Televisione
April 07 2015
Contrordine: David Lynch non girerà il seguito di Twin Peaks, annunciato qualche mese fa. È stato lui stesso a dare la ferale notizia ai fan, con un tweet: "Dopo un anno e quattro mesi di negoziati, rinuncio, perché c'è denaro sufficiente per fare il copione come andava fatto".
Il progetto iniziale prevedeva nove puntate che sarebbero dovute andare in onda entro il 2016 sul canale Showtime, che però continua a credere nel progetto e chiede che il regista ci ripensi: “Anche Showtime - si legge in un comunicato - adora il mondo di ‘Twin Peaks’ e siamo speranzosi di poter resuscitare la serie in tutta la sua gloria, con i suoi due straordinari creatori, David Lynch e Mark Frost“.
Qualcuno maliziosamente ventila l'ipotesi che l'emittente americana, che produce anche Homeland e Ray Donovan, potrebbe anche affidare il progetto Twin Peaks a un altro regista, meno esoso di Lynch, forte del fatto che i membri del cast originale Kyle MacLachlan, Sherilyn Fenn e Dana Ashbrook avevano già detto sì al ritorno sul set. Ma il risultato non sarebbe assicurato: la serie trae linfa vitale dalla sensibilità onirica di Lynch, più che dalla storia in sé (un banale omicidio di provincia). E anche se tutti i nove episodi della nuova stagione sono già scritti, è improbabile che Showtime trovi un regista con la capacità di rendere giustizia agli script del maestro (attirandosi le ire dei fan).
In quanto a Lynch, nelle sue dichiarazioni è un po' ambiguo: non è chiaro se quelli che mancano sono i soldi per la produzione o se parte del problema è il suo compenso. Il che significa che c'è ancora un margine di trattativa.
Che Twin Peaks però sia sfortunata è un dato di fatto: già nel 1991, la seconda stagione del serial venne interrotta diverse volte e infine cancellata dalla ABC che allora la mandava in onda, dopo un'emorragia degli ascolti. Ecco il perché del finale vago e apertissimo: non l'ennesimo coup de théâtre del geniale Lynch, ma la speranza di ridestare interesse negli spettatori, e avere così la possibilità di una terza stagione. Che però non si avverò allora e, pare, neppure 25 anni dopo.