Televisione
November 07 2022
Dopo aver collezionato negli ultimi anni successi e popolarità grazie diverse serie di successo, da Mina Settembre a Blanca e Luce dei tuoi occhi, Giuseppe Zeno fa il grande salto con un film tv dal forte impegno civile. S'intitola Tutto per mio figlio il nuovo progetto in onda in prima tv su Rai1 lunedì 7 novembre, scritto e diretto da Umberto Marino, il regista che ha voluto "mostrare il male senza romanticizzarlo e raccontare come il bene vi si opponga con gesti e comportamenti piccoli, legali, poco eclatanti, ma non per questo meno importanti". Al centro del racconto c'è Raffaele, un allevatore di bestiame che si oppone alla camorra, fonda un sindacato e anche quando la malavita cerca in ogni modo di farlo smettere, lui tira dritto si oppone al sistema. Nel cast ci sono anche Antonia Truppo, Giuseppe Pirozzi e Tosca D'Aquino.
Raffaele Acampora (Giuseppe Zeno) non è un magistrato, un giornalista o un poliziotto, non è un personaggio importante. Raffaele Acampora è un uomo come tanti. Ha una moglie che ama, Anna (Antonia Truppo), e quattro figli, di cui il più grande, Peppino (Giuseppe Pirozzi), ha quattordici anni e come molti ragazzi della sua età comincia a cercare la sua strada nel mondo. Ma non è facile farlo quando vivi in un territorio dove le organizzazioni criminali dettano legge. Raffaele è un allevatore che fa i mercati, mestiere che ha ereditato da suo padre: tutti i giorni si sveglia prima dell’alba e percorre decine di chilometri per vendere gli animali che lui stesso ha allevato. Una vita dura, che affronta a testa alta con il piglio di chi sa di far bene il suo lavoro.
I tentacoli della camorra però non risparmiano nemmeno il suo settore. Ogni settimana Raffaele e i suoi colleghi sono vittime del racket criminale, che impone loro il pizzo e vessazioni di ogni tipo. Fino a quando Raffaele decide di ribellarsi: fonda un sindacato e con la sua forza d’animo, convince i suoi colleghi ad aderirvi. Collabora con la polizia e la magistratura, denuncia, fa nomi. È consapevole del rischio che corre e sa che Anna e i suoi familiari sono preoccupati per lui, ma ormai non può e non vuole tornare indietro. La camorra cerca in ogni modo di farlo smettere, prima con offerte e poi con minacce e intimidazioni. Ma Raffaele ha detto agli iscritti del sindacato che avrebbe difeso i loro interessi e ha una parola sola: quella che gli detta la coscienza con l’impegno di essere un esempio per Peppino.