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November 03 2017
Thriller, storia d’amore, saga familiare, viaggio, critica sociale, atto di affetto nei confronti della Galizia e delle sue antiche tradizioni: questo e molto di più è Tutto questo ti darò della scrittrice spagnola Dolores Redondo. Un romanzo di 540 pagine da cui ogni lettore può prendere quello che si avvicina di più al suo modo di vedere il mondo. Bello e ben scritto, best seller in Spagna con oltre 300.000 copie vendute, non a caso vincitore dell’ambito premio Planeta.
Abbiamo incontrato l’autrice e ci siamo lasciati trasportare dalle sue parole nella Ribeira Sacra del nord ovest della Spagna, dove il vino si produce come una volta e i pregiudizi sociali continuano a prevalere. E’ qui che uno dei protagonisti del romanzo, Alvaro, muore in un incidente stradale. Ma la verità è ben diversa e toccherà a suo marito Manuel, a un poliziotto in pensione e a un suo amico d’infanzia indagare sulle cause del decesso. Soprattutto, Manuel scoprirà che Alvaro aveva una doppia vita: in quindici anni di matrimonio, non ha mai conosciuto veramente l’uomo che ha amato. Forse, però, neanche questo è vero fino in fondo.
Gli spunti forniti dalla lettura di Tutto questo di darò sono tanti. Per apprezzarli in pieno, bisogna leggere il romanzo. Partiamo dalle impressioni che Dolores Redondo ha condiviso con noi.
La scelta della Galizia come sfondo
“In tutti i miei romanzi lo scenario è più di uno sfondo che fa da cornice. In questo caso, mi ha dato l'oppurtunità di parlare della situazione dei privilegi delle famiglie agiate e del servilismo che si sviluppa intorno ad esse. In Galizia esistono ancora ricche dimore di campagna e molto spesso vi si coltivano fiori, come accade nella tenuta della famiglia di Alvaro, As Grileiras. Volevo parlare della cultura del lavoro e dello spirito di sacrificio che si sviluppa intorno ad esso. La coltivazione delle vigne della Ribeira Sacra, ad esempio, produce un raccolto davvero scarso, ma i lavoratori sono molto orgogliosi di quello che fanno".
Un romanzo che non appartiene a nessun genere
“I miei romanzi sono frutto di un ‘meticciato’, perché mescolano tanti generi diversi. Tutto questo ti darò è una storia d’amore, ma anche una saga familiare, un viaggio, una critica sociale, un giallo… Io utilizzo tutto per raccontare la storia che voglio. E questa è una storia diversa dalle precedenti".
La storia vista da Protagonisti maschili
“Nei romanzi scritti fino ad ora, le protagoniste sono donne. In essi il mondo è femminile, con buone e cattive madri: una dimensione che conosco bene - ci sono nata e cresciuta -, in cui gli uomini sono assenti, perché sono sempre al lavoro. In questo libro la prospettiva è maschile. I protagonisti sono quattro. Uno – Alvaro - è morto. Gli altri tre li conosciamo man mano. Mi sono molto divertita a entrare nella testa dei miei personaggi. Manuel, lo scrittore, ha degli aspetti in comune con me. Il secondo personaggio è il tenente Nogueira, un uomo dall'apparenza rude e maschilista. E' stato molto stimolante calarmi nei suoi panni. Padre Lucas è il simbolo della lealtà e dell’amicizia che non traballa mai. Attraverso i tre personaggi si sviluppa una luce che ci permette di scoprire gli ultimi giorni di vita di Alvaro. Durante il racconto i protagonisti evolvono in modo intenso. Anche se la dimesione è maschile, le donne, seppur non in prima linea, hanno un ruolo molto importante".
La scrittura come arma contro i pregiudizi
“Sui pregiudizi cerco di lavorare in maniera un po’ nascosta. Il tema fondamentale che affronto nel libro è l’avidità, ma ho scelto di farlo attraverso la storia di Alvaro e Manuel, che sono omosessuali. Da dodici anni in Spagna le persone dello stesso sesso possono sposarsi, ma ci sono ancora strati della società in cui l’omosessualità scatena molti pregiudizi. Quando mi rendo conto che il mio libro provoca delle reazioni ai preconcetti nei lettori, mi accorgo di quanto sia importante scrivere e di come la scrittura possa cambiare il modo di interpretare la realtà”.
… e come mezzo per rendere tollerabile la realtà.
"Io sono arrivata alla scrittura da adolescente, in un’età diversa da quella di Manuel, uno dei protagonisti del romanzo. Come lui, però, ho conosciuto presto il dolore del lutto, che mi ha spinto a leggere molto. Scrivere, per me, è esternare le mie emozioni. Se non scrivo mi sento come un angelo che ha perso il paradiso, o che ha perso le ali. Ho bisogno della scrittura per poter raccontare la realtà. La scrittura è un gesto di onestà. Uno scrittore deve scrivere anche quello che fa male. Chi legge se ne accorge".
Dolores Redondo
Dea Planeta Libri, 2017
544 p