supportata dallo zio e amante – ché l'incesto, in Game of Thrones, è sempre di moda –, a scatenare la guerra raccontata nella serie tv.
Dodici nuovi personaggi, una nuova ambientazione e, forse, la riscrittura parziale di nozioni che si credevano acquisite. Stranger Things, serie come tante rallentata dall'insorgere della pandemia, dovrebbe tornare alla metà dell'anno venturo, riprendendo il proprio racconto là dove si è interrotto. Hopper, il detective che si credeva morto, è vivo, e si trova in Russia. Undici è migrata con Joyce e i suoi figli verso una destinazione da scoprire. Lucas e i ragazzi della piccola Hawkins, una volta chiusa la breccia che porta nel Sottosopra, hanno dovuto fare i conti con i primi drammi dell'adolescenza. Ma la calma apparente che la fine di una battaglia ha portato con sé è destinata a rompersi, sotto il peso – incombente e misterioso – di un nuovo nemico soprannaturale.
Il titolo è quello altisonante di un film che ha fatto la storia, ma l'anima della nuova serie Sky, al debutto nel 2022, è ben diversa da quel che sarebbe lecito aspettarsi. Django, nella sua versione televisiva, dieci episodi girati in inglese, è la «reinterpretazione libera e contemporanea» del classico di Sergio Corbucci. Protagonista, dunque, non è Django, ma sua figlia Sarah, che sopravvissuta al massacro ha fondato New Babylon, città di ultimi ed emarginati. Sarà lì, fra gli uomini e le donne che la società ha messo ai margini, che Django troverà la sua bambina, scoprendo in lei una donna ormai adulta, indipendente, pronta a sposarsi con John e decisa a cacciare il padre dal suo pezzetto di mondo così che la sua presenza non attiri vecchi nemici.
Tim Burton, infine, ha detto sì. Il regista, che negli anni ha cercato di mantenere una distanza netta dalla serialità televisiva, ha accettato di dirigere per Netflix un progetto ibrido, a mezza via tra passato e presente. Wednesday, otto episodi in totale, sarà la storia di una Mercoledì Addams ormai cresciuta. La bimba con le trecce lunghe e la scriminatura nel mezzo, quell'esserino magro con il volto imbronciato di Christina Ricci diventerà, nella serie tv, una studentessa universitaria costretta a fare i conti con la propria natura. Pur decisa a vivere una vita quanto più normale possibile, la ventenne dovrà fare di necessità virtù, riscoprendo la propria forza fisica e utilizzandola per neutralizzare un mistero antico.
Un reboot nell'era che più ne ha visti. American Gigolò, cult del cinema, avrà il prossimo anno un suo adattamento televisivo. La pellicola, però, non sarà copiata pedissequamente. Piuttosto, riadattata ai tempi che corrono, all'esigenza di una narrazione verticale, ad un nuovo protagonista e ai dieci episodi che si avranno per scoprirlo. Julian Kaye, il volto di Jon Brenthal a rimpiazzare quello di Richard Gere, non sarà, esattamente, l'uomo che è stato nel 1980, quando il film ha visto la luce. Condannato ingiustamente per omicidio, Kaya avrà scontato la propria pena e acquisito una determinazione che plasmerà la serie tv. L'uomo, pur deciso a trovare una sua collazione all'interno dell'industria del sesso californiana, cambiata irrimediabilmente, investirà la gran parte delle sue energie nella ricerca di chi lo abbia incastrato.
La Marvel prima, la Lucasfilm poi per arrivare ad una sola certezza: le grandi saghe, oggi, vivono online. La Disney, che in aperta concorrenza a Netflix e Amazon ha lanciato il proprio servizio streaming, ha dato prova di come i blockbuster cinematografici possano trovare nella serialità televisiva un mezzo a loro complementare. Così, dopo aver portato online i migliori personaggi della Marvel, è toccato a Star Wars avere i propri adattamenti. E l'ultimo, fra i tanti, è il più atteso. Obi-Wan Kenobi, con Ewan McGregor di ritorno nei panni del maestro Jedi, dovrebbe vedere la luce della prima metà dell'anno nuovo, tra maggio e giugno, si dice. Una sinossi certa, ancora, non è stata diffusa, ma indiscrezioni parlano di un'ambientazione temporale precisa. La serie televisiva dovrebbe svolgersi dieci anni dopo i fatti narrati in Star Wars: La vendetta dei Sith, l'episodio cinematografico in cui l'ordine Jedi è stato messo in ginocchio, Anakin Skywalker trasformato in Darth Vader.
Dopo tanto penare, una data. Il Signore degli Anelli, trasposizione televisiva della saga omonima, avrebbe dovuto essere rilasciato mesi fa. Ma il Coronavirus, la chiusura coatta dei set e i relativi ritardi di produzione hanno costretto Amazon Prime Video a ridatarne l'uscita. Lo show, dunque, vedrò la luce il 2 settembre 2022, raccontando una vicenda inedita, non adattamento ma prequel di quella nota. Il Signore degli Anelli, nella sua versione televisiva, sarà ambientato nella Seconda Era, migliaia di anni prima del suo corrispettivo letterar-cinematografico e de Lo Hobbit. Saranno nuovi personaggi ad animarlo, una nuova minaccia a scuoterlo. Sarà la promessa di una nuova guerra a renderlo epico.
La quinta stagione avrebbe dovuto essere l'ultima, ma Netflix, forte di un successo che non ha conosciuto freno, ha deciso di regalare a The Crown un capitolo aggiuntivo. Il gran finale della saga regale, storia di come Elisabetta II sia diventata regina e di quanto sia accaduto nel corso del suo regno infinito, andrà in onda, presumibilmente, nel 2023. Un anno prima, però, nel novembre prossimo, sarà dato vedere il penultimo capitolo di The Crown, resoconto di quel che è successo nel tumultuoso decennio del Novanta. Ci sarà l'annus horribilis di Elisabetta II, Lady Diana, non più interpretata da Emma Corrin, ma da Elizabeth Debicki, si separerà dal principe Carlo, rilascerà l'intervista bomba alla Bbc e, forse, troverà la morte a Parigi, accanto all'uomo che aveva saputo restituirle il sorriso. Gli sceneggiatori, che pur hanno confermato l'intenzione di dare un volto e un ruolo a Dodi Al-Fayed (interpretato da Khalid Abdalla), non hanno voluto chiarire fin dove si spingerà la narrazione televisiva: se fino a comprendere l'incidente che è stato fatale alla principessa triste o meno.
Un altro capitolo, svincolato – in larga parte – da quello che ha messo a ferro e fuoco la piattaforma. Netflix, che con Shonda Rhimes ha stretto un sodalizio proficuo, ha datato al 2022 il ritorno della famiglia Bridgerton, che, nobile nell'epoca (romanzata, romanzatissima) della Regency, ha visto la prima figlia femmina debuttare in società. Daphne Bridgerton, alla cui ricerca di un buon partito è stata dedicata la prima stagione della serie omonima, ha finito per sposare il Duca di Hastings, vincendo (anche) la propria battaglia contro una «giornalista» anonima e spiona, decisa a riferire i fatti dell'alta società a chiunque abbia orecchie per ascoltarli. Moglie e madre, è, però, destinata a scomparire. La seconda stagione dello show, come i libri di Julia Quinn dai quali è tratta, verterà sul fratello maggiore dell'eterea Daphne, Anthony, visconte in cerca di una moglie.