Dal Mondo
February 28 2022
Aumentano sui social network, rigorosamente in chiave patriottica e anti-russa, le foto e le testimonianze di civili ucraini che imbracciano le armi per combattere contro l'invasione russa. Uomini e donne, giovani, ma anche chi non ha in mano un fucile si organizza con bottiglie, benzina, polistirolo, carta e cotone per confezionare ordigni incendiari. Ci sono poi i civili che operano in modo disarmato compiendo atti per rendere più difficile l'avanzata russa, dallo smontare i cartelli stradali fino a sabotare ponti, svuotare magazzini con materiale che potrebbe essere usato contro di loro, svuotare depositi di carburante.
In una guerra ogni cosa di uso comune assume un valore e uno scopo differente, dalle scarpe anti-infortunistiche degli operai agli apparati radio del radioamatori (in Russia e Ucraina è ancora un'attività molto diffusa). A insegnare alla popolazione tecniche e metodi di guerriglia, ma anche a usare le armi, sono ex-ufficiali dell'esercito con età non più adatta all'arruolamento regolare, ma anche i tanti contractors specializzati provenienti da Usa, Africa e molte altre parti del mondo.
Seppure in zone differenti della Repubblica Ucraina e in quella Popolare di Lugansk, sono anni che i servizi di sicurezza di ogni schieramento segnalano attività di questo tipo, specialmente preparando i miliziani al combattimento notturno in ambiente urbano. Istruttori britannici hanno insegnato ai militari ucraini l'utilizzo di missili anticarro e questi a loro volta hanno trasferito le conoscenze alla riserva dell'Esercito. Alla fine di gennaio le forze ucraine apparivano così già molto preparate a un possibile scontro, mostrando evidenza che per mesi avevano nascosto armamenti anche in località private. Notizie, queste, che i servizi segreti russi conoscevano e che hanno certamente influito sulle decisioni di Vladimir Putin.
Le milizie ucraine hanno imparato a fruttare le loro competenze professionali in ambito del combattimento, a partire da chi, per esempio, si occupa di informatica, medicina, ingegneria, chimica eccetera. Questi si radunano da oltre un anno nei centri di difesa territoriale, chi per raccogliere armi, chi per agire, ricevendo le consegne e l'area da presidiare. Prima di questa mobilitazione era consuetudine comunque radunarsi in aree dismesse o abbandonate per ricevere un addestramento di base, saper maneggiare un'arma, suturare ferite e imparare come muoversi in un territorio potenzialmente ostile. E se contro i militari professionisti dell'esercito Russo queste forze possono contare soltanto sulla sorpresa, sulla conoscenza del territorio e sulla loro motivazione, quindi offrire una resistenza limitata nel tempo, laddove invece i russi sono costretti a inviare reparti formati da giovani senza esperienza di combattimento reale la resistenza riesce ad avere la meglio e a infliggere pesanti perdite. Il rischio di questo tipo di attacchi è però a doppio taglio: genera reazioni sempre più pesanti e soprattutto sposta i bersagli dei russi dai luoghi militari alle abitazioni, innescando una guerra urbana senza quartiere che allunga i tempi delle operazioni e causa più frequentemente vittime civili anche tra i non combattenti. Da qui l'accusa di Mosca sull'uso di scudi umani da parte degli ucraini che si nascondono e confondono con la popolazione non belligerante.
Tuttavia è fuorviante sostenere che ogni giorno in più che trascorre sia una vittoria per gli ucraini e una sconfitta per Vladimir Putin, questo è infatti vero soltanto sul piano politico: ogni scontro è un atto di guerra e come tale può causare la morte di chi si ritrova in mezzo. Dalla parte russa l'esperienza accumulata in Georgia qualche anno fa ha fatto comprendere l'importanza di avere sul campo nemico un sistema informativo totale: i russi pensavano che l'effetto dell'annientamento delle forze aeree ucraine avvenuto nel primo giorno di guerra avesse un effetto maggiore sul morale dello Stato maggiore ucraino, e per questo avevano deciso di non bloccare le comunicazioni del Paese, lasciando intatta la TV di Stato e le reti telefoniche mobili.
I generali russi hanno poi un problema che gli ucraini sono riusciti a sfruttare immediatamente a loro vantaggio: l'esercito di Mosca possiede più artiglieria e difese antiaeree rispetto alle forze Nato, ma ha un numero inferiore di mezzi meccanizzati per il loro trasporto. Questo significa che ogni reparto deve movimentare più armi e materiali, risultando quindi più lento e assetato di rifornimenti. Un reparto avanza per non più di 100 km al giorno, poi deve attendere il carburante e le scorte. La resistenza ucraina, allungando i tempi della battaglia, sta quindi comportando l'esaurimento di munizioni, carburanti e della logistica russa, che per risolvere il problema giocoforza deve esporsi ad attacchi ucraini utilizzando frequentemente ferrovie e autostrade.
Vero è che la guerra ha trovato i reparti militari ucraini in una fase di ammodernamento che non può dirsi conclusa, ovvero in una trasformazione da ex esercito sovietico in forze armate standardizzate secondo i parametri Nato, senza personale con esperienza e potendo contare in gran parte sull'addestramento fornito dall'occidente. La “Guardia nazionale” istituita dopo gli scontri in Donbass nel 2014 non si può considerare certo al pari di un esercito occidentale, tuttavia ha avuto quasi otto anni per potersi organizzare e addestrare. Infine la notizia dell'invio da parte degli Stati europei di armi, che non aiuta sul piano diplomatico, ha scatenato la reazione di Putin nel dichiarare lo stato di allerta della deterrenza nucleare. Tuttavia la Russia per attivare questi reparti ha bisogno di tempo per compiere operazioni di preparazione che non sfuggirebbero ai satelliti militari Usa e Nato. Dunque è probabile che prima di essere pronto per usarle, Putin debba ricorrere ad armi più convenzionali come missili da crociera e ipersonici. In questo caso sarà indispensabile che Nato e Unione Europea aiutino l'Ucraina a non veder crollare la sua Difesa nazionale sotto colpi di grande impatto devastante contro i quali Kiev non possiede ancora difese adeguate.