Lifestyle
November 17 2014
Uscirà domani l'ultimo libro scritto da Umberto Veronesi"Il mestiere di uomo”(Einaudi) in cui racconta il suo allontanamento dalla fede in Dio.
"Allo stesso modo di Auschwitz per me il cancro è diventato la prova della non esistenza di Dio”: una frase dura che definisce il punto di vista di un uomo diventato agnostico perché, di fronte a un'esperienza fisica così devastante, come quella del cancro, viene meno la fiducia nel soprannaturale.
Classe 1925, ha vissuto la realtà della seconda Guerra Mondiale, con tutti i suoi orrori per poi trovarsi, da adulto, a combattere contro il cancro.
Non perde dunque la fede nella vita ma in qualcosa di soprannaturale che possa dare un spiegazione a tanto dolore: di fronte a questo l'uomo, per Veronesi, scopre la sua finitezza e nessun essere superiore può riscattarlo dalla sua sofferenza. In un estratto del libro, pubblicato oggi da Repubblica, si legge:
"Ho scelto la medicina per capire l'origine di quel male che la religione non poteva spiegare”.
E ancora: "ci sei solo tu in quei momenti, solo con la tua capacità, la tua concentrazione, la tua lucidità, la tua esperienza, i tuoi studi, il tuo amore (o anche la tua carità come la chiamava don Giovanni) per la persona malata. Allo stesso modo di Auschwitz, per me il cancro è diventato la prova della non esistenza di Dio. Come puoi credere nella Provvidenza o nell'amore divino quando vedi un bambino invaso da cellule maligne che lo consumano giorno dopo giorno davanti ai tuoi occhi? Ci sono parole in qualche libro sacro del mondo, ci sono verità rivelate, che possano lenire il dolore dei suoi genitori? Io credo di no, e preferisco il silenzio, o il sussurro del "non so".
Un libro toccante che racchiude i passaggi della vita di Veronesi, dalla sua infanzia di "chierichetto” ai suoi incontri con migliaia di pazienti affetti da tumori e al suo rapporto con il dolore.
E le sue riflessioni che lo hanno portato a rafforzare la fede nella vita e a perdere, a poco a poco, quella in Dio.